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Un altro giornalista anti-Putin morto misteriosamente in Ucraina

Alexander Shchetinin, fondatore di Novy Region e noto giornalista che ha spesso preso posizioni critiche sul presidente russo Vladimir Putin (“un nemico personale” lo aveva definito), è stato trovato morto, quattro giorni fa (il giorno del suo compleanno), nell’appartamento del quartiere Podol di Kiev in cui viveva. Due amici con cui aveva appuntamento per festeggiare lo hanno trovato ancora seduto su una sedia, con un colpo di pistola alla testa. A fianco al corpo esanime, rinvenuto dalle autorità intorno alla mezzanotte (si suppone che la morte sia avvenuta qualche ora prima), l’arma e un biglietto in cui annunciava il suicidio.

I media ucraini dicono che la porta dell’appartamento era bloccata e ci sarebbe anche una mail inviata ai suoi cari con cui avrebbe dichiarato le proprie intenzioni suicide, ma di questa i due amici con cui doveva festeggiare il compleanno non ne sapevano niente. Il Telegraph riporta che il capo della polizia di Kiev Andrey Kryschenko, ha comunque dichiarato che finché non ci saranno prove più stringenti, il caso è trattato anche come omicidio, connesso alle attività professionali del giornalista.

La prima Novy Region fu fondata da Shchetinin nel 1998, ed era l’agenzia stampa degli Urali. Nel 2014 il giornalista ha abbandonato il suo lavoro in aperta polemica contro le pressioni russe sui suoi collaboratori nell’ambito della crisi ucraina, e ha aperto a Kiev (dove viveva dal 2005) un altro sito con lo stesso nome. Ha definito il governo di Putin “una dittatura fascista” e nelle sue inchieste ha accusato Petro Poroshenko, l’imprenditore diventato a giugno del 2014 presidente ucraino, di corruzione. La sua attività si concentrava nello scovare, giornalisticamente, le magagne del potere.

La morte di Shchetinin non sarebbe tanto sospetta se non seguisse di appena un mese un’altra uccisione misteriosa avvenuta sempre a Kiev: il 20 luglio un’auto con alla guida Pavel Sheremet, “giornalista pionieristico e aperto critico delle leadership in Bielorussia, Russia eUcraina” come lo ha definito il Guardian, è saltata in aria ad un incrocio di una strada di Kiev. Mezzo chilo di TNT è stato fatto brillare da una carica a distanza, e inutili sono stati i tentativi dei passanti di tirarlo fuori dalla Subaru in fiamme il giornalista. L’auto era intesta alla moglie, Olena Prytula, proprietaria del sito di notizie Ukrainan Pravda in cui Shermet lavorava; il fondatore del sito, Georgiy Gongadze, è stato ucciso (decapitato) 16 anni fa, e la sua morte atroce fu uno dei “la” per la Rivoluzione Arancione in Ucraina. Aperto sostenitore del movimento europeista che nel 2014 si opponeva all’allora presidente Victor Yanucovich, Sheremet aveva vinto il Committee to Protect Journalists, premio per libertà di stampa e quello per il giornalismo e la democrazia in Europa assegnato dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in (OSCE). Michael McFaul, ex ambasciatore americano in Ucraina, su Twitter aveva accolto la notizia con tristezza, perché Sheremet era univocamente considerato uno dei simboli della libertà d’espressione nel paese.

Dunja Mijatović, rappresentante OSCE per la libertà dei media, ha chiesto alle autorità ucraine di svolgere un’indagine approfondita sulla morte di Shchetinin, anche in connessione dell’assassinio del suo collega avvenuto un mese fa. L’Organizzazione è molto attiva in Ucraina e fin dai primi mesi della guerra sta lavorando nel deconflicting e per il mantenimento degli accordi di Minsk, l’intesa assolutamente traballante su cui si basa il flebile cessate il fuoco tra governo centrale e separatisti filorussi e che dovrebbe essere il trampolino per un più ampio processo di pace. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, ha detto in un’intervista a Sputnik che la situazione sulla sicurezza dei giornalisti in Ucraina “sta diventando preoccupante” ed è colpa dell'”inazione delle organizzazioni internazionali specializzate” riferendosi con ogni probabilità all’Osce, che Mosca considera un’istituzione rivale.

 

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