Reazioni, discussioni e condivisioni. Non è passato sotto silenzio l’articolo di ieri di Formiche.net sul nodo delle copie digitali che attanaglia l’editoria cartacea, a partire dal Sole 24 Ore. Il gruppo controllato da Confindustria ha fatto chiarezza lo scorso 22 dicembre con un comunicato successivo all’assemblea dei soci. La società presieduta da Giorgio Fossa e guidata dall’amministratore delegato Franco Moscetti ha tra l’altro indicato alcuni numeri nuovi.
Infatti dall’assemblea è emerso che il quotidiano finanziario ha diffuso in media l’anno scorso 34% di copie in meno al giorno, secondo un ricalcolo affidato ad un operatore indipendente (Protoviti) e auspicato dalla Consob. Fossa ha indicato una diffusione giornaliera pari a 248mila copie, al posto delle 375mila copie complessive, tra stampa e digitale, indicate nella relazione di bilancio. Un divario dovuto – ha spiegato Fossa – “ad attività promozionali e di co-marketing” per il 14%, mentre il 12% è ancora in fase di accertamento in fase di Ads (Accertamenti Diffusione Stampa) e l’8% è “a soluzione nel 2016″. Su Facebook Andrea Montanari negli scorsi giorni ha scritto: “Se le copie sono state ricalcolate, -34%, allora anche i ricavi vanno ricalcolati? E di conseguenza anche il resto del bilancio 2015?”.
Nell’articolo di ieri di Formiche.net si sono menzionati numeri frutto di strategie aggressive di marketing che sono state applicate anche da altri gruppi editoriali. Infatti il Corriere della Sera a gennaio 2016 aveva dichiarato una diffusione totale di 407.929 copie carta + digitale, mentre a settembre 2016 ne dichiara 310.437. Ciò significa che dall’inizio dell’anno, in soli 9 mesi, il Corriere ha perso 97.492 copie (92.216 a pari perimetro, ovvero senza contare le copie multiple che a gennaio erano rilevate da Ads e che a settembre sono state sospese da Ads in attesa del nuovo regolamento). Un valore dovuto solo ad un calo di vendite o imposto dalla sospensione della certificazione delle copie multiple?
Il calo di Repubblica nel 2016 è più contenuto (passa dalle 290.761 copie totali di gennaio 2016 alle 269.474 di settembre 2016 pari a -21.287 copie che diventano -18.509 senza conteggiare le copie multiple nel frattempo sospese) ma solo perché ha iniziato a “pulire” le copie promozionali ben prima, ovvero da agosto 2015, come dichiarato dal direttore generale della divisione digitale del Gruppo l’Espresso Massimo Russo a settembre 2016 in riferimento alla diffusione delle quotidiani italiani nel mese di luglio: “Le copie singole digitali di Repubblica registrano da questo mese (luglio 2016, ndr) un sensibile calo. Sono giunti a scadenza allineata una serie di abbonamenti, frutto di politiche di marketing aggressive, rivolte anche ai residenti all’estero”. E aggiungeva: “Si tratta di una decisione coerente con la linea sempre tenuta e con quanto fu fatto a suo tempo per le copie cartacee, in ottica di razionalizzazione e trasparenza”. Ciò significa che Repubblica ha iniziato a “pulire” le copie cartacee ben prima, come si vede dai dati Ads: ad agosto 2015 Repubblica dichiarava un totale di 350.169 copie carta + digitale, mentre a settembre 2016 è di 269.474, con un calo di 80.695 copie (-77.254 copie a pari perimetro, senza contare le multiple sospese dalle rilevazioni a partire da aprile 2016).
Forse per questa ragione Moscetti ieri su Facebook, partendo dall’articolo di Formiche.net ha scritto sul suo profilo Facebook: “E’ una prima conferma che il Sole vivrà sicuramente un giorno di più dell’ultimo dei suoi concorrenti. E il bello sta solo per iniziare…”. Il dibattito ha riguardato anche le redazioni delle testate del Sole 24 Ore. Nicola Borzi, giornalista e azionista del gruppo, nonché autore di diversi esposti dettagliati alla Consob su conti e numeri della società editoriale e del quotidiano ora diretto da Roberto Napoletano, ha scritto su Facebook prendendo spunto dall’articolo di Formiche.net prima “Houston, abbiamo un problema” e poi “ho la sensazione che si miri a poter dire mal comune mezzo gaudio”. Forse replicando proprio a Borzi, il capo azienda del Sole ha poi chiosato sempre via Facebook: “Mal comune non è mezzo gaudio”.
Un altro giornalista del Sole 24 Ore ha messo in dubbio la veridicità dei numeri scritti da Formiche.net. Angelo Mincuzzi ha scritto su Facebook: “Questo articolo ha cifre sbagliate”, riferendosi a questo passaggio: “Tirando le somme, sulla base della diffusione 2015 che Ads deve ancora certificare, solo il 14 per cento è risultato di copie promozionali, pari a circa 50.000 copie. Le altre, pari a circa 323.000, sono tutte vendute dal Sole 24 Ore”. Il direttore di Formiche.net, Michele Arnese, sempre via Facebook, ha replicato: “Mi indichi le cifre vere”. Risposta di Mincuzzi: “Non ho capito come si arriva a queste cifre: Tirando le somme, sulla base della diffusione 2015 che Ads deve ancora certificare, solo il 14 per cento è risultato di copie promozionali, pari a circa 50.000 copie. Le altre, pari a circa 323.000, sono tutte vendute dal Sole 24 Ore”. Arnese: “Mi indichi lei le cifre ‘vere'”. Mincuzzi: “Le cifre sono quelle del comunicato del Sole”. Arnese: “Comunicato ampiamente citato e linkato“.
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Delle due, l’una. O Formiche.net ha scritto numeri sbagliati, come sostiene Mincuzzi, e chiederemo scusa per l’errore. O Mincuzzi chiederà scusa per quello che ha scritto sull’articolo di Formiche.net. Domandiamo quindi ufficialmente alle società interessate (in primis Ads e Sole) quali numeri sarebbero errati. Così la diatriba finirà. Grazie. (Michele Arnese, direttore di Formiche.net)