Pro-aborto, allarmato dalla crescita demografica, più volte smentito dalla comunità scientifica internazionale (e dai fatti) per le sue teorie catastrofiste, torna alla ribalta il professor Paul R. Ehrlich, entomologo americano della Stanford University. A offrirgli un palcoscenico di tutto riguardo è la Pontificia accademia delle scienze che lo ha invitato ad un workshop su “Estinzione biologica. Come salvare l’ambiente naturale da cui dipendiamo”. E con lui al Convegno alla Casina Pio IV dal 27 febbraio al 1 marzo in Vaticano, l’augusta istituzione pontificia porgerà il microfono anche ad altri studiosi non proprio in linea con la dottrina cattolica. Ed è subito polemica.
LE APOCALISSI MANCATE DELL’ENTOMOLOGO
A sollevare il caso della presenza del professor Ehrlich, il portale Life site news che ha anche promosso una petizione online per chiedere alle due pontificie accademie (scienze e scienze sociali) di ritirare l’invito al workshop. Personaggio discusso, Ehrlich divenne famoso nel 1968 con il libro The Population Bomb, la bomba demografica. Scriveva: “La battaglia per alimentare tutta l’umanità è persa. Negli anni Settanta il mondo subirà carestie. Centinaia di milioni di persone stanno per morire di fame”. Di sciagura in sciagura vaticinava che metà degli americani sarebbero morti di fame entro il 1990; a milioni in India e Cina. Entro il 2000 l’Inghilterra avrebbe praticamente cessato di esistere. Per arginare la fine e conservare le risorse planetarie, l’entomologo specializzato in farfalle e falene indicava nella riduzione della popolazione (umana) l’unica possibilità. Quindi aborto selettivo (con buona pace del femminismo: meglio un figlio maschio che femmina) e sterilizzazioni di massa. Come siano poi andate le cose sull’apocalisse imminente, lo vede chi ha la ventura di vivere nel terzo millennio.
L’ECONOMISTA INDIANO
Il biologo di Stanford non è l’unico personaggio preso oltre le periferie della dottrina cattolica. Ehrlich in Vaticano interverrà sulle “cause della perdita di biodiversità”, evidenziando “i numeri della popolazione”. Lo farà in tandem con l’economista indiano Partha Dasgupta dell’Università di Cambridge. Dasgupta è membro ordinario della Pontificia accademia delle scienze sociali dal 1997, ma è anche membro dell’Optimum Population Trust, gruppo del Regno Unito che si batte per un graduale declino della popolazione umana globale a quello che considera come un “livello sostenibile”. Ancora una volta, un ente che sembra considerare l’uomo un impiccio. Un ente che nel 2013 provocò non poche polemiche per avere invocato uno stop all’immigrazione, sostenendo che il Regno Unito non avrebbe dovuto accogliere rifugiati siriani, perché la Gran Bretagna è “già piena”.
LA MANO DEI ROCKFELLER
Al simposio vaticano è stato stato invitato anche John Bongaarts che interverrà sullo stato attuale della popolazione e le prospettive future. Bongaarts è vice-presidente del Population Council, un organismo fondato nei primi anni ’50 da John Rockefeller proprio per promuovere il controllo delle nascite. Una sua affermazione in una intervista di qualche anno fa: “Il pianeta sarà in grado di gestire 9 miliardi di popolazione previsti per il 2050? La risposta è probabilmente sì. Si tratta di una traiettoria desiderabile? La risposta è no”. Il demografo auspicava quindi una decisa ripresa globale della pianificazione famigliare.
L’UOMO E L’IMPRONTA ECOLOGICA
Al simposio vaticano parlerà inoltre Mathis Wackernagel, fondatore del Global Footprint Network. Amato in Vaticano (la maggior parte dei dati citati nella brochure del convegno sono attinti dal Network) e dai Cinque stelle (qui e qui). Alla base dell’organizzazione di Wackernagel, il concetto di impronta ecologica: un indicatore ideato dall’ambientalista svizzero per valutare il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della terra di rigenerarle. E proprio di questo tratterà nel suo intervento.
CONTRADDIZIONI ALLA CASINA PIO IV
Non è la prima volta che posizioni contrarie alla fede cattolica trovano spazio a conferenze vaticane. Come quella dell’economista neomalthusiano Jeffrey Sachs, ormai di casa Oltretevere – invitato nell’estate 2013 e ad aprile 2015 – o il segretario dell’Onu Ban Ki-moon. Entrambi sono portabandiera della riduzione delle nascite tramite contraccezione e aborto. Lo scorso anno, ad aprile, arrivò tra le polemiche pure l’allora candidato democratico di ultra sinistra alle presidenziali Usa, Bernie Sanders. Un altro abortista convinto. Che riuscì pure a incontrare brevemente il Papa.
LA REGIA DEL VESCOVO ARGENTINO
A organizzare l’attività all’Accademia è soprattutto il suo cancelliere, il vescovo argentino Marcelo Sánchez Sorondo (in foto). Critico verso gli ambienti conservatori della Chiesa dubbiosi della collaborazione tra Vaticano e Nazioni Unite sulla questione dei cambiamenti climatici – che per l’Onu fa spesso il pari con il controllo della popolazione – non le ha mandate a dire ai gruppi pro-life: “Non c’è solo il dramma dell’aborto, ma ci sono anche tanti altri problemi di cui si dovrebbe essere interessati, perché sono strettamente correlati”.
NON SICUT LEPORES
Preoccupato per la piega presa dall’Accademia pontificia, l’ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, ironizza amaro sulla presenza del biologo Ehrlich. Scrive l’economista ed ex editorialista dell’Osservatore Romano su La Verità: anziché giudicato da un misericordioso processo per crimini contro l’umanità, temo che Ehrlich possa essere chiamato a fare da consigliere per la prossima enciclica “che a questo punto è prevedibile possa chiamarsi Non sicut lepores, Non siate come conigli”. Esortazione “a smetterla di riempire la terra di mocciosetti, inquinanti e futuri cancri del pianeta”.
CRITICHE AL PAPA NELLA CASA DEL PAPA
In un articolo del 2013, Ehrlich aveva già scritto la sua enciclica, denunciando il cattolicesimo come “pericoloso” per il suo contrasto alla diffusione della contraccezione. E nel 2015 aveva criticato direttamente il Papa regnante. Commentando l’enciclica Laudato si’, bollava la scelta di Francesco di non affrontare la crescita demografica e il suo controllo come problema per agire sui cambiamenti climatici come “un delirio senza senso”.
CHOCK OLTRE OCEANO
Stefano Gennarini, direttore di un istituto di studi per la famiglia e i diritti umani negli Stati Uniti, si è detto “scioccato” nello scoprire che Ehrlich avrebbe tenuto una conferenza in Vaticano: ovvio che la Pontificia Accademia per la scienza può invitare chiunque vuole, “ma si dovrebbe prendere in considerazione la confusione che può creare nella mente dei credenti e non credenti quando offre un parterre di relatori che minano l’opposizione della Chiesa al controllo della popolazione”.
“MANCA SOLO CASTRO A PARLARE DI DIRITTI UMANI”
“Per quale ragione il Vaticano debba dare un palco a questo profeta laico di sventura va oltre le mie capacità di comprensione”, ha detto il presidente del Population Research Institute, Steven Mosher: “Ci sono moltissimi scienziati cattolici, le cui opinioni, basate su fatti, meriterebbero d’esser valorizzate dalla Chiesa. Quale sarà la prossima mossa? Invitare Raul Castro a parlare di diritti umani?”.