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Ecco come lo Stato Islamico ha rivendicato l’attentato di Nizza

Si è fatto attendere, ma alla fine è arrivato. Lo Stato Islamico ha rivendicato la strage di Nizza. Secondo quanto riporta Site Intelligence Group – che monitora le attività jihadiste sul web –  Is avrebbe diffuso un comunicato attraverso i canali della sua propaganda attribuendo alla sua organizzazine la paternità del massacro del 14 luglio scorso.

LA RIVENDICAZIONE DIFFUSA TRAMITE AGENZIA E RADIO

Dopo aver fatto sapere tramite l’Amaq News Agency che, «secondo fonti interne», l’autore della strage sulla Promenade des Anglais sarebbe stato «uno dei soldati dello Stato islamico», Daesh ha diramato la notizia tramite il notiziario dell’emittente radiofonica Bayan Radio aggiungendo un nuovo avvertimento: i “Crusader states” non sono al sicuro dai propri combattenti.

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NESSUN COORDINAMENTO DIRETTO CON IS

Secondo Rita Katz, direttore di Site, il fatto che la rivendicazione sia giunta con così tante ore di ritardo e citando fonti interne dimostrerebbe come l’attacco non sia stato coordinato direttamente dallo Stato Islamico. Stando all’analisi condotta dalla Katz la rivendicazione di Nizza sarebbe molto simile nel linguaggio a quelle di Magnanville e Orlando. Il che rafforzerebbe la tesi per cui Mohamed Lahouaiej Bouhlel fosse un “lupo solitario”.

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UN NUOVO MODO DI COMMETTERE OMICIDI DI MASSA

Secondo Le Figaro, con questa rivendicazione l’organizzazione jihadista si vanta di aver messo in campo, attraverso un suo soldato, una procedura “nuova” di commettere omicidi di massa, ovvero utilizzando un peso massimo guidato in mezzo alla folla. Il quotidiano francese spiega, attraverso l’analisi della giornalista Carlone Piquet, che l’attacco rappresenta «la risposta alle richieste da parte dello Stato Islamico di colpire i paesi che formano la coalizione» anti-jihadista in Iraq e la Siria.

LE POSIZIONI (DISCORDANTI) DEL GOVERNO FRANCESE SULLA MATRICE DELLA STRAGE

Dietro l’azione assassina di Bouhlel, insomma, ci sarebbe la longa manus dello Stato Islamico, su cui il governo francese non si era espresso in modo unanime, manifestando nella giornata di venerdì la netta divergenza di vedute tra il premier Manuel Valls e il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve. Con il primo a dire che la strage era «senza dubbio collegata, in un modo o nell’altro, all’islamismo radicale». E il secondo rispondere in maniera netta «no» durante un’intervista rilasciata a TF1: «Siete in grado di affermare che l’attentatore è legato all’Islam radicale?».

IL RISULTATO DI APPELLI PERMANENTI ALL’ASSASSINIO DI INFEDELI

François Molins, capo della Procura antiterrorismo di Parigi, prima della rivendicazione dello Stato Islamico aveva concluso che quanto accaduto a Nizza si configura esattamente come conseguenza degli «appelli permanenti all’assassinio degli infedeli» che la propaganda jihadista invia ai musulmani in tutto il mondo. Anche perché, come è stato più volte ripetuto dalle autorità francesi in queste ore, Bouhlel «non aveva mai manifestato segnali di radicalizzazione ed era del tutto ignoto ai servizi segreti francesi».

SCARSITÀ DI PROVE CHE LEGHEREBBERO L’ATTENTATORE A DAESH

Anche a rivendicazione avvenuta, risulta difficile ricostruire i pezzi del puzzle. Anche perché, come scrive Le Figaro, riportando fonti vicine alle indagini, al momento gli inquirenti non hanno trovato prove concrete che l’attentatore avesse giurato fedeltà a Daesh, come richiede il “codice d’onore” di Is prima di morire da martiri. Per Le Monde, dall’ispezione su telefoni e computer ritrovati a casa di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, non sarebbe emerso «alcun elemento relativo a un suo interesse per il jihad». Soltanto contatti comuni con Omar Diaby, jihadista originario di Nizza ma legato ai qaedisti del fronte Al Nusra e non allo Stato Islamico.

Intanto, l’indagine in corso ha portato al fermo di quattro uomini facenti parte dell’entourage di Bouhlel. La loro identità non è stata rivelata, si sa solo che sono stati interrogati nelle scorse ore. Le loro deposizioni potrebbero alterare, ma anche confermare, questo quadro al momento – comunque – molto confuso.


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