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Mercer, Conway e Pierson. Tutte le donne (al governo) di Donald Trump

KELLYANNE CONWAY

Oltre alla figlia Ivanka Trump, che avrà sicuramente un ruolo nel governo, l’ultraconservatrice Rebekah Mercer, la direttrice della campagna elettorale Kellyanne Conway e il portavoce Katrina Pierson sono alcune delle donne che continueranno ad affiancare Donald Trump. Loro sono le donne a cui il nuovo presidente eletto degli Stati Uniti dà retta; donne che l’hanno spinto a cambiare i toni nei momenti decisivi della corsa verso la Casa Bianca.

Ma chi sono e perché sono rimaste accanto a Trump, nonostante gli scandali di misoginia e sessismo?

REBEKAH MERCER, LA FINANZIATRICE

La più potente è Rebekah Mercer. Secondo Bloomberg, Mercer è stata chiamata a fare parte del team di transizione composto da 16 membri. Quarantaquattro anni, laureata alla Stanford University in Ingegneria e Matematica, Mercer ha lavorato a Wall Street, ma da alcuni anni ha lasciato il mondo della finanza per dedicarsi ai figli e alla politica. Suo marito, Sylvain Mirochnikoff, è dirigente alla Morgan Stanley.

Figlia del gestore di hedge fund Robert Mercer, Rebekah è direttrice della Fondazione Mercer. Suo padre ha finanziato la campagna di Trump e il sito Breitbart News, fondato dal conservatore Andrew Breitbart e diretto fino ad agosto da Stephen Bannon (qui il ritratto di Formiche.net). Mercer è anche consigliere di amministrazione della Heritage Foundation e co-fondatore di Ruby et Violette, un e-commerce di biscotti gourmet.

L’ESEMPIO DEL PADRE, BOB MERCER

La famiglia Mercer è molto conosciuta per gli affari ben riusciti a Wall Street e per il sostegno economico fornito ad alcune cause: è a favore della pena di morte, il libero possesso delle armi, l’uso di combustibili fossili e contro l’aborto e il climate change. Il padre di Rebekah, Robert Mercer, era un impiegato alla Ibm, ma grazie alle sue capacità è riuscito a sviluppare il fondo Renaissance Technologies, diventando miliardario. La famiglia Mercer ha finanziato per anni la Rand Corporation.

Durante un incontro del Partito repubblicano, seguito alla sconfitta di Mitt Romney nel 2012, Mercer disse che non avrebbe aspettato passivamente “che Hillary Clinton arrivasse alla Casa Bianca”. Da quel momento ha cominciato a donare milioni di dollari in nome della causa repubblicana.

KELLYANNE CONWAY, L’OPINIONISTA CONSERVATRICE

Un’altra donna che ha avuto un ruolo importante nell’ascesa politica di Trump, e che per questo resterà sicuramente al suo fianco alla Casa Bianca, è Kellyanne Conway (nella foto), direttrice della campagna elettorale del magnate. Nata nel 1967 a Camden, New Jersey, è stata la prima donna nella storia degli Stati Uniti a dirigere la campagna elettorale di un candidato vincente. “Non sono a favore dell’identità di genere. Non sono stata assunta perché sono donna. Certo, molte donne lavorano molto e non riescono ad avere delle opportunità. Mi sento fortunata per questo”, ha dichiarato alla Bbc dopo la vittoria del candidato repubblicano.

Laureata in Scienze politiche e Diritto alla George Washington University, nel 1995 fondò The Polling Company: un’impresa di studi di opinione pubblica. Nota commentatrice nella tv americana, Conway non era famosa nel mondo della politica fino ad agosto, quando Trump l’ha nominata direttrice della campagna. La sua nomina è arrivata dopo l’esclusione dal team di Corey Lewandowski, che aveva divergenze con i figli di Trump, e Paul Manafort, che avrebbe finanziato irregolarmente la causa russa in Ucraina.

“QUELLO CHE VOGLIONO LE DONNE”

Conway sostiene di avere un grande senso dell’etica del lavoro perché da giovane lavorava otto ore al giorno raccogliendo mirtilli a Hammonton, una cittadini del New Jersey: “Più veloce ero, più soldi guadagnavo”, ricorda.

“Ci sono due cose che la gente deve imparare – ha dichiarato Conway -: se cerchi di applicare tattiche convenzionali con Donald Trump, ti deluderà. La seconda: non scommettere mai contro di lui”. Conway vive anche lei alla Trump Tower ed è sposata con George T. Conway III, l’avvocato di Harvard che è quasi riuscito a innescare l’impeachment contro Bill Clinton.

Nel 2005 ha pubblicato insieme alla stratega democratica Celina Lake il libro “Quello che realmente vogliono le donne: come le donne americane stanno cancellando silenziosamente le linee politiche, razziali di classe e religiose per cambiare la forma in cui viviamo”.

KATRINA PIERSON, LA PORTAVOCE METTICIA

Nata nel 1976 in Kansas, Katrina Pierson è il portavoce di Trump. Di padre afroamericano e madre bianca, nel 2008 ha votato per Barack Obama. Dopo la delusione politica, nel 2009 è diventata attivista del Tea Party e nel 2012 ha chiamato Mitt Romney e Obama “i meticci”. È laureata in Biologia all’Università del Texas e nel 2008 ha lavorato alla InVentiv Health. Quando Trump ha detto che avrebbe vietato l’ingresso negli Stati Uniti ai musulmani, Pierson ha dichiarato: “Qual è il problema? Sono solo musulmani”.


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