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Arriva la giapponese Line tra le dotcom quotate (bolla hitech dietro l’angolo?)

Se andasse in porto sarebbe la maggiore Ipo hi-tech del 2016. E potrebbe riportare in auge il tema delle dotcom, che negli ultimi mesi ha perso decisamente smalto. Si tratta di Line Corp, una app di messaggistica giapponese, che, con una valutazione di 5,5 miliardi di dollari, si quoterebbe a Tokyo e New York. Qualche dettaglio in più lo riporta Bloomberg: “Il più popolare servizio di messaggistica mobile giapponese sta cercando di raccogliere 113 miliardi di yen (circa un miliardo di euro) dalla vendita di azioni esistenti e di nuova emissione – scrivono i giornalisti dell’agenzia di stampa Usa – La forchetta del prezzo di Ipo sarà resa nota il 27 giugno e il prezzo finale sarà pubblicato l’11 luglio, come dichiara la compagnia”.

ESPANSIONE IN USA
La società, che ha base a Tokyo, appartiene al portale di ricerca sud coreano Naver Corp, che sta pensando anche all’espansione nel lungo termine in Us Line, “la cui app ha debuttato nel 2011, ponendosi come pioniera nel business model di vendita di sticker digitali da condividere durante le sessioni di chat sul telefono mobile”. Le risorse raccolte con la quotazione daranno a Line, che vanta 218 milioni di utenti attivi mensili, maggiori risorse per affrontare la sfida con Messenger e WhatsApp di Facebook o della cinese WeChat. L’operazione è sottoscritta da Nomura, JPMorgan Chase & Co., Morgan Stanley e Goldman Sachs.

RITORNA LA FIDUCIA?
Nomi pesanti che testimoniano una rinnovata fiducia in un settore che in passato ha subito pesanti batoste, proprio a causa di valutazioni molto più elevate di quelle reali? Il mercato continua a essere scettico e il timore della bolla è sempre dietro l’angolo.
Lo dimostra un fatto eclatante che è sempre Bloomberg a rilevare: dall’inizio del 2016 si è quotata sul mercato Usa una sola società tech, facendo di questo l’anno “più povero di Ipo tecnologiche dal 2003, secondo Dealogic. A meno che non ci sia un cambiamento significativo nel mercato delle Ipo, ci vorranno anni prima che start-up di grande valore come Uber, Pinterest e SpaceX si affaccino alla Borsa”.

… O TIMORE DI BOLLA?
Alcune potrebbero fare una brutta fine molto prima che quel momento arrivi, anche perché l’industria tech non può restare in buona salute se gli investitori non riescono a guadagnare dagli investimenti effettuati. “Mentre molte start-up si accontentano di aspettare il momento giusto per quotarsi, non tutti i loro investitori si sentono così Zen”. Uno dei maggiori investitori specializzati, Fred Wilson, ha già invitato le società che hanno paura del listino con una sorta di ultimatum: “avete la responsabilità di darmi i miei soldi indietro prima o poi”. E questo avvertimento potrebbe diventare un mantra per le dotcom: o Borsa – al giusto valore – o morte.



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