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Così Google lavorerà con il governo italiano per il digitale. Parla Caroline Atkinson

Portare la tecnologia a tutti: è questa, semplicemente questa, la missione di Google nelle parole di Caroline Atkinson, VP Global Policy del colosso americano, intervenuta ieri durante l’Android Innovation Day a Roma. “In Italia ci sono ancora persone che non accedono alla banda larga fissa, imprese che non sono digitalizzate. E nel mondo ci sono Paesi dove la connettività quasi non esiste. Ma noi sappiamo che è possibile rendere la tecnologia accessibile a tutti, in modo facile, veloce”. Google è qui per questo.

LA MISSIONE DI GOOGLE (E DELLA SUA PUBLIC POLICY)

La nomina della Atkinson in Google ha un peso rilevante. Caroline Atkinson è una ex della Casa Bianca, dove è stata consulente di Barack Obama per le politiche di sicurezza. Molti hanno letto la sua nomina come la traduzione della precisa volontà di Google di accrescere la propria influenza “politica” su governi e regolatori occidentali che dibattono temi caldi come privacy, data sharing, antitrust e in cui Google si trova immancabilmente nell’occhio del ciclone, se non altro per le dimensioni della sua presenza di mercato. Non a caso anche Richard Turner, Director Android Partnership Latam-Emea, nel suo intervento all’Android Innovation Day ha tenuto a dimostrare che chi ha uno smartphone Android e non gradisce le app Google preinstallate può toglierle e sostituirle con app di suo gradimento (per esempio un motore di ricerca concorrente) in pochi secondi.

“Lavorare per Google e il mondo della tecnologia e dell’innovazione è una ventata di ottimismo”, ha detto la Atkinson. “La tecnologia ci dà speranza, porta crescita, crea posti di lavoro. E quello che Google vuole fare è semplicemente rendere le informazioni accessibili in un modo che sia utile per tutti, che permetta a tutte le persone di godere dei benefici della tecnologia. E vogliamo farlo insieme a tutti voi”.

COSA PENSA E CREDE GOOGLE A PROPOSITO DELL’ITALIA

Un messaggio chiaro dalla top manager che oggi guida le politiche pubbliche globali del colosso di Mountain View perché equivale a dire: non siamo il monopolista che distrugge il mercato risucchiando o schiacciando i concorrenti, ma diamo strumenti per crescere ai singoli individui, alle imprese, ai governi. “L’Italia è famosa per la sua inventività e creatività”, ha detto la Atkinson. “Ed è nota per il suo tessuto di piccole imprese e la qualità della sua produzione manifatturiera e artigianale. Oggi queste imprese possono beneficiare delle tecnologie open source che eliminano le barriere d’ingresso sui mercati. Non vi serve altro che la connessione su banda larga”. La Atkinson ha proseguito: “Forse non tutti gli imprenditori italiani sono pronti a pensare in digitale. Ma hanno da sempre una forte vocazione all’export e Google vuole lavorare col governo italiano per favorire il cambio di mentalità e la diffusione del digitale. Per noi l’Italia è pronta a usare il tipo di tecnologie che Google sviluppa”.

IL BRAND ITALIA VISTO DA VACCARONO

“Google vuole portare l’Italia a pieno titolo nell’economia digitale e aiutare le imprese italiane a sfruttare tutti i vantaggi di Industria 4.0”, ha ribadito Fabio Vaccarono, managing director Google Italy. “L’Italia è la seconda potenza manifatturiera europea ed è capace di produrre tutto, in ogni settore, con qualità e con un elemento oggi più che mai importante: la personalizzazione del prodotto. L’Italia ha un brand di valore, il Made in Italy, e il digitale è una grande opportunità per le imprese italiane per crescere e potenziare la loro vocazione all’export”. Non importa se le imprese sono piccole, perché gli strumenti tecnologici come Android danno tutto ciò che serve per conquistare mercati, ha proseguito Vaccarono: “Nel mondo globalizzato le cosiddette nicchie sono spazi da centinaia di milioni di utenti. E oggi la globalizzazione non è più questione di grandi volumi e prezzi stracciati: oggi si fa con prodotti eccellenti e non copiabili e il Made in Italy è in pole position. Il piano del governo italiano sul digitale è importante perché riconosce che il digitale non è un settore verticale, ma è tutta l’economia, e si basa su nuove tecnologie, nuova mentalità, nuove competenze”.

CHI C’ERA ALL’EVENTO

“L’innovazione aperta è il pilastro delle politiche italiane per il digitale”, ha ribadito Lorenzo Basso, deputato relatore Indagine conoscitiva Industria 4.0: “Oggi il Made in Italy unito all’innovazione digitale interoperabile è il modo con cui si fanno crescere e eccellere le nostre imprese”.

All’Android Innovation Day hanno ovviamente partecipato anche diverse imprese italiane che usano Android e prodotti come Google Cloud: Atooma, Ono, Datalogic, Tim, Clementoni hanno tutti spiegato come le piattaforme di Mountain View abbiano fornito strumenti per sviluppare soluzioni tecnologiche e far crescere il business. LVenture Group ha poi presentato il programma Android Factory 4.0”, realizzato in collaborazione con Luiss Enlabs e Google: servirà a stimolare la creazione di nuove start up che sfrutteranno le potenzialità del sistema operativo open source Android con l’obiettivo di diffondere il Made in Italy.

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