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Che cosa ha detto Obama a Hiroshima

Nella mattinata italiana di oggi, 27 maggio, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è arrivato a Hiroshima, in Giappone, città tragicamente nota perché il 6 agosto 1945 l’esercito statunitense vi sganciò, per la prima volta nella storia, una bomba atomica su un obiettivo civile.

Si tratta di un passaggio storico: Obama è l’unico presidente americano ad essersi recato in quello che è un luogo che ha segnato la memoria culturale dell’umanità. Tra le discussioni che hanno accompagnato la visita, il se si sarebbe scusato o meno per la terribile scelta firmata dall’allora Commander in chief, il presidente Harry Truman: “In tempi di guerra i leader prendono ogni tipo di decisione, [poi] è compito degli storici indagarle”, aveva già dichiarato per spiegare che non ci sarebbero state scuse formali, sebbene nel suo discorso ci sono parole cariche di rammarico. “Settantuno anni fa, in un luminoso mattino senza nubi, la morte cadde dal cielo e il mondo cambiò”, l’attacco dello speech, e ancora “le parole non sono sufficienti per descrivere tanta sofferenza”, bisogna tenere viva la memoria (un giorno le voci dei sopravvissuti “non saranno più forti fra noi per offrire la loro testimonianza” ha detto), perché quella volta l’umanità ha dimostrato di poter distruggere se stessa con le deviazioni della rivoluzione scientifica che ha spaccato l’atomo (“Le scienze devono essere focalizzate nel salvare le vite, non nel distruggerle), ma che adesso “richiede una rivoluzione morale”.

Per Obama l’uso della Bomba fu un passaggio che segnò le coscienze aprendo la strada per una nuova consapevolezza morale sulle guerre: il presidente, poco più di un mese fa, ha presieduto l’ultimo appuntamento del Nuclear Security Summit a Washington, in cui oltre che di non proliferazione s’è parlato di sicurezza. L’Nss è un’iniziativa fortemente spinta dal presidente, durante la quale i paesi partecipanti si sono impegnati per stringere i protocolli di controllo, al fine di evitare attacchi terroristici (fisici o cibernetici) e incidenti disastrosi.

La visita alla città giapponese si inquadra in un tour asiatico del presidente, che è da tre giorni in Giappone, dove ha partecipato anche al G7, e in precedenza era passato per il Vietnam, altro paese con cui i nuovi rapporti di alleanza strategica mantengono una memoria storica drammatica. Durante gli incontri Obama ha avuto modo di fare il punto della situazione sulle grandi tensioni che coinvolgono la regione. In primo luogo, le mire espansionistiche della Cina nel Mar Cinese, su cui Pechino rivendica diritti in concorrenza con altri paesi costieri alleati americani cercando di sopraffarli. Secondo la minaccia rappresentata dall’instabile dittatura nordcoreana, continua provocazione globale con test atomici e missilistici accompagnati da una retorica anti-occidentale. L’agenzia di stampa ufficiale di Pyongyang, Kcna, ha definito “infantile” la visita di Obama a Hiroshima.

(Foto: Twitter @AnnaFifield, Barack Obama posa una corona di fiori al memoriale di Hiroshima)

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