Non c’è pace per le popolari, o meglio per la riforma delle banche popolari voluta dal governo Renzi e accettata in maniera contrastata dagli istituti di credito del settore.
Oggi, mentre già diverse popolari si sono trasformate o si stanno trasformando in società per azioni, come previsto da un decreto dell’esecutivo per le dieci maggiori banche popolari, e mentre in Parlamento e nel governo si era ad un passo dal modificare la soglia oltre la quale le Popolari sono tenute a diventare spa, è arrivata la decisione del Consiglio di Stato con cui di fatto si sospende l’iter di attuazione della riforma. Il primo effetto, come chiede l’avvocato che ha proposto il ricorso, è quello che potrebbero teoricamente slittare le trasformazioni in spa della Popolare di Bari e della Popolare di Sondrio, secondo i ricorrenti. Ecco comunque tutti i dettagli sulla vicenda odierna e in fondo all’articolo la sentenza completa dei giudici del Consiglio di Stato.
LA DECISIONE DEL CONSIGLIO
Il Consiglio di Stato ha sospeso in via cautelare la circolare della Banca d’Italia che contiene le misure attuative per la trasformazione della banche popolari in Spa. La riforma per gli istituti bancari è stata varata dal governo nel 2015 e fu contrastata dall’associazione degli istituti popolari ora presieduta da Corrado Sforza Fogliani (nella foto) che comunque non ha promosso alcun ricorso amministrativo contro la riforma.
IL RUOLO DELLA CONSULTA
Il Consiglio di Stato ha anche rinviato a una prossima camera di consiglio la trattazione nel merito della questione, dopo che la Corte costituzionale si sarà pronunciata sulla legittimità della riforma stessa. L’ordinanza del Consiglio di Stato è firmata dal giudice Ermanno de Francisco (estensore Roberto Giovagnoli).
I DETTAGLI DELLA DECISIONE
Sulla limitazione del diritto di recesso per i soci, la circolare Bankitalia sulla trasformazione delle Popolari in spa presenta “profili di non manifesta infondatezza” di legittimità costituzionale e “appare affetta da vizi derivati nella parte in cui disciplina l’esclusione del diritto al rimborso”. Così il Consiglio di Stato secondo cui “i provvedimenti impugnati (e la disciplina legislativa sulla cui base sono stati adottati) incidono direttamente su prerogative relative allo status di socio della banca popolare, così presentando profili di immediata lesività”.
IL COMMENTO DEL RICORRENTE
“L’ordinanza del Consiglio di Stato ha accolto parzialmente il nostro ricorso. La soluzione migliore adesso è rinviare le due assemblee che ancora mancano per la trasformazione in spa, Popolare di Bari e Popolare di Sondrio”, ha commentato Fausto Capelli, uno degli avvocati che ha presentato il ricorso contro le disposizioni di Bankitalia sulla riforma delle popolari a nome di Marco Vitale, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato: “Dobbiamo aspettare – ha dichiarato all’Adnkronos – la Corte costituzionale per avere certezze sul diritto di recesso e per dire ai soci come comportarsi”. A ricorrere contro il decreto del governo sono stati diversi avvocati e associazioni dei consumatori, tra cui in primis l’Adusbef di Elio Lannutti.