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Perché Donald Trump a sorpresa è andato in Messico

Donald Trump

Giornata chiave nella campagna elettorale di Donald Trump sul tema dell’immigrazione: il magnate farà un viaggio a sorpresa in Messico per incontrare il presidente Enrique Pena Nieto, poche ore prima di pronunciare in Arizona un discorso molto atteso, in cui potrebbe ammorbidire le posizioni sull’espulsione dei migranti senza documenti.

Intanto, Trump risale un po’ nei sondaggi, pur rimanendo sempre dietro la candidata democratica Hillary Clinton. Segno che forse il momento più difficile della sua campagna è stato superato, mentre i ritorni di fiamma delle polemiche che coinvolgono l’ex first lady, come emailgate, strage di Bengasi, Fondazione di famiglia, hanno lasciato qualche traccia.

Il candidato repubblicano ha annunciato su Twitter di essere “molta impaziente” d’incontrare il capo dello Stato messicano, che ha invitato a un incontro in Messico entrambi i candidati.

Lo staff di Pena Nieto ha comunicato sempre con un tweet che il presidente e Trump si vedranno “privatamente”. Il candidato repubblicano ha fatto della deportazione degli immigrati irregolari, calcolati in 11 milioni, e della proposta di alzare il muro lungo il confine con il Messico – e dove non c’è di costruirlo – un punto nodale della sua campagna, che aveva iniziato con accuse e insulti generalizzati ai latino-americani, specie ai messicani.

Pena Nieto è stato fortemente critico delle posizioni di Trump, specie dell’insistenza che il Messico contribuisca finanziariamente all’innalzamento del muro lungo il confine.

I sondaggi segnalano che Trump ha un po’ ridotto il distacco dalla Clinton, andato ampliandosi dopo le convention tra fine luglio e metà agosto. Per la Monmouth University, Hillary ha il 46 per cento delle intenzioni di voto, Trump il 36 per cento – un mese fa erano rispettivamente al 50 e al 37 per cento – .

Per Nbc News – SurveyMonkey, Hillary è al 48 per cento, Trump al 42 per cento – una settimana fa, il margine qui era di 8 punti – . Se la scelta offerta agli elettori si allarga ad altri candidati, il vantaggio di Hillary cala: 41 a 37 per cento, con l’11 per cento al libertario Gary Johnson e il 5% alla verde Jill Stein.

(post tratto dal blog di Giampiero Gramaglia)


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