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Una polizza contro le catastrofi naturali? Idee, numeri e commenti

Di Michele Arnese e Valeria Covato
delrio, appalti

C’è chi spinge, chi traccheggia e chi è contrario. Torna in auge dopo il sisma che ha sconvolto il centro Italia l’ipotesi di una polizza obbligatoria contro le catastrofi naturali. A discutere non sono solo gli addetti ai lavori, come le compagnie assicurative o i proprietari di immobili, ma anche la politica dibatte del tema anche se dal governo non arrivano segnali favorevoli al progetto. Ecco tutti i dettagli di attualità e gli approfondimenti che Formiche.net sta da tempo dedicando al tema. Mentre emerge un paradosso, come ha rimarcato il ministro Graziano Delrio: l’indetraibilità fiscale delle polizze volontarie contro le catastrofi naturali.

IL CONTESTO

Il terremoto che ha colpito l’Italia centrale la notte del 24 agosto ha fatto riaffiorare nella comunità scientifica e politica il dibattito sulle cause delle calamità naturali e sulle ipotesi per gestire e contenere i loro effetti. Tra queste, quelle di introdurre una polizza assicurativa sulla casa, di cui più volte si è discusso nel nostro paese senza mai trovare una concreta attuazione. Una misura, ricorda l’Ania, l’associazione che riunisce le compagnie assicurative, adottata invece da altri paesi europei come Belgio, Danimarca, Spagna, Ungheria, Francia, e Gran Bretagna e Turchia, seppur secondo modelli differenti (qui un approfondimento di Formiche.net).
Ma all’indomani del terremoto che ha provocato la morte di oltre 250 persone tra Amatrice, Accumoli e Pescara del Tronto, l’idea di risolvere la problematica dei disastri ambientali con un meccanismo assicurativo non trova tutti d’accordo.

LE PAROLE DI DELRIO
L’ipotesi di rendere obbligatoria l’assicurazione della casa contro il rischio sismico “era stata valutata quando abbiamo discusso la riforma della Protezione civile. Ma poi è stata scartata e sono contento così”, ha detto il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera giudicando “un paradosso” il fatto che chi stipula un’assicurazione su base volontaria non può nemmeno scaricarla dalle tasse.

Il vero obiettivo per Delrio è però “rafforzare gli sconti fiscali per chi fa interventi di ristrutturazione anti sismica”, meccanismo già in atto ma che non funziona ancora nei condomini: “Devono essere tutti d’accordo, alcuni non se lo possono permettere, altri non pagano le tasse perché hanno un reddito basso e quindi non sono interessati a uno sconto fiscale. Troveremo un meccanismo semplice per aiutare le famiglie a fare questo passo”, ha spiegato il ministro alle Infrastrutture.

DA MONTI A RENZI: COSA HANNO FATTO I GOVERNI

Dalla riforma della Protezione civile in poi, varata poco prima del terremoto in Emilia Romagna del Maggio 2012 dal governo di Mario Monti, lo Stato in caso di terremoto, alluvione o altra catastrofe naturale, non paga più i danni ai cittadini, lasciandoli però liberi di tutelarsi oppure no, tranne che nel caso di dichiarazione di “stato di emergenza” ed esclusivamente per i primi 60 giorni. Il governo Monti aveva previsto nella bozza del decreto legislativo 59/2012 (riforma della Protezione civile) un regime di assicurazione obbligatoria per gli edifici privati, ma tale previsione è stata però poi cancellata dal testo definitivo della norma durante l’esame parlamentare.
A novembre 2014, il governo Renzi è tornato sul tema subito dopo le alluvioni che hanno colpito la Liguria e il Nord Italia. Fu l’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Delrio, ad annunciare che il governo stava “valutando l’ipotesi di introdurre l’assicurazione obbligatoria per soggetti pubblici e privati contro le calamità naturali”.
Tra le ipotesi del governo al vaglio del Ministero delle Infrastrutture retto all’epoca da Maurizio Lupi vi era quella di permettere ai proprietari di case o i titolari di negozi che abbiano una polizza assicurativa legata a danni di natura e ambientale di scaricare il costo o una parte dell’intero costo dalla dichiarazione dei redditi.

LA PROPOSTA DI BRUNETTA

Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, ha lanciato ieri in rete una proposta: introdurre l’assicurazione anti calamità nella prossima legge di stabilità. Per Brunetta i tempi sono maturi e lo Stato non può ancora “accollarsi il costo delle catastrofi”: “Se il danno lo paga lo Stato, si deresponsabilizzano i soggetti che devono cooperare per tutelare la sicurezza dei cittadini. Possiamo giungere ad una conclusione: se la copertura del danno è scaricata sullo Stato, non avremo alcuna possibilità di creare i necessari incentivi per una politica di ‘responsabilità territoriale’”, ha dichiarato Brunetta ricordando su Twitter che la sua battaglia per introdurre l’obbligo della polizza è iniziata nel 2004.

LA DETRAZIONE DALLE TASSE

Anche Piercamillo Falasca, direttore editoriale della rivista Strade vicina al sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, ha riproposto il tema già affrontato nel 2009 con l’Istituto Bruno Leoni: l’introduzione di una “RC Casa, un’assicurazione obbligatoria sulla casa che copra – tra gli altri rischi – anche quelli dei grandi disastri naturali”, e perché no “completamente detraibile dalle tasse”, ha commentato Falasca.

L’IDEA DEL RICERCATORE DEL CNR

Per Antonio Coviello, ricercatore dell’Istituto di ricerche sulle attività terziarie (Irat) del Cnr e autore del libro “Calamità naturali e coperture assicurative”, il settore assicurativo è il candidato principale per la gestione dei rischi cui sono esposte le famiglie e le imprese, e per la liquidazione dei danni. L’idea di Coviello? “Attivare una partnership pubblica e privata che preveda una franchigia minima a carico dell’assicurato (a seconda del rischio della zona), una copertura assicurativa a carico del proprietario e un sistema di riassicurazione pubblico anche a livello internazionale che permetterebbe, in caso di calamità particolarmente catastrofiche, di moderare l’intervento dello Stato, secondo il sistema in uso in molti paesi europei”, ha spiegato ricordando che secondo i dati delle compagnie assicuratrici, delle abitazioni a rischio, ad oggi, solo l’1,65% risulta assicurato, per una stima del valore di 85 miliardi di euro.

LA STRADA DA SEGUIRE SECONDO CONFEDILIZIA

Confedilizia, invece, ritiene che la strada da seguire “sia quella delle politiche di incentivazione, soprattutto fiscale, degli interventi per la tutela del patrimonio immobiliare e per la prevenzione dei danni da calamità”, ha spiegato ieri il presidente Giorgio Spaziani Testa. Quello che non serve invece secondo Confedilizia – e che, anzi, porterebbe danni – è “ipotizzare obblighi generalizzati di intervento o di redazione di improbabili certificati ovvero riesumare proposte bocciate dalla storia: come quella di un obbligo assicurativo, contrastata anche dall’Antitrust, o quella del fascicolo del fabbricato, libretto cartaceo dichiarato illegittimo dai giudici di ogni ordine e grado e avversato anche dal Governo Renzi, che ha tempo fa impugnato una legge regionale in tal senso, poi ritirata dalla Regione che l’aveva varata”, ha dichiarato Spaziani Testa.

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