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Mps? Il Tesoro è stato molto generoso. Parla Codogno (ex Tesoro)

tesoro

“Nel decreto non c’è condivisione dei costi o burden sharing e ho il sospetto che questo non sia molto in linea con la direttiva”. “Il governo è stato molto generoso con gli attuali azionisti e con gli obbligazionisti istituzionali e nel decreto legge vi sono varie incongruenze. Quindi ritengo probabile che la Commissione e la Bce chiederanno delle modifiche”. Parola di Lorenzo Codogno, ex capo economista della Bank of America in Europa per 11 anni, ed ex capo economista al ministero dell’Economia per 9 anni sino alla primavera del 2015. Codogno ha poi lasciato l’incarico durante il governo presieduto da Matteo Renzi, con Piercarlo Padoan al Mef, per andare alla London School of Economics come visiting professor e fondare il suo veicolo di consulenza, LC Macro Advisors Ltd. Formiche.net ha sentito Codogno sul decreto del governo per il Monte dei Paschi di Siena dopo il fallimento dell’aumento di capitale privato.

Era inevitabile la nazionalizzazione di Mps?
A questo puto era chiaramente inevitabile. I tentativi di raccogliere capitale privatamente sono miseramente falliti. Inoltre, il contesto non è certamente favorevole. Con i rischi legati alla montagna di sofferenze, difficilmente sarebbero arrivati capitali privati. Si può argomentare invece che si poteva e si doveva intervenire prima.

È giusto non prevedere un termine al controllo da parte del Tesoro?
Sì è giusto, anche se le esperienze internazionali mostrano che questi termini devono essere interpretati come l’indicazione di un’intenzione di massima e non come un termine perentorio.

Il Tesoro secondo lei chiederà la rimozione dei vertici della banca?
Dipende. Se devo credere a quello che è stato detto dai giornali, è stato il governo stesso a volere questi vertici. E quindi, almeno per il momento penso voglia confermare tutti.

Alcuni osservatori hanno chiesto di pubblicare la lista dei maggiori creditori della banca visto che ora sarà pubblica. Concorda?
Non sono un esperto giuridico e quindi non saprei se questo è compatibile con la tutela della privacy. Se venissero confermati i dati pubblicati che vedono le sofferenze concentrate nei crediti di maggiore dimensione, dovrebbe quantomeno esser fatta un’analisi attenta delle pratiche di concessione del passato da parte delle autorità di vigilanza e vagliate le responsabilità per i dossier che sono passati per il consiglio d’amministrazione.

Sono lasche o stringenti le condizioni poste dal decreto?
In che senso? Per ottenere il via libera della Bce il Monte dei Paschi dovrà presentare un piano dettagliato e la sorveglianza in futuro sarà molto stretta. Questo indipendentemente dal decreto legge. Nel decreto penso che lo Stato inevitabilmente sia stato generoso con gli investitori privati, se crediamo che effettivamente ci sia stato un problema serio di commercializzazione delle obbligazioni subordinate da parte della banca. Certo che questo pone un problema per tutte le altre banche che hanno commercializzato questi strumenti allo stesso modo e per la Consob che lo ha acconsentito.

Azionisti e obbligazionisti possono dunque essere soddisfatti del decreto?
Ex ante penso che possano essere molto soddisfatti. Ex post lo vedremo. Dipenderà dal prezzo a cui riaprirà la quotazione delle azioni del Monte dei Paschi, e nessuno ovviamente sa con certezza come andrà a finire (anche se si possono fare alcune valutazioni). Tuttavia, la decisione del governo va valutata ex ante. Si può infatti calcolare esattamente dove vanno i benefici e le perdite in base al decreto legge. Gli unici che ci rimettono sono i contribuenti, anche se il valore del mantenimento della stabilità finanziaria è una “merce pubblica” difficile da stimare.

È giusta la differenza nella tutela fra obbligazionisti istituzionali e retail?
Sì, nella misura in cui gli istituzionali sapevano esattamente i rischi a cui andavano incontro, mentre gli obbligazionisti retail apparentemente lo erano molto meno. Inoltre, il settore del credito è un settore molto delicato. Se viene a mancare la fiducia è un problema serio per la stabilità finanziaria e per l’insieme dell’economia e questa va garantita a tutti i costi. Mi chiedo tuttavia se una piccola condivisione dei costi anche da parte degli obbligazionisti retail non avrebbe mandato un segnale corretto, e al contempo limitato le cause legali per la banca.

Come viene previsto il burder sharing nel decreto?
Nel decreto non c’è condivisione dei costi o burden sharing e ho il sospetto che questo non sia molto in linea con la direttiva.

Pensa che Bruxelles e Vigilanza Bce approveranno l’intervento del Tesoro?
Penso che il principio di preservare l’investimento dei 42 mila obbligazionisti retail sia passato e il modo in cui è stato disegnato penso sia difficilmente attaccabile. Tuttavia, il governo è stato molto generoso con gli attuali azionisti e con gli obbligazionisti istituzionali e nel decreto legge vi sono varie incongruenze. Quindi ritengo probabile che la Commissione e la Bce chiederanno delle modifiche.



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