Gli scandali e i tradimenti continuano a coinvolgere Hillary Clinton. Questa volta, però, non direttamente: la vicenda, un nuovo episodio dell’emailgate, riguarda Huma Abedin, il braccio destro dell’ex segretario di Stato, e l’ex marito Anthony Weiner, ma anche il server che tanti guai ha già provocato alla candidata del Partito democratico. A prima vista sembrerebbe una storia personale, di sesso e infedeltà, ma la realtà è che i suoi effetti potrebbero essere decisivi per l’appuntamento elettorale dell’8 novembre.
IL CASO
A poco più di una settimana dalle elezioni presidenziali, l’Fbi ha deciso di riaprire il caso perché sarebbero stati scoperti alcuni messaggi inviati da Abedin dai dispositivi elettronici di Weiner. Un dettaglio che mette di nuovo in discussione l’attenzione, la sicurezza e la discrezione dell’ex segretario di Stato nella gestione di materiale confidenziale e sensibile.
LA TEMPISTICA
“È strano che si pubblichi tutto questo, con poca informazione, poco prima delle elezioni”, ha detto Clinton durante un comizio in Florida. Il direttore dell’Fbi, James Comey, ha comunicato venerdì al Congresso americano che la polizia federale sta ancora indagando sulle email della Clinton. “Normalmente non diciamo nulla sulle inchieste in corso, ma in questo caso mi sono sentito obbligato a farlo perché si è detto molte volte negli ultimi mesi che avevamo finito di indagare e non è vero”, ha scritto Comey in un memorandum a Fox News.
Il New Yorker ha pubblicato in esclusiva una notizia sul rifiuto del dipartimento di Giustizia e del procuratore generale, Loretta Lynch, di inviare al Congresso una lettera sull’inchiesta. Lynch avrebbe detto a Comey che era meglio non farlo.
La misura è stata definita da alcuni analisti un atto politico, dal momento che ha favorito immediatamente nei sondaggi il candidato repubblicano, Donald Trump. Nate Silver, esperto di sondaggi e autore del blog FiveThirtyEight, crede che Clinton cadrà soltanto di un punto dopo il nuovo episodio dell’emailgate, continuando a restare in testa.
IL PROTAGONISTA
Cosa c’è scritto in quei messaggi ancora non si sa. Nemmno Comey ne è a conoscenza. Il direttore dell’Fbi, infatti, ha affermato di essere in attesa di un ordine giudiziario per poterli visionarli, dal momento che i messaggi in questione sarebbero stati rintracciati nel corso di un’altra inchiesta: quella per abuso sessuale a carico di Weiner.
Weiner è stato deputato del Partito democratico fino al 2011, quando si è dovuto dimettere per avere inviato foto e messaggi a sfondo sessuale a una ragazza di 15 anni. Due anni dopo, Weiner si era candidato a sindaco di New York, ma si era dovuto ritirare dopo che erano uscite nuove immagini dei suoi genitali inviate a minorenni. Le foto portavano la firma di uno pseudonimo, ma lui ha ammesso di averle inviate.
IL CONTENUTO DEI MESSAGGI
Questa volta, invece, le mail incriminate risalgono a luglio-agosto del 2015, quando l’ex deputato ha inviato a una donna fotografie che lo ritraevano in mutande. In una delle immagini pubblicate dal New York Post, si può intravedere il figlio piccolo sullo sfondo.
Abedin aveva un account del governo e anche uno del server privato della Clinton. Secondo il Washington Post, l’assistente dell’ex segretario di Stato non riesce a capire come le sue email siano finite nel pc che utilizzava il marito Weiner e che ora è stato consegnato al Dipartimento di Stato. I suoi avvocati non l’hanno visionato perché lei non era solita utilizzarlo. Il quotidiano americano ha precisa che l’Fbi ancora non ha contattato Abedin e che lei ignora cosa hanno scoperto.