Hillary Clinton torna ad avere su Donald Trump un vantaggio a doppia cifra, per la prima volta dopo la strage di Orlando la notte tra l’11 e il 12 giugno: secondo il sondaggio Reuters/Ipsos, è avanti di 13 punti, con quasi il 46,6 per cento delle preferenze contro il 33,3 per cento. I dati non rispecchiano ancora l’eventuale impatto della Brexit sull’opinione pubblica negli Usa.
TRUMP IN SCOZIA
In missione d’affari in Scozia, ieri, il candidato repubblicano alla Casa Bianca aveva definito “fantastico” che il popolo britannico abbia “ripreso il controllo del suo Paese”, votando di uscire dall’Ue. Trump, lì per inaugurare il campo da golf del Trump Turnberry, un hotel di lusso, ha insistito sul “parallelismo autentico” tra la sua campagna e il referendum sulla Brexit: “La gente vuole riprendersi indietro il proprio Paese, vuole l’indipendenza”.
Un parallelismo confermato dal Washington Post, che assimila l’esito del referendum ai successi della campagna di Trump. Il magnate arriva ad auspicare un effetto domino nell’Unione europea e fa una battuta sull’impegno profuso dal presidente Obama contro la Brexit: “Se non si fosse intromesso…”.
Davanti al suo resort, garriva una bandiera messicana, innalzata da un cittadino britannico in segno di dissenso per i suoi commenti sugli immigrati e, in particolare, i messicani.
HILLARY A RALEIGH
Per Hillary Clinton, favorevole invece alla permanenza della Gran Bretagna nell’Ue, l’esito del voto e “la fase d’incertezza economica” che ne deriva rendono ancora più forte “la necessità d’una guida” alla Casa Bianca “pacata, solida, esperta”, per “proteggere le tasche e l’esistenza degli americani, sostenere i nostri amici e alleati, difendere i nostri interessi”; e, inoltre, confermano il “bisogno di fare quadrato tra di noi per superare le sfide come Nazione, e non di farci a pezzi l’uno con l’altro”.
Il commento sulla Brexit è, dunque, per l’ex first lady un’occasione in più per attaccare Trump, alludendo alla sua impreparazione sui grandi temi internazionali e alla propria ben maggiore affidabilità. Il magnate, del resto, non risparmia critiche alla Clinton, che ha recentemente definito “una bugiarda di classe”.
Nello specifico, la candidata democratica alla Casa Bianca ha ricalcato le dichiarazioni già rilasciate dal presidente Obama, anch’egli contrario alla Brexit: “Rispettiamo la scelta del popolo britannico”, ha affermato durante un comizio a Raleigh (North Carolina). “Ribadiamo l’incrollabile impegno dell’America nello speciale rapporto con quel Paese e nell’alleanza transatlantica con l’Europa”.
SANDERS ALLA MSNBC
Per Bernie Sanders, il voto sulla Brexit “indica che l’economia globale non funziona per tutti, non negli Stati Uniti e non nel Regno Unito”. La globalizzazione, rilevato l’antagonista della Clinton alla Msnbc, continua a privilegiare i profitti della multinazionali rispetto al benessere dei lavoratori. “Mi preoccupa davvero il crollo della cooperazione internazionale, quando invece ne occorrerebbe di più”, sottolinea Sanders, aggiungendo che, comunque, “non dobbiamo mai dimenticare chi rimane indietro”.
THINK TANK E ANALISTI, CAMPANELLO D’ALLARME PER CLINTON E TSUNAMI IN ARRIVO NEGLI USA
Per Richard Haas, presidente del Council on Foreign Relations, la Brexit è “un campanello di allarme” per Hillary Clinton, che “deve stare attenta alle spinte nazionalistiche e populiste di natura sia politica che economica, deve capire come affrontare efficacemente questo sentimento populista che reagisce a una percezione di minaccia che viene dall’immigrazione”.
Politico rileva che gli elettori britannici non hanno solo provocato uno shock al mondo e ai mercati, ma hanno anche ignorato il presidente Obama, caricato Hillary Clinton di un potenziale fardello economico e iniettato energia nelle correnti populiste su entrambe le sponde dell’Atlantico: l’esito del referendum è uno tsunami che si dirige verso gli Usa.
Per la campagna della Clinton, saranno cruciali le ripercussioni sull’economia della decisione presa dal Regno Unito. Se le previsioni negative in questo senso risulteranno accurate – scrive Politico -, bisogna aspettarsi un rallentamento economico innescato dalla Brexit, che può influire sulla corsa alla Casa Bianca.
Visto lo scarto rispetto ai sondaggi, il risultato potrebbe inoltre suggerire che i rilevamenti in corso sottovalutino la misura in cui l’elettorato occidentale sia stufo dei politici di mestiere e preoccupato per il terrorismo integralista e l’immigrazione.