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Dove (e come) sono perseguitati i cristiani nel mondo. Report Open Doors

crisi

Continua la “caccia” ai cristiani nel mondo. Nel 2016, 1207 fedeli di Cristo sono stati uccisi e migliaia sono stati costretti ad abbandonare le proprie case in Medio Oriente a causa dell’odio religioso nei loro confronti, secondo uno studio dell’ong Open Doors presentato la scorsa settimana. Nel mondo sono 215 milioni i cristiani perseguitati per la loro fede. Uno su 10 patisce accanimento di alto livello o livello estremo.

IL METODO DELLA RICERCA

Lo studio si riferisce all’ambito sociale, familiare e nazionale ed è stato eseguito in collaborazione con World Watch Research. Open Doors studia metodicamente i casi di ostilità contro i cristiani da 60 anni. I risultati sono verificati in maniera indipendente dall’International Institute for Religious Freedom.

LA TOP TEN

Il fenomeno ha caratteristiche molto particolari, ma purtroppo non ha la stessa risonanza mediatica dei conflitti politici ed economici. Ogni giorno esplodono bombe in quartieri popolari abitati da cristiani in Africa, Asia e Medio Oriente. Secondo Open Doors, la situazione rispetto all’anno precedente non è cambiata: i 50 Paesi con più cristiani perseguitati sono nella stessa posizione del 2015. Otto dei 10 Paesi più ostili sono di maggioranza musulmana: Corea del Nord, Somalia, Afghanistan, Pakistan, Sudan, Siria, Irak, Iran, Yemen ed Eritrea. Trentasei su 50 hanno un regime politico ispirato alla sharia, la legge islamica.

IL REGIME DELLA COREA DEL NORD

Il Paese più pericoloso per un cristiano è la Corea del Nord, dove è in vigore un “regime dittatoriale senza precedenti per l’ostilità”. Secondo il report di Open Doors, chi è sorpreso in possesso di una Bibbia è “trasferito in un campo di lavori forzati, in molti casi non solo individualmente, ma con tutta la famiglia”.  È quasi impossibile avere un funerale cristiano e chi non si inginocchia davanti alle statue della famiglia Kim è accusato di “blasfemia”.

LE REGOLE NELLE MALDIVE 

In Somalia, Afghanistan, Yemen e Maldive, le autorità hanno la responsabilità di controllare che nessun abitante sia in possesso di una Bibbia. Nelle Maldive, secondo il report, si può praticare il cristianesimo solo se si è straniero e sotto regole rigide. “È impossibile seppellire un famigliare con il rito cristiano e restare vivi per raccontarlo”. In Yemen, “la conversione di religione è punita con la morte”. I cristiani yemeniti sono controllati e possono essere uccisi da milizie di musulmani sunniti.

NON SOLO ISIS

Ad aggredire i cristiani non sono soltanto i jihadisti di Isis, Al Qaida, Boko Haram e Al Shabab. Per Open Doors, esiste un’atmosfera di intimidazione e aggressività in molti ambienti sociali musulmani. Guardano con odio i cristiani e li responsabilizzano per le difficoltà economiche provocate da un presunto neocolonialismo.

I CRISTIANI IN IRAK E SIRIA

Altri studi sul tema sostengono che in Irak era presente circa un milione di cristiani al momento della caduta di Saddam Hussein. Oggi, a causa della guerra dei jihadisti e le autorità autonome curde, la cifra si è ridotta a qualche migliaia. Secondo Open Doors, i curdi costringono i cristiani a vendere le loro proprietà ai musulmani nelle vicinanze di Mosul e Ninive, con la finalità di creare una zona “omogenea” in termini etnici e religiosi. A Mosul, una delle zone cristiane più prospere del Medio Oriente, chiese e templi sono stati completamente distrutti. A Homs, Raqqa e Aleppo lo scenario è desolante e i cristiani sono costretti a scappare verso la Turchia e il Libano. Negli anni ‘20, un terzo della popolazione siriana era cristiana. Ora è rimasto solo il 5 per cento.

GLI ESTREMISTI INDUISTI 

Ma non si tratta solo di Islam. In India, l’arrivo del partito Bharatiya Janata Party (BJP) al governo nel 2014 ha scatenato un’ondata di fervore nazionalista della religione induista. Secondo il direttore di ricerca strategica di Open Doors, Ron Boyd-MacMillan, il nazionalismo religioso sta prendendo forza in India e “i radicali induisti sono al potere, gli estremisti induisti sono realmente al potere. Gli estremisti possono fare quello che vogliono, ma siccome la Chiesa cristiana è grande si producono molti scontri”. In India vivono circa 40 milioni di cristiani, che convivono con la discriminazione e la violenza degli estremisti induisti.

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