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Perché i topi a Tor Bella Monaca non sono una notizia

Un video, girato in questi giorni da un gruppo di ragazzi di Tor Bella Monaca che filmano e contano, esterrefatti, il numero di roditori che sale di secondo in secondo fino ad arrivare alla ragguardevole cifra di 15,  è diventato ormai virale e sta circolando rapidamente su qualsiasi tipo di social network.
Ripreso, persino, da organi di stampa online e telegiornali regionali.
Subito, dunque, la stampa e l’informazione tutta s’accorge che Tor Bella Monaca è inserita in un turbinìo apparentemente senza soluzione di degrado, disagio, sporcizia e spaccio, ovviamente, come hanno testimoniato le massicce operazioni e gli arresti delle ultime settimane.
In realtà, c’è poco da stupirsi di tutto questo, del degrado e delle situazioni terrifiche portate in dote dalla periferia del quadrante est di Roma: non c’è da rimanere basiti nei confronti delle colonie di topi che infestano il municipio VI in lungo e in largo.
La questione, infatti, non si limita a Torbellamonaca.
Molto spesso si tende ad identificare un municipio decisamente vasto come può essere la VI Municipalità di Roma (ad oggi la dodicesima città d’Italia coi suoi 290 mila abitanti censiti) con un quartiere rappresentativo della realtà presa in esame, tuttavia Tor Bella Monaca è solo una delle situazioni di degrado che può essere presa in esame nell’ambito del Municipio delle Torri. Segnalazioni simili, infatti, aumentano (o meglio, non sono mai cessate) tra i gruppi di cittadini creati su Facebook (pratica sempre più in voga in qualsiasi agglomerato urbano) a Ponte di Nona, Torre Maura, Colle degli Abeti, Borghesiana, Torre Angela, Corcolle, Castelverde etc etc.
Andrea Segre, nel docufilm chiamato ‘Magari le cose cambiano’ sulla situazione di Ponte di Nona, aveva raccolto le voci degli abitanti: una giovane residente diceva che Ponte di Nona s’era rapidamente rivelata la seconda Torbellamonaca, che era a sua volta la seconda Centocelle.
Situazioni cicliche di subalternità urbano-metropolitana al volere dei palazzinari, che sono arrivati fino a 27 chilometri dal Centro Città con fin troppa avidità, che si riproducono sostanzialmente identiche, e senza apparenti soluzioni.
Tempo fa, ormai molto tempo addietrodiversi studi sul benessere e qualità della vita di Roma e dei suoi municipi, compreso quello redatto dall’Università Roma Tre, consegnavano un quadro indecoroso del municipio (che allora si chiamava ottavo): per ogni residente censito si calcolava la presenza di due roditori, su tutta Roma la proporzione saliva a uno su tre.

Il punto è che parlare di Torbellamonaca invasa dai topi l’11 luglio 2016 fa notizia perché la grande stampa non trova altre fonti o altri spunti per intrattenere più che informare i cittadini: la periferia fa notizia per ultima, quando la situazione è già allo stremo da diverso tempo, quando è già parzialmente irrecuperabile.
Tor Bella Monaca, come gli altri quartieri prima menzionati, versa in uno stato di profonda crisi tutto l’anno, non solo nel periodo estivo quando servono ‘buchi da tappare’ nel palinsesto o nell’impaginazione di un quotidiano: lo stato di eccezione presente sulla città, in cui tutto sembra dover crollare da un momento all’altro, è funzionale a mantenere intatto il disagio di queste periferie che non trovano sbocco alcuno se non nel continuo accartocciarsi su se stesse, in un moto continuo che non fa altro che peggiorare la propria situazione.

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