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Intesa Sanpaolo, Unicredit, Carige, ecco l’effetto Banca Etruria sui costi

Di Michele Arnese e Valeria Covato
npl

Effetto Etruria sulle altre banche? Effetto salvataggio bancario sui conti degli istituti di credito italiani? La risposta è parzialmente positiva secondo quanto emerge da un report riservato redatto da un centro studi di una società di consulenza strategica e giunto sulle scrivanie dei maggiori banchieri italiani.

POLEMICHE E CONTI

Dopo le polemiche sull’incremento dei costi di tenuta dei conti correnti da parte di alcune banche italiane, in particolare Ubi e Banco Popolare, effettuato per sopperire al salvataggio delle 4 banche andate in risoluzione (Banca Etruria, Banca Marche, Cari Ferrara e Cari Chieti), emerge anche l’incremento dei costi operativi, attribuibile, secondo il report, in parte proprio ai contributi versati al Fondo di risoluzione nazionale e al Fondo interbancario di tutela dei depositi.

REDDITIVITÀ

Le analisi dei ricercatori della società di consulenza strategica sono state effettuate su un campione di 12 banche vigilate dalla Bce più il Credito Valtellinese. Dal rapporto riservato si rileva che “la redditività del patrimonio netto nel primo semestre 2016 è positiva (0,8%) ma in riduzione rispetto al primo semestre dell’esercizio precedente. L’utile netto aggregato dei 13 gruppi è stato pari a 1,3 miliardi di euro in calo rispetto ai primi sei mesi del 2015 (2,9 miliardi), anche a seguito della contabilizzazione da parte di alcuni gruppi, di poste negative non ricorrenti”.

COSTI

“Nell’ambito della gestione ordinaria – secondo il centro studi – hanno influito il calo del margine d’intermediazione (-4,4% aggregato), frutto della riduzione di tutte le sue principali fonti (margine di interesse, commissioni nette, e risultato della negoziazione); l’incremento dei costi operativi, in parte attribuibile ai contributi versati al Fondo di risoluzione nazionale, al Fondo interbancario di tutela dei depositi, e al canone Dta; l’incremento delle rettifiche nette sui crediti condizionato da livelli eccezionalmente elevati di alcuni operatori”.

MARGINI

“Anche i gruppi dei principali Paesi Eu – fanno notare gli esperti – hanno ridotto il margine d’intermediazione, generalmente per la flessione dei ricavi da trading. Solo in Germania la riduzione dei ricavi è stata parzialmente bilanciata da una contrazione dei costi operativi. Solo in Francia l’utile semestrale è migliorato rispetto al primo semestre 2015 grazie alla gestione non ricorrente”.

CREDITI

Gli esperti evidenziano un aumento dei volumi di crediti a clientela dell’1,4% rispetto a dicembre. “In particolare – si legge sullo studio – sono in crescita per i grandi (+2,1%) trainati da Intesa Sanpaolo e Unicredit e in contrazione per i gruppi medi (-2,1%) per le flessioni più severe registrate da Banca Popolare di Vicenza, Carige e Veneto Banca.

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