Continua il dibattito nella Chiesa su Amoris Laetitia. Infatti la lettera dei quattro cardinali a Francesco (qui l’articolo di Formiche.net) resa pubblica un paio di settimane fa con i cinque dubia di richiesta chiarimenti su alcuni passaggi di Amoris Laetitia – inviata a Roma a settembre e a cui Francesco non ha risposto – sta provocando un infuocato dibattito. E c’è chi non esclude che ai porporati possa essere tolta la berretta. Ecco tutte le ultime novità e le ultime voci sul dibattito in corso.
DIVISONI COME AI TEMPI DI ARIO
“Non è la prima volta, nella storia cristiana, che si verifica un caso del genere. Che cioè dei pronunciamenti del magistero, volutamente non chiari, lascino convivere più interpretazioni contrastanti, anche su punti centrali del dogma”, scrive il vaticanista Sandro Magister. “E’ capitato così nella prima fase delle controversie trinitarie e cristologiche del quarto secolo. Allora, l’eresia che dilagava era quella di Ario, che minava la divinità di Gesù. Mentre oggi ad essere in pericolo è l’indissolubilità del matrimonio cristiano”. Il parallelo con la crisi ariana che portò per la sua soluzione alla convocazione di un Concilio, lo rileva il professor Claudio Pierantoni, docente di Filosofia medievale alla Universidad de Chile.
SPADARO: CHI NON AMA CIO’ CHE ASCOLTA FINGE DI NON SENTIRLO
Oggi, in campo, ci sono critici dei quattro cardinali, ma anche sostenitori della loro opera, punta dell’iceberg di un dissenso ecclesiale insorgente.
Appena pubblicata la lettera al Papa, via twitter, padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, ha replicato: “Il Papa ha chiarito. Chi non ama ciò che ascolta fa finta di non sentirlo”. E per fornire l’ermeneutica corretta, ricorda le parole di Bergoglio ai vescovi argentini che chiedevano se la loro mappa di applicazione di Amoris laetitia sulla comunione ai divorziati risposati fosse corretta. Francesco in quel caso ha risposto, precisando che la nota dell’episcopato latinoamericano spiega esaurientemente e che “non ci sono altre interpretazioni”. Ovvero: sì alla comunione ai divorziati risposati, sia pure in situazioni da discernere pastoralmente caso per caso. Intervenendo alla Cnn, Spadaro ha precisato il suo punto di vista, lasciando intendere che coloro che criticano il documento del Papa più che cercare sinceramente risposte creano divisione: “Le domande dei quattro cardinali erano già state sollevate nel corso del Sinodo. Amoris laetitia è solo il frutto maturo della riflessione di Francesco dopo aver ascoltato tutti, non una sua idea personale”.
CORREGGERE IL PAPA
Lo scontro è acceso. Uno dei firmatari, l’americano Raymond Burke, in un’intervista al National Catholic Register annuncia che si sta prendendo in considerazione la possibilità di correggere il pontefice “come previsto nella Chiesa”: “Se non vi fosse risposta alle domande sui punti controversi, direi che si porrebbe la questione di assumere un atto formale di correzione di un errore grave”.
TEOLOGI IN TRINCEA
E’ un dibattito teologico rilevante. L’accademia più progressista è in subbuglio. Andrea Grillo parla esplicitamente di “cardinali privi di scrupoli pastorali che cercano di frenare ad ogni costo l’applicazione di Amoris laetitia”.
Al contrario, monsignor Antonio Livi sottolinea il “disorientamento pastorale” provocato dall’esortazione apostolica, per cui quanto fatto dai quattro è sacrosanto.
VESCOVI E PORPORE IN CAMPO
La discussione coinvolge anche, e soprattuto, l’episcopato. Monsignor Jan Watroba, presidente del Consiglio per la famiglia della Conferenza episcopale polacca, definisce “non riprovevole” la pubblicazione della lettera di Caffarra, Burke, Brandmüller e Meisner. Anzi: le loro sono domande legittime.
Il neo cardinale Kevin J. Farrell, prefetto del Dicastero per la famiglia, i laici e la vita, invece, taglia corto: “Il Papa ha parlato”. E invita a guardare a tutto il documento che va ben oltre la questione su comunione ai divorziati risposati – sostiene – ma punta a valorizzare “l’amore umano e le basi del matrimonio, inteso in senso cattolico”.
Il vescovo Frangkiskos Papamanolis, presidente della Conferenza episcopale di Grecia, accusa i cardinali dei peccati di eresia e scandalo. In una lettera aperta ai quattro scrive: “Prima di pubblicare il documento e, più ancora, prima di redigerlo, dovevate presentarvi al Santo Padre e fare richiesta di cancellarvi dai componenti il Collegio cardinalizio”.
In difesa dei porporati si è espresso Athanasius Schneider, vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Santa Maria in Astana, Kazakistan: “I quattro cardinali hanno fatto solo il loro dovere di vescovi e di cardinali, che consiste nel contribuire attivamente affinché la rivelazione trasmessa attraverso gli Apostoli possa essere custodita santamente e fedelmente interpretata”.
IL PAPA POTREBBE DEGRADARE I QUATTRO CARDINALI?
Intanto monsignor Pio Vito Pinto, decano della Rota Romana, in una recente intervista a InfoCatolica (rilanciata dal vaticanista Marco Tosatti) evoca scenari minacciosi: “Quello che hanno fatto è uno scandalo molto grave che potrebbe addirittura portare il Santo Padre a ritirare loro il cappello cardinalizio, come già è accaduto in qualche altro momento della Chiesa”.