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Cosa si sono detti Merkel e Putin su Siria e Ucraina

Angela Merkel, François Hollande, Vladimir Putin e Petro Poroshenko si sono riuniti ieri, 19 ottobre, per cinque ore a Berlino, nel formato cosiddetto “Normandia a quattro” (appunto Germania, Francia, Russia e Ucraina), per parlare di Ucraina e di Siria. La riunione è stata accompagnata da una sospensione per otto ore dei bombardamenti su Aleppo e da grandi occhi sgranati dagli Stati Uniti, che già assistevano al dibattito Clinton-Trump e che erano assenti, perché non fanno parte del quartetto.

IL TIMING

Il 19 ottobre Putin doveva essere a Parigi a inaugurare una chiesa ortodossa, ma non era proprio il caso. Con Aleppo bombardata, compresi ospedali e convogli Onu, il presidente francese Hollande e il suo ministro degli esteri, Jean-Marc Ayrault hanno parlato esplicitamente di crimini contro l’umanità. Il riferimento era all’aviazione siriana e a quella russa, come Formiche ha raccontato. La data del 19 ottobre era però importante, perché il 20 e il 21 ottobre il Consiglio europeo deve decidere se e per quanto rinnovare le sanzioni alla Russia per l’invasione degli “omini verdi russi” in Ucraina. Anzi, il rischio per i russi è di vedere non solo rinnovate e per più tempo le sanzioni sull’Ucraina, ma anche di subire nuove sanzioni per i bombardamenti ad Aleppo. Politicamente poi è davvero grave, perché si disegna uno schema politico unificato di “contenimento” della Russia, dall’est al Medio Oriente, dal Baltico ad Aleppo.

L’ESCALATION VA AVANTI

Il quadro va però osservato nel suo insieme, e non focalizzato solo su Aleppo: molti altri eventi indicano l’escalation, con missili capaci di carica nucleare a Kaliningrad, missili S300 e S400 in Siria, la portaerei russa  Admiral Kuznetsov che sta circumnavigando l’Europa dal Baltico al Mediterraneo e persino (per il nostro cortile) 18 consiglieri regionali e rappresentanti italiani che chiedono dalla Crimea insieme a Lega e Fratelli d’Italia dalla Camera di levar le sanzioni alla Russia. Sono segnali di escalation prevalentemente russi,  se li si confronta con 140 soldati italiani da inviare nei Paesi baltici, corsi di formazione contro i cyber-attacchi a Kiev, e i tempi “medi” della Global Strategy di Mogherini e del piano di coordinamento Ue-Nato. Da parte russa, però le sanzioni comunque non piacciono, e scatta un segnale di ammorbidimento: in alternativa all’incontro di Parigi, annunciano il vertice sull’Ucraina in formato Normandia, lo stesso 19 ottobre, alla vigilia del Consiglio europeo del 20 ottobre. La Germania formula l’invito.

COSA SI È DETTO 

A Berlino, i quattro del formato Normandia avevano un lavoro già pronto, cioè la road map per attuare gli accordi di Minsk, i cui punti chiave sono da un lato il decentramento-elezioni nei territori del Donbass e dall’altro il ritiro di mezzi e “omini verdi” dai territori occupati. Secondo quanto emerso anche in conferenza stampa congiunta Merkel-Hollande – si dovrebbe vedere un più ampio ruolo dell’Osce, condizioni di sicurezza e di ri-controllo territoriale che permettano tra l’altro di pagare le pensioni, e un qualche ritorno o miglioramento della sovranità ucraina sul Donbass.

Per quanto Merkel abbia detto che Ucraina e Siria sono temi diversi, a Berlino si è anche parlato di una sospensione dei bombardamenti su Aleppo di 72 ore e oltre, forse con un corridoio umanitario.

COSA VUOL DIRE 

Berlino nel formato Normandia a 4 ha accreditato un Putin disposto a fare concessioni di pace. E’ brutto dirlo, ma da un punto di vista il metodo ricorda la conferenza di Monaco del 1938 e dall’altro sottolinea l’importanza di un canale di dialogo Europa-Russia che attutisca o fermi l’escalation est-ovest: ed è la visione promossa a Berlino. Ciò significa sia dare un po’ di fiato al pacifismo o ai filo-russi sia limitare le sanzioni su Aleppo a soli soggetti siriani e non ai soggetti russi in Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre. Sul prolungamento delle sanzioni alla Russia sull’Ucraina non sembra che invece ci saranno cambiamenti, se non di speranza.

In secondo luogo si (ri-)apre una pista sulla concreta attuazione degli accordi di Minsk, e sarà necessario vedere progressi operativi ma anche diplomatici, affidati in gran parte all’iniziativa dei ministri degli esteri Steinmeier e Ayrault, seduti in coppia tra il pubblico in conferenza stampa a Berlino nella notte del 19 ottobre.

In terzo luogo, bisognerà capire cosa pensano di questi avvenimenti gli Stati Uniti, che non erano a Berlino. E’ una partita importante, perché il formato Normandia a 4 (per il momento da intendersi come a motore franco-tedesco e non necessariamente UE) pare un’anticipazione della politica estera e di sicurezza europea sviluppata secondo un modello d’iniziativa propria, non strettamente integrata in uno schema occidentale e atlantico. Un modello che non sembra rientrare nell’accordo Nato-Ue di Varsavia dell’8 e 9 luglio.

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