L’appuntamento con Draghi oggi si annuncia senza squilli di tromba.
E’ presto per valutare gli impatti della Brexit e, comunque, il mood ha abbandonato i toni allarmistici del giorno dopo, rassegnadosi a un processo lunghissimo (la May ha rinviato l’attivazione dell’articolo 50 all’anno prossimo a quanto pare).
Le parti più rilevanti delle misure varate a marzo sono entrate in vigore da poco più di un mese e ulteriori misure sarebbero premature.
Ovviamente, il tono sarà assai cauto e accomodante, e la conference potrebbe contenere indizi sulle opzioni da percorrere nel caso servisse erogare altro easing. In particolare, il mercato terrà le orecchie dritte sulla possibilità di modifiche alle proporzioni del programma di acquisti, in linea con le indiscrezioni emerse settimane fa sulla Capital Key.
Volesse essere particolarmente proattivo, Draghi potrebbe indicare delle soglie o condizioni alle quali legare un azione a settembre. La pubblicazione, in quell’occasione, delle staff projections gli offre la possibilità di replicare uno schema già usato più di una volta.