“Il legislatore deve garantire la tutela dei diritti quesiti della dirigenza: il diritto all’incarico dirigenziale, il diritto alla conservazione del trattamento economico maturato ed il diritto alla carriera ed allo sviluppo professionale, nonché alla qualifica dirigenziale acquisita. L’unico aspetto positivo che abbiamo registrato è una chiara unitarietà di “posizione” di tutte le sigle autonome rappresentative della dirigenza sulle problematiche affrontate”. E’ questa la reazione della confederazione dei dirigenti statali della Confedir dopo la recente riunione con i vertici del dicastero retto da Marianna Madia.
L’INCONTRO
L’incontro del 28 novembre a Palazzo Vidoni con la delegazione pubblica guidata dal Sottosegretario Angelo Rughetti (nella foto) su “questioni connesse al lavoro pubblico” è stato per la Confederazione assolutamente interlocutorio per non dire improduttivo. La Confedir ha contestato il metodo della convocazione, chiedendo espressamente di non riprodurre il sistema adottato dal Ministro del Lavoro che ha siglato l’intesa sulla previdenza soltanto con CGIl, CISL e UIL, ignorando completamente le Confederazioni autonome rappresentative della dirigenza, escluse totalmente dal tavolo.
IL COMMENTO DI CONFEDIR
Dice la Confedir guidata da Michele Poerio: “Abbiamo evidenziato le questioni nevralgiche per la dirigenza pubblica: rinnovo dei contratti e prospettive di riforma della categoria dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 251/2016. Abbiamo lamentato l’insufficienza delle risorse previste per il rinnovo contrattuale nella proposta di legge di bilancio e ribadito con fermezza la nostra netta contrarietà alla ventilata ipotesi dell’erogazione delle risorse in senso inversamente proporzionale al reddito”. Inoltre, dice Poerio, “abbiamo criticato il fatto che gli eventuali scarsi aumenti stipendiali non avverranno in un’unica soluzione, bensì scaglionati. E’ indispensabile, inoltre a nostro avviso, spacchettare il miliardo e 900 milioni di euro stanziati, in quanto comprensivo anche delle assunzioni promesse dal Governo e degli €. 80 del bonus per le Forze dell’Ordine”.
IL CONFRONTO
La Confedir ha chiesto lumi al Sottosegretario sulle indispensabili modifiche della Legge Brunetta, soprattutto relativamente al punto che prevede che il 50% delle risorse per i premi sia erogato al 25% dei dipendenti più bravi, mentre l’ultimo 25% non otterrebbe nessun incentivo economico, premi che devono essere sottoposti ad una congrua detassazione: “Abbiamo espresso, infine – dice Poerio – la nostra delusione sul mancato recepimento nel testo di decreto sulla dirigenza pubblica, approvato nel Consiglio dei Ministri di giovedì scorso 24 novembre, della maggior parte delle proposte avanzate dalla interconfederale della dirigenza pubblica (CIDA, CONFEDIR, CONFSAL e COSMED), rappresentativa di circa il 60% della categoria”.
IL GIUDIZIO DI POERIO
Conclude Poerio: “Abbiamo ottenuto ai nostri quesiti risposte alquanto vaghe: in merito alla riforma della dirigenza si procederà probabilmente con un disegno di legge; sul rinnovo contrattuale nessuna assicurazione su un eventuale incremento dei fondi, ma la conferma che il metodo del Governo per la distribuzione delle risorse sarà quello di “Robin Hood”. Sulla metodologia seguita per il confronto con le Parti Sociali è stato affermato che essendo il tavolo politico e non negoziale è privo di regole formali. Sono stati ipotizzati ulteriori, eventuali confronti. Non accetteremo, ovviamente, accordi sottoscritti soltanto da alcune Parti Sociali in palese violazione del diritto di rappresentanza e rappresentatività. Ci auguriamo che il prossimo testo relativo alla riforma della dirigenza pubblica recepisca le nostre proposte”.