“Maria Giulia era una ragazza educata, dolce, carina. Non riesco a spiegarmi cosa le sia scattato in testa”. Questa è stata la descrizione di Maria Giulia “Fatima” Sergio fatta da una sua amica durante il processo per terrorismo internazionale e organizzazione di viaggi a fine di terrorismo.
Oggi è arrivata la condanna dalla Corte d’Assise di Milano: Maria Giulia “Fatima” Sergio è stata dichiarata colpevole e dovrà scontare nove anni di reclusione. Era quella la richiesta dei pm della Procura di Milano, Maurizio Romanelli e Paola Pirotta, per “indottrinamento con meccanismo a cascata” ed essere considerata “una maestra della jihad”.
COSA HA FATTO
Maria Giulia “Fatima” Sergio ha 29 anni ed è la prima foreign fighter italiana condannata per terrorismo. La ragazza è nata in Campania, ma al momento di partire in Siria viveva a Inzago nel milanese. L’arruolamento sarebbe avvenuto nel 2014. Si presume che sia ancora in Siria per combattere con lo Stato Islamico.
“Venite qui in Siria, qui tagliamo teste, presto lo faremo anche a Roma”, aveva detto ai genitori in una conversazione telefonica intercettata dalle autorità italiane. “Papà – ha aggiunto -, prendi mamma per i capelli e vieni in Siria”. Alla sorella via Skype, secondo la Digos di Milano, Maria Giulia “Fatima” ha detto: “”Noi qui stiamo ammazzando i miscredenti per poter allargare lo Stato Islamico, ok? Noi non vogliamo essere amici dei miscredenti […] questo è quello che dobbiamo fare per allargare lo Stato Islamico […] Noi odiamo i miscredenti […] non c’è nessuna amicizia tra noi e i miscredenti […) neanche se sono padre e madre”.
LA CONVERSIONE ALL’ISLAM
“È passata dal dirmi ‘ti ringrazio perché mi hai insegnato a studiare’ a ‘ meno male che siamo arrivati noi musulmani a salvare voi cristiani”, ha dichiarato davanti alla Procura di Milano una testimone nel processo. Da quanto si legge su Repubblica, una parente ha spiegato ai giudici che il processo di conversazione non è stato naturale: “I genitori non erano contenti di convertirsi all’Islam: Assunta era molto cattolica e non voleva diventare musulmana ma ha ceduto e soffriva, mentre Sergio l’ha fatto solo per fare contente le figlie”.
COSA HA FATTO IL PADRE
“Sergio era un bonaccione, una persona semplice e buona – ha spiegato il testimone -. Non era capace di opporsi a Maria Giulia, diventata in pratica il capofamiglia”. Durante il processo l’uomo è stato l’unico indagato non latitante, rimasto agli arresti domiciliari in provincia di Avellino. È stato condannato a quattro anni di reclusione.
LA SORELLA, IL MARITO E LA SUOCERA
Il testimone ha raccontato che Maria Giulia e la sorella Marianna picchiavano la madre e hanno costretto i genitori a convertirsi alla religione islamica. La sorella di Maria Giulia “Fatima” è stata condannata a cinque anni di reclusione per terrorismo con rito abbreviato.
Ma ci sono altri protagonisti in questa storia: Bushra Haik, coetanea di “Fatima” è considerata la responsabile del suo arruolamento e quello della sorella Marianna (condannata a 10 anni); Aldo Kobuzi, marito di “Fatima” (condannato a 10 anni); Donica Coku, madre di Aldo Kobuzi, (condannata a otto anni) e Seriola Kobuzi, sorella di Aldo (otto anni).