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Che ne sarà dell’Europa?

L’Europa vive oggi un momento di grande incertezza. Che ne sarà di questa Europa? Questa è la domanda che in molti si stanno ponendo. E la SPD a Berlino ha organizzato un importante evento, sabato 2 luglio, proprio per affrontare la questione.

Presenti all’apertura della conferenza programmatica della SPD, il Vice-Cancelliere tedesco Sigmar Gabriel, il ministro degli esteri, Frank-Walter Steinmeier e il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Nei loro interventi, recuperabili a questo >>> LINK <<<, si sono concentrati sul bisogno di capire quello che la Politica non è riuscita a trasmettere alle cittadine e ai cittadini europei. Il messaggio di un’Europa della pace, dello sviluppo e del progresso umano. L’Europa dei diritti.

Il caso Brexit ha colpito profondamente tutte e tutti. Nelle istituzioni europee la situazione adesso è ancor più incerta di prima. Cosa accadrà? Sigmar Gabriel, capo della SPD ha sottolineato l’importanza della salvaguardia del progetto europeo a tutti i costi. Della necessità di combattere per difendere quello che, come poco dopo ha ricordato Schulz, è una eredità fondamentale del nostro passato.

Serve un’Europa diversa e migliore. Dicono i relatori. E proprio su questo invito si sono tenuti i tavoli di lavoro assieme al Ministro della Giustizia, Heiko Maas sulla questione dei rifugiati, delle migrazioni e dell’integrazione; alla Ministra dell’Ambiente, Barbara Hendricks per parlare delle sfide dello sviluppo sostenibile e dell’ambiente e a Gesine Schwan, per discutere del caso Brexit e del futuro prossimo dell’UE.

La SPD, hanno detto Gabriel, Steinmeier e Schulz è il partito dell’Europa. Quello che, assieme ad altri partiti socialdemocratici, più di tutti, ha spinto per l’integrazione europea. Nuove sfide si aprono ora, contro i nuovi populismi di destra e la SPD deve essere in prima fila. Questo il messaggio dei principali esponenti politici tedeschi appartenenti alla SPD.

L’Europa adesso deve accelerare il suo processo di integrazione e ripensare le relazioni con i propri partner: la Gran Bretagna, una volta che avrà attivato l’art. 50 e iniziato il percorso per l’uscita; ma anche con la Russia e i Paesi dell’Est. Un aspetto solo accennato nella conferenza di oggi, ma davvero importante.


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