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Chi parteciperà con Sanders e Sorondo al convegno della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali

Capi di Stato socialisti, economisti e sociologi di fama internazionale, intellettuali conservatori, cardinali. Tutti alla Casina Pio IV, in Vaticano, sede della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali dove venerdì 15 e sabato 16 aprile si riuniranno personalità da tutto il mondo per un dibattito a 25 anni dalla Centesimus Annus, l’enciclica scritta da Giovanni Paolo II nel centesimo anniversario della Rerum Novarum di Leone XIII, testo cardine per la dottrina sociale cattolica.

CHI ORGANIZZA L’EVENTO

Fondata nel 1994 da Giovanni Paolo II, la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali – come si legge nel documento di presentazione dell’evento – è stata pensata affinché “il Santo Padre e tutti i dicasteri vaticani potessero avere accesso alle più moderne ricerche, rilevanti per il Magistero della Chiesa, nell’ambito delle scienze sociali”. A guidarla c’è la sociologa inglese Margaret S. Archer insieme al vescovo argentino monsignor Marcelo Sánchez Sorondo (nella foto), due personalità ritenute vicine alla corrente progressista interna al Vaticano. Se non altro per gli inviti che la Pontificia Accademia sotto la loro guida ha fatto in questi anni, destando un certo scalpore e critiche interne, come spiegato dal vaticanista dell’Espresso Sandro Magister. L’estate scorsa ad accendere la miccia era stato l’invito rivolto al segretario dell’Onu Ban Ki-moon e all’economista Jeffrey Sachs, “entrambi – scrive Magister – attivi fautori della riduzione delle nascite soprattutto nei paesi poveri, tramite la contraccezione e l’aborto promossi su larga scala”. Questa volta ci sono state meno polemiche,ma ciò non significa che nei palazzi vaticani non serpeggi una certa preoccupazione per quella che viene bollata come una “deriva terzomondista” dell’Accademia.

L’INVITO A SANDERS

E proprio a proposito di inviti a personalità di sinistra, ecco come è nata la partecipazione di Bernie Sanders al convegno di questo weekend. Il senatore socialista del Vermont, sfidante di Hillary Clinton alle primarie democratiche in Usa, ha annunciato nei giorni scorsi il suo arrivo in Italia dicendo che gli sarebbe piaciuto incontrare Papa Francesco. Peccato che questa dichiarazione abbia creato un certo scompiglio Oltretevere, con un vero e proprio giallo su chi avesse invitato il candidato americano, come ricostruito da Formiche.net (qui e qui). “Non è previsto un incontro col Papa, ma l’evento è comunque clamoroso – ha scritto RaiNews – perché accredita Sanders tra i cattolici proprio quando mancano pochi giorni al 19 aprile, giorno in cui a New York si terrà un turno decisivo delle primarie, dopo che Sanders ha vinto 8 delle ultime 9 competizioni. Nella Grande Mela i sondaggi pronosticano la vittoria di Hillary ma il risultato è sempre più incerto man mano che ci si avvicina alla data”.
Proprio a causa dell’invito a Sanders, alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali è arrivata una severa bacchettata da parte del giuslavorista Pietro Ichino, che in un intervento pubblicato sul suo sito ha spiegato come “sull’egualitarismo alla Sanders la Pontificia Accademia farebbe bene a usare qualche cautela. Perché – ha aggiunto – è proprio in nome di un egualitarismo molto male inteso che il senatore del Vermont sostiene una drastica limitazione del commercio internazionale, destinata a condannare alla fame molti milioni di lavoratori poveri dei Paesi in via di sviluppo”.

I CAPI DI STATO SOCIALISTI

Alla Casina Pio IV sono attesi anche due capi di Stato: il presidente dell’Ecuador Rafael Correa e il presidente della Bolivia Evo Morales. La loro collocazione politica è alquanto nota: sono due capi di governo latinoamericani notoriamente di sinistra, di dichiarata fede socialista. Correa, che è pure un ex missionario seminarista, ha avuto parecchi problemi in passato con la Conferenza episcopale ecuadoriana (soprattutto in occasione del referendum costituzionale del 2008), la quale è arrivata ad accusare il suo governo di essere anticlericale. Per Morales basti ricordare il suo eccentrico regalo fatto a Papa Francesco in occasione della sua ultima visita in America del Sud, quando il primo presidente indigeno della Bolivia (e fondatore del partito Movimento al Socialismo, MAS), ha regalato al Pontefice argentino una croce di Cristo con falce e martello, simbolica unione di comunismo e cristianesimo.

GLI ALTRI INVITATI

Sono attesi anche gli interventi di accademici cattolici italiani come l’economista Stefano Zamagni, il sociologo Pierpaolo Donati (vicino all’Opus Dei) e il docente di Filosofia etica e sociale Rocco Buttiglione, presentato ufficialmente per come presidente del consiglio nazionale Udc. Interverranno poi studiosi internazionali come – tra gli altri – il sociologo del Berkely Center for religion, peace and world affairs di Washington, José CasanovaJeffrey Sachs, direttore del The Earth Institute Columbia University, gli economisti Mary Hirschfeld del St. Augustine Center di Villanova (Usa) e Javier Iguiniz della Facoltà di Lima, in Perù. Senza dimenticare il cardinale Oscar Andrez Rodriguez Maradiaga, arcivescovo metropolita di Tegucilgapa in Honduras e scelto da Francesco come coordinatore del Consiglio dei Cardinali per l’assistenza nel governo della Chiesa Universale e nella riforma della Curia Romana.

LA TIRATA D’ORECCHIE DA OLTRE OCEANO

Ieri è intervenuto anche The Washington Post che in un commento di Charles Lane ha criticato la “moral economy” di Papa Francesco e Sanders, sostenendo che le inclinazioni ideologiche della Pontificia Accademia sono ben descritte dagli inviti estesi a due capi di Stato della sinistra populista come Correa e Morales. Lane si augura poi che nel lungo volo che separa New York da Roma Sanders possa rivedere le sue idee in tema di politica economica internazionale, scoprendo che è stata proprio la crescita del tanto odiato (dalla sinistra socialista e da certa parte della Chiesa cattolica) capitalismo  ad aver alimentato la crescita economica, ridotto le povertà e le disuguaglianze sociali.


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