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Il Welfare aziendale per rilanciare l’economia

In questo periodo dell’anno, il dibattito politico è concentrato sulla manovra di Bilancio e sulle politiche di rilancio della crescita per il 2017. Quest’anno non fa eccezione. Il panorama in cui gli Stati europei si trovano a discutere è complicato, complice la vicenda Brexit, il tema dell’accoglienza rifugiati e, soprattutto, la crisi economica, che nel nostro Paese ha significato bassi livelli di crescita (dato Istat).

Per quanto riguarda l’Italia, si aprono diverse prospettive di investimento, dal sostegno alle politiche sociali agli incentivi per il rilancio della produttività. Una delle strade per il rilancio del Paese è l’aumento di consumi attraverso interventi che influiscano sull’aumento del potere d’acquisto dei cittadini.

Un aumento della spesa per il sociale può andare a braccetto con sgravi per le imprese, in particolare piccole e medie. In questo contesto un’idea interessante sarebbe quella di destinare gli investimenti all’innalzamento della soglia di detassazione dei premi di risultato che coinvolga anche lavoratori con fasce di reddito più alte (si veda Il Sole 24 Ore del 18 agosto).

La Legge di stabilità 2016 è stato un buon banco di prova per il welfare aziendale: l’azzeramento dei costi per la distribuzione dei premi produttività sotto forma di servizi di welfare aziendale sembra aver accolto il favore di imprese, lavoratori e sindacati e ha consentito ai destinatari delle politiche di welfare di ottenere un reddito alternativo da poter utilizzare per il benessere personale e della propria famiglia.

Proprio di questo si discuterà all’evento “WelFare che fare”, in programma il prossimo 20 settembre a Milano, in cui saranno presentati in anteprima i risultati della ricerca condotta sul campione di 1800 HR Manager e Professional del network AIDP Nuove opportunità di welfare aziendale, condotta dal professor Luca Pesenti, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in collaborazione con la società Welfare Company (QUI! Group).

Guardando ai dati diffusi dal ministero del Lavoro e relativi al deposito degli accordi sindacali per l’applicazione del beneficio della detassazione, sembra chiaro il favore delle aziende: sono oltre 13mila gli accordi già depositati per consentire la detassazione dei premi di risultato (di questi, 3000 relativi al 2016).

Credo che per la crescita del nostro Paese sia importante puntare sulla produttività e facendo leva su quel bisogno di meritocrazia sempre più diffuso in questa Italia europea. Dal canto loro, le imprese, per accrescere la produttività devono dimostrare di essere disposte a investire in ricerca e sviluppo e sul benessere dei propri dipendenti. Perché i migliori talenti scelgono le aziende che sanno investire in un welfare aziendale efficace, in grado di valorizzare il dipendente dentro e fuori l’azienda. Questo anche le piccole e medie aziende italiane, iniziano a capirlo.

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