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Premio Strega, tutti i libri in concorso e le ultime scaramucce

Ha ragione Antonio Prudenzano su Il Libraio che poche settimane fa sosteneva che quest’anno l’edizione del Premio Strega si sta svolgendo senza polemiche, anzi forse una sola, sollevata dall’editor Giulio Mozzi che invitava i futuri scrittori a nascere a Roma, visto che i cinque finalisti vivono tutti nella capitale. Ma a parte questa riflessione, pepe e veleni quest’anno hanno girato alla larga dal Premio, anche se Feltrinelli si è tirata subito indietro chiedendo di rinnovare le prossime edizioni con la collaborazione di tutti.

Ad ogni modo in confronto agli scorsi anni veramente un’atmosfera soft quella che stasera 8 luglio coronerà il vincitore della cinquina. In una location nuova che meglio si adatta alle esigenze televisive, ovvero l’Auditorium di Roma. La decisione di rendere la serata più godibile dal pubblico è stata presa insieme da Fondazione Bellonci, Strega-Alberti e Unindustria per celebrare al meglio la settantesima edizione del Premio. Infatti la premiazione trasmessa in seconda serata da Raitre sarà presentata da Pino Strabioli con l’ausilio delle Teche Rai che ripercorreranno non solo i 70 anni del Premio, ma anche 70 anni della storia del nostro Paese attraverso la letteratura. L’intento è quello di dare allo spettatore la visione di un vero e proprio spettacolo che parli di libri.

Il traguardo poi di questa edizione viene ricordato anche dalla mostra Vita da Strega. Gli anni d’oro del Premio raccontati con le foto di Carlo Riccardi inaugurata da Paola Gaglianone, commissario delle Biblioteche di Roma, e Roberto Ippolito, scrittore e giurato in qualità di Amico della domenica, curata da Maurizio Riccardi e Giovanni Currado e allestita nella Biblioteca Rispoli di Roma.

Ma veniamo ai libri in concorso scelti il 15 giugno scorso.

Come da pronostico il più votato è stato il romanzo di Edoardo Albinati con 202 voti, presentato da Raffaele La Capria e Sandro Veronesi, ovvero La scuola cattolica (Rizzoli). 1294 pagine tra la forma del diario e il flusso della coscienza con riflessioni psicologiche che danno al libro una struttura chiara e fluida, capace di riportare completamente il lettore in un’epoca e facendogli comprendere il tessuto sociale da dove l’atroce delitto del Circeo è stato generato. Perché Albinati racconta quello che ha vissuto direttamente da ragazzo: il quartiere Trieste, l’Istituto San Leone Magno di Roma negli anni Settanta, un ambiente ovattato, fin troppo.

Con 160 voti è arrivato secondo L’uomo del futuro (Mondadori) di Eraldo Affinati, presentato da Giorgio Ficara e Igiaba Scego. Affinati ha dedicato più che un romanzo un vero e proprio reportage a Don Milani, il prete degli ultimi. Tra luoghi e persone che lo hanno conosciuto, lo scrittore ripercorre la vita di quest’uomo ribelle ai canoni ecclesiastici che ha dato vita, in un borgo dell’Appennino toscano, a un ritrovo educativo per gli ultimi della società che ancora oggi fa riecheggiare il suo messaggio spirituale dettato dal Vangelo.

Al terzo posto con 156 voti invece si è piazzato Se avessero (Garzanti) di Vittorio Sermonti presentato da Franco Marcoaldi e Serena Vitale. Sermonti mette nero su bianco un’autobiografia che inizia dal maggio 1945, quando alcuni partigiani cercano nella sua casa di Milano un ufficiale della Repubblica di Sociale. A soli quindici anni quell’episodio segnò lo scrittore. Quello fu un momento che forse divide la storia da quello che è stato a quello che sarebbe potuto essere. Ma quello che è stato, è senz’altro ciò che conta, il resto conta poco e Sermonti ne prende coscienza col passare della vita che narra senza indugi, liberandosi anche di fardelli.

Quarto nella cinquina si è classificato un vero outsider, Il cinghiale che uccise Liberty Valance (minimum fax) di Giordano Meacci con voti 138, presentato da Giuseppe Antonelli e Diego De Silva. Ousider perché la casa editrice romana è indipendente e per la prima volta festeggia un risultato così positivo. D’altronde però fin dall’uscita del romanzo Meacci ha avuto recensioni più che lusinghiere, sia per la modalità di racconto sia per la scelta particolare di far diventare protagonista del libro un cinghiale. L’animale infatti folgorato comincia ad avere coscienza di sé e a sentirsi quasi umano. Ma questo naturalmente lo allontanerà dai suoi simili.

Infine, con 102 voti e presentato da Francesco Piccolo e Silvia Ronchey troviamo La femmina nuda (La nave di Teseo) di Elena Stancanelli. Ottimo risultato per questa nuovissima casa editrice nata dopo l’acquisizione di Rcs Libri da parte di Mondadori e voluta da Elisabetta Sgarbi e, tra gli altri autori, da Umberto Eco, lasciando la Bompiani. Il romanzo è un feroce ritratto di una donna che, sebbene realizzata nel mondo del lavoro, sprofonda in un abisso di dolore dopo aver visto fallire il suo rapporto d’amore. Una vera e propria confessione di ciò che è capace di fare una donna delusa, ma soprattutto un ritratto amaro e ironico di una donna che, pur indipendente ed emancipata, non riesce a sentirsi veramente “donna” da sola. Un libro molto breve, solo 156 pagine, che però è stato venduto già in Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e America latina, mentre in Italia Pietro Valsecchi con la sua Taodue Film ne ha acquistato i diritti cinematografici.



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