Se l’opinione pubblica, nell’analisi o anche in una semplice lettura delle notizie scientifiche, è influenzata da pregiudizi, quanto lo è chi quelle notizie le crea? Quanto contano, dunque, gli orientamenti culturali di ricercatori, professori e addetti ai lavori? Insomma, quanto è affidabile il giornalismo scientifico? Sono stati gli interrogativi che hanno aleggiato in un incontro organizzato oggi, venerdì 22 aprile, nella sede dal sindacato unitario dei giornalisti italiani (Fnsi).
(TUTTE LE FOTO DEL SEMINARIO NELLA SEDE DELL’FNSI)
Spesso è difficile orientarsi di fronte a due pubblicazioni referenziate che certificano contenuti contrastanti. Delle volte si prendono le statistiche scientifiche “per buone, anche se lo stesso scienziato potrebbe essere responsabile di manipolazioni”, ha spiegato Marco Ferrazzoli (nella foto), capo ufficio stampa del Cnr che insieme a Francesca Dragotto, docente dell’università di Roma Tor Vergata, ha scritto un libro pubblicato da Universitalia: Parola di scienziato. A cosa affidarsi, dunque? La parola a chi quelle notizie le pubblica, come professori e ricercatori, anche per interposta persona, attraverso i giornalisti.
IL BUCO DELLO “OZOTO”
“Sai Elio sono convinto come te che il buco nero dello ozoto sia davvero importante”. Le parole sono di un vecchio vicedirettore di Elio Cadelo, caporedattore e inviato speciale del Giornale Radio Rai per la Scienza e l’Ambiente. “Il caso stamina – ha affermato Cadelo – è stato un caso ma ce ne sono stati di peggiori. Nel corso di un congresso di trapianti uscì la notizia della proteina anti rigetto. Tutti ne parlavo, il mio direttore d’allora mi tormentò tutta la notte per scriverci un pezzo. Poi venne tutto smentito. Sembrò uno scherzo di carnevale, anche se proveniente da un ambito scientifico”.
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Ingazio Ingrao, vaticanista di Panorama, a proposito dell’affidabilità delle fonti scientifiche, ha chiosato: “Le fonti non sono tutte sullo stesso livello, eppure spesso la qualità dell’informazione che diamo può essere influenzata dalla disponibilità degli addetti ai lavori cui si vuole attingere e – continua Ingrao – ho notato un sempre maggiore interesse delle persone verso la salute e di conseguenza verso il benessere e l’estetica: basta entrare in una farmacia, dove insieme ai medicinali c’è il nails bar, l’estetista e magari anche la spa”.
SESSO, SOLDI E SANGUE?
“È dagli anni ’80 che mi occupo di servizi sulla scienza – ha detto Giorgio Pacifici, giornalista scientifico del Tg2 – sembra di vivere in una trincea mediatica, dove ogni giorno è un anno. Non bisogna finire in un canalone fatto solo di sesso, soldi e sangue, seppure sia necessario tenere conto dei nuovi linguaggi da utilizzare per la comunicazione, perché poi la gente preferisce guardare Maria De Filippi, che io personalmente non seguo. Per parlare di nucleare, per esempio, bisogna sempre aspettare una Fukushima”. Sempre parlando dell’incidente nucleare giapponese, Amedeo Balbi, astrofisico di Tor Vergata , “e blogger fino a quando i blog hanno avuto senso”, ha spiegato quanto, in questi eventi, “l’emozione vinca sulla ragione”, perché delle volte “si finisce a ripetere a pappagallo cose dette da altri; invece bisogna studiare seriamente. Non ci sono scorciatoie”, ha aggiunto.
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INTERNET, SCIENZA E STRAMBERIE VARIE
Sempre Balbi ha parlato di quanto l’effetto Dunning–Kruger (distorsione cognitiva per cui gli individui inesperti tendono a sopravvalutarsi) con internet sia stato amplificato: “C’è stato chi ha citato questo effetto per parlare di chi, attraverso al rete, sia arrivato al potere, giudicandolo come incompetente”. Rifermento indiretto ai 5stelle?. “In generale – conclude l’astrofisico – attraverso la rete si cercano sempre più le cose che ci danno ragione”. Quindi quando usare la rete? “Internet è molto utile per scoprire l’affidabilità delle fonti – ha affermato Antonello Pasini, ricercatore del Cnr – perché un astronomo è diverso da un astrologo. L’immediatezza del web qui ci può aiutare molto. Quando sentiamo delle dichiarazioni scientifiche, andiamo sempre a controllare chi è la persona che le ha affermate”. Tornando ai manuali vecchio stile, Gian Vittorio Pallottino, docente del dipartimento di fisica della Sapienza, ha affermato che “anche i libri di testo hanno responsabilità: ci sono parecchi errori e ormai c’è un terrorismo ambientalista estremo e diffuso”.