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Prove tecniche di nuovo governo in Spagna

Mariano Rajoy - Imagoeconomica

Lo stallo politico della Spagna comincia a preoccupare i cittadini. Secondo un sondaggio del Centro di Ricerche Sociologiche (Cis), il vuoto di governo è diventato uno dei problemi principali degli spagnoli. Alla lista di preoccupazioni formata da disoccupazione, corruzione, crisi economica, sanità e istruzione, ora si aggiunge la mancanza di un esecutivo. Qui il rapporto dello studio del Cis.

CAOS NEL PSOE

La situazione è tutt’altro che vicina a una soluzione. Dopo la rinuncia di Pedro Sánchez alla guida del Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe), indotte dalle dimissioni di 17 membri della direzione del partito, sembrava che i socialisti fossero inclini all’astensione nel prossimo dibattito di investitura. In questo modo avrebbero favorito la nomina di Mariano Rajoy per formare un governo e non costringere il Paese a terze elezioni a dicembre.

Javier Fernández, presidente della Commissione di Gestione del Psoe dal 1 ottobre, ha detto che il partito “potrebbe consentire o no l’investitura […] è un’ipotesi che dobbiamo discutere, ma nessun modo porterà stabilità. Dovranno guadagnarsela, giorno per giorno”. Cioè, i socialisti sarebbero disposti a contribuire all’investitura di Rajoy come premier però faranno resistenza al nuovo governo.

LA PASSIVITÀ DI RAJOY

Rajoy, invece, è impassibile: ha detto che non porrà alcuna condizione al Psoe per negoziare l’investitura. Basta che si fa un governo e non si voti il giorno di Natale. Il portavoce del Pp, Rafael Hernando Fraile, ha accennato ad alcune condizioni. Aveva detto il giorno prima che non sarebbe bastata un’astensione tecnica di 11 deputati del Psoe: “Che l’astensione non sia solo strategica ma utile per i cittadini. Non si tratta di fare un governo qualsiasi. Bisogna fare un governo che duri più di un giorno e possa governare”.

LA RIBELLIONE DEI SOCIALISTI

Non è scontato che i deputati socialisti seguano gli ordini della direzione. Il vertice del partito potrebbe indicare l’astensione, ma ogni parlamentare è libero di esprimere il proprio voto. Il deputato Susana Sumelzo, simpatizzante dell’ex segretario generale Sánchez, ha già detto che voterà contro. “Non mi asterrò e non aiuterò con il mio voto un altro governo del Pp, anche se lo ordina il Comitato federale”, ha detto al sito El Confidencial. Margarita Robles, Odón Elorza e Rafael Simancas condividono la posizione contro Fernández.

GUERRA INTERNA DI PODEMOS

Intanto tra i grillini spagnoli di Podemos continuano gli attriti. Il partito è diviso in due gruppi: quello più populista del fondatore e segretario Pablo Iglesias e quello più trasversale del segretario politico Íñigo Errejón (qui i dettagli). Podemos non è riuscito a superare il Psoe nelle ultime elezioni del 26 giugno. Continua però a salire nei sondaggi, dopo la crisi interna dei socialisti. “Per convincere altri dobbiamo somigliare sempre di più alla società o continuare a cercare di cambiare questa società? Penso che dobbiamo scommettere per la seconda opzione e difendere un Podemos che non sia ‘società media’. Corriamo il rischio di imitare chi ci vuole abbattere. Dobbiamo continuare a ‘podemizzare’ chi ci circonda”, ha detto Iglesias al quotidiano El Pais. Molto probabilmente, il partito tornerà alle origini: più combattivo e meno amabile.

IL TEMPO SCORRE

D’altro canto, Ciudadanos si propone come l’arbitro per un patto tra Pp e Psoe e contribuire così ad evitare terze elezioni. Il partito ha messo a disposizione i seggi e l’accordo siglato con il Pp, che coincide in 100 punti con quello firmato con il Psoe. Per Albert Rivera, leader di Ciudadanos, non ci sono scuse per rimandare l’investitura di Rajoy. “Si è dimesso il segretario generale del Psoe, che altro deve succedere?”, ha detto al quotidiano La Vanguardia.

Il tempo scorre. Restano 25 giorni per trovare una soluzione ed evitare la convocazione automatica delle elezioni (il 25 dicembre). “Siamo tutti colpevoli, abbiamo quasi commesso un delitto di silenzio – ha dichiarato Fernández –. In questo breve tempo dobbiamo comprimere un dibattito che non abbiamo fatto in molto tempo […] Non voglio arrivare a terze elezioni, ma non voglio nemmeno che il Psoe sia indicato come il responsabile se dovessero esserci”.

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