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Ubi, Banco Popolare e Monte dei Paschi di Siena. Cosa succederà alle banche secondo Mediobanca Securities

germania,

Mediobanca Securities taglia le banche europee. I ricercatori coordinati da Antonio Guglielmi, per molti mesi positivi sugli istituti di credito del Vecchio Continente, perdono un po’ la fiducia e tagliano le stime di utile del biennio appena iniziato del 9% vista “la contrazione dei margini e prima della questione regolatoria”.

NEUTRAL SU BANCHE EUROPEE

“Il nostro scenario di minore tassi bassi per sempre – scrive Mediobanca Securities guidata da Guglielmi – ci porta a tagliare in media l’eps del 9%, e di cifre in periferia. Siamo del 4% al di sotto del consensus dopo aver dimezzato la crescita composita dell’epa 2015-2017 al 15%. Le banche europee trattano a 0,8 il patrimonio tangibile con un ritorno sul patrimonio (Rote) del 7,9% nel 2016 e dell’8,7% nel 2017, numeri non convincenti data la crescente incertezza normativa e un misero 14% di potenziale rialzo del nostro nuovo prezzo obiettivo. Da tutto ciò deriva il nostro downgrade a neutral. E la simulazione del Tltro II dimostra che assorbirà solo il 25% della perdita da interesse netto”.

EFFETTO TASSI ZERO

Dunque, Mediobanca ha perso fiducia nella sovraperformance delle nostre banche e ritiene che saranno neutre rispetto al mercato. Il motiva sta innanzitutto nella prospettiva di tassi zero “per sempre” come scrivono gli analisti. L’effetto è devastante sui bond: 617 miliardi di finanziamento (il 32% del totale circolante) giungono a scad: di questi 361 miliardi sono senior (41% dei senior totali), 240 miliardi covered (31%) e 53 miliardi subordinati (21%). “Questi si aggiungono ai 7,2 trilioni di depositi soggetti ugualmente a un certo re-pricing – scrive Guglielmi – e considerando un rimpasto di 10 punti percentuali tra senior e covered, si trasformano in +4% di reddito da interesse netto, i 2/3 nella periferia e in Scandinavia. Che però non bastano a compensare la perdita derivante dall’erosione dei margini che interesse asset per 3,3 trilioni di euro, il 31% degli asset totali: per il 58% mutui, tutti variabili più i fissi che scadono nel 2017 (il 41% dei mutui totali), per il 39% corporate e il resto governativi. Su questi i nuoto i prezzi si traducono in una perdita del 7% in termini di reddito da interesse netto, per la metà in Spagna e in Italia”.

REGNO UNITO, BENELUX E FRANCIA VS ITALIA e SPAGNA

Chi vince e chi perde? Vince chi ha grande ammontare di finanziamenti a tasso variabile combinati con passività a tasso fisso di breve durata e forti attività a tasso fisso di lunga durata. “Lloyd’s, Royal Bank of Scotland, Societé Générale, Abn Amro, Nordea, la belga Kbc e Ing mostrano un rischio Eps inferiore alla media – si legge nel report di Mediobanca Securities – Mentre le banche della periferia e della Scandinavia devono far fronte alla forte esposizione al re-pricing: in particolare Banco Popular, Caixa, Sabadell, Nordea, Danske, Mps, Banco Popolare, Ubi e Unicredit. Se la Spagna e l’Italia devono affrontare l’eccessiva esposizione a beni che scontano prezzi inferiori, Germania e Austria sono nella posizione peggiore posizione quanto a benefici di finanziamento, mentre la Francia e il Benelux offrono il miglior equilibrio”.

DAL CIGNO NERO AL GATTO NERO

E c’è un ulteriore elemento da considerare: il danno che deriverà dalla ponderazione per il rischio, di cui non sono ancora noti i dettagli e per cui Mediobanca non la include nell’epa ancora ma invita a non ignorarne il peso. In media, secondo i calcoli della banca d’affari italiana la ponderazione per il rischio avrà un peso del 4,45 sul Cet1, portandolo a 8,3%. Il che implica la richiesta di ulteriori 148 miliardi di euro per ricapitalizzare nuovamente gli istituti. “Il deficit è principalmente in nove banche con diluizione dal 15% per Santander al 58% per deutsche Bank, con Barclays, Sg, Bnp, Lloyd’s, Credit Suisse, Hsbc, Ubs nel mezzo.

PARADIGMA ITALIA

C’è una situazione speciale in Italia, a causa di “messaggi normativi confusi (risoluzione, bad bank, valutazione sofferenze, ricapitalizzazioni guidate dall’M&A, lettere random) – scrive Guglielmi – Continuiamo a vedere alto valore nelle sofferenze nel tempo, ma è esattamente il fattore tempo a essere contestato dal SSM che chiede una correzione immediata. Inutile opporsi. Le sofferenze ci sembrano un pretesto comodo per imporre un più alto capitale oggi in vista di ciò che vediamo come il tema caldo di domani, cioè la sovraesposizione delle nostre banche ai titoli di stato come uno dei principali ostacoli alla mutualizzazione in chiave Ue”.
Le bocciature eccellenti non tardano ad arrivare e per Mediobanca le meritano Abn, Unicredit, Intesa, Ubi, Banco che passano da overperform a neutral. Promosse invece Bnp e Caixa a neutral da underperform e da neutral a overperform Erste e Commerzbank.

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