Con il 79,49 per cento dei voti – stando ai risultati parziali – il candidato del Partido Peruanos por el Kambio (Ppk), Pedro Pablo Kuczynski è dato come favorito alle elezioni presidenziali in Perù. Il candidato ha detto al quotidiano peruviano El Comercio che è necessario aspettare l’annuncio dell’Ufficio Nazionale di Processi Elettorali (Onpe) prima di esultare: “Non abbiamo ancora vinto, bisogna attendere i risultati ufficiali […] Ma sono sicuro che l’Onpe annuncerà il verdetto domani (oggi, ndr) sera a favore della democrazia e del Ppk”. Kuczynski ha aggiunto che “i peruviani devono restare sull’attenti per non farsi rubare i voti”.
L’OTTIMISMO DI FUJIMORI
Nonostante il vantaggio di Kuczynski, Keiko Fujimori, candidata del partito Forza Popolare, e figlia dell’ex presidente Alberto Fujimori, resta ottimista. Al Correo ha detto che “le cifre mostrano un pareggio tecnico […] Siamo ottimisti, voglio ringraziare il Perù. Cari fratelli, voglio ringraziare le persone che stanno difendendo i nostri voti […] Devono ancora arrivare i voti delle regioni, dei peruviani all’estero e il voto rurale del Perù più profondo”.
L’IMMAGINE DI KUCZYNSKI
Mentre il voto all’estero potrebbe favorire Kuczynski, quello rurale andrà sicuramente a Fujimori, secondo gli ultimi sondaggi. Kuczynski ha 77 anni ed è un noto ex banchiere, ex ministro delle Finanze e finanziere di Wall Street. Parla tre lingue e, anche se sa molto di economia, non gode di carisma politico. Felipe Ortiz de Zevallos, ex ambasciatore peruviano a Washington, finanziere e amico di Kuczynski, ha detto: “I peruviani si stanno chiedendo se può rappresentarli […] Posso fidarmi di questo uomo. È vecchio, i suoi erano europei, la moglie è americana, i suoi figli vivono negli Stati Uniti”. Fujimori ha saputo sfruttare queste condizioni a suo vantaggio, trasmettendo, durante la campagna elettorale, il messaggio che lei rappresenta i poveri e Kuczynski i ricchi.
IL RITORNO DI FUJIMORI PADRE
Per molti analisti Fujimori, in caso di vittoria, farà scarcerare il padre, così che questi possa riprendere in mano la guida del Paese. Julio Cotler, ricercatore dell’Istituto di Studi Peruviani a Lima, crede che “Fujimori sia un politico brillante, mentre Kuczynski è completamente apolitico. Lui suona il flauto e il piano, ha scritto testi accademici ed è un alto dirigente. Non ha però una conoscenza politica di base”.
VITA E PASSIONI DI KUCZYNSKI
Nato a Lima nel 1938, Kuczynski è figlio di padre ebreo e madre protestante, cugina del regista cinematografico Jean-Luc Godard. Quando Kuczynski era bambino la famiglia si trasferì a Iquitos, nell’Amazzonia, per assistere una colonia di lebbrosi. Suo padre, che è stato uno dei medici che ha contribuito a sradicare la malattia dal Perù, fu poi arrestato dalla dittatura militare e Kuczynski costretto a trasferirsi in Svizzera. Allora aveva solo 10 anni.
Il candidato del Ppk ha studiato a Londra, alla Royal Academy of Music, a Oxford e Princeton. Il primo lavoro l’ha svolto presso la Banca Mondiale, quando aveva meno di 30 anni. A Washington, poi, è stato assunto dal Fondo Monetario Internazionale. Lì il presidente Robert McNamara gli consigliò di fare esperienza a Wall Street: cominciò alla Kuhn Loeb & Co, per poi passare alla First Boston e Halco Mining Inc. Nel 2000 è tornato in Perù per fondare una Ong che fornisce acqua alle zone più bisognose del Paese. Ministro delle Finanze per due volte, nel 2011 ha perso le elezioni presidenziali al primo turno.
IL PROGRAMMA DEL PPK
Tra le proposte di Kuczynski c’è un piano per vendere titoli pubblici, per un totale di sei miliardi di dollari, e finanziare, così, le infrastrutture del Paese. Il candidato ha anche un programma per combattere la criminalità, che include stipendi più alti per i poliziotti, e un’opera di epurazione, del potere giudiziario, dagli elementi corrotti. Kuczynski crede che la fonte della violenza in Perù sia il traffico di droga, per cui cercherà di persuadere produttori e trafficanti di coca ad abbandonarne la coltivazione e a sostituirla con altri prodotti, legali e lucrativi. Kuczynski ha promesso di ridurre le tasse per stimolare l’industria peruviana e aumentare gli investimenti interni.
Kuczynski ha detto anche di non voler festeggiare la vittoria finché non sarà ufficiale: “Il Perù è talmente volatile […] La nostra strategia è dimostrare che siamo un gruppo tranquillo”.