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Inauguration Day Donald Trump, ecco dettagli e curiosità

A Washington sono attese tra le 700mila e le 900mila presenze per assistere all’insediamento di Donald Trump. I piani straordinari di sicurezza sono cominciati mercoledì, con barricate e limitazioni del traffico. La capitale sarà una fortezza blindata. Cinque stazioni della metropolitana saranno chiuse e più di 28mila membri delle forze di sicurezza sorveglieranno la zona che va dalla Casa Bianca al Congresso in un perimetro di 100 isolati. Sono attesi anche 63 gruppi di manifestanti.

IL COSTO: 90 MILIONI DI DOLLARI 

Secondo il sito del quotidiano The Australian, il Comitato inaugurale del presidente Trump ha stanziato circa 90 milioni di dollari per la cerimonia, raccolti soprattutto grazie a donazioni private. “Trump ha raccolto più soldi per il suo insediamento di ogni altro presidente nella storia”, si legge sul sito. Lo staff vuole evitare un circo mediatico. Per Steve Kerrigan, direttore del comitato dell’Inauguration Day di Barack Obama nel 2013, ha detto che 90 milioni gli sembra una cifra esagerata: “Non riesco a immaginare come possano spendere quella somma di denaro e come abbiano fatto a raccoglierla […]. Abbiamo pianificato le due più grandi cerimonie nella storia del nostro Paese e non ci siamo avvicinati a quella cifra”.

TRA SFILATE E FESTE

Non è stato diffuso il programma ufficiale, ma si prevede che l’Inauguration Day di Trump inizierà con la sfilata della Marina americana da Pennsylanvia Avenue fino alla Casa Bianca. Ci sarà anche un concerto al Lincoln Memorial che vedrà sul palco Toby Keith, Lee Greenwood e l’attore Jon Voight. Lo spettacolo finirà con i fuochi d’artificio.

Importanti sono anche le cene di gala che si tengono a Washington i giorni precedenti e successivi all’insediamento. Si tratta di feste ufficiali e non e qualsiasi cittadino può chiedere un invito alla Commissione di inaugurazione presidenziale.

LE STAR: PRESENTI E ASSENTI

Non solo Melania Trump ha problemi a trovare uno stilista che la vesta per la cerimonia (qui l’articolo di Formiche.net). Anche il presidente eletto ha faticato nel trovare un artista che intonasse l’inno. Dopo il rifiuto di Andrea Bocelli, Celine Dion. Elton John, Garth Brooks, Chainsmokers e altri (qui l’elenco completo), ha finalmente accettato la soprano di 16 anni Jackie Evancho, concorrente del programma America’s Got Talent. Pochi i nomi noti nell’elenco delle star: Beau Davidson, Stephanie Winston Wolkof, The Reagan Years, DJ Romin, The Star Spangled Singers, Mormon Tabernacle Choir e The Rockettes.

“QUESTO NON È WOODSTOCK”

Boris Epshteyn, direttore delle comunicazioni del Comitato inaugurale, ha detto alla Cnn che i rifiuti incassati non costituiscono un problema: “Nessuno vuole cantare? Non c’è problema. Questo non è Woodstock […] Non è un concerto, ma una cerimonia”. Eric Kasper, professore dell’Università del Wisconsin-Eau Claire, esperto di musica nella politica americana, sostiene che Trump è molto diverso degli altri presidenti degli Stati Uniti. Il Paese non è mai stato così diviso, per cui i candidati sono costretti ad attrarre gli elettori verso il centro. Nel 2000 e nel 2004 non c’era questo livello di polarizzazione. Per questo anche i musicisti conservatori di musica Country hanno preferito non addentrarsi nel terreno politico”.

La star di Broadway, Idina Menzel, ha detto alla rivista Vanity Fair che forse il nuovo presidente troverà la soluzione da solo: “Chissà se canterà lui stesso. Probabilmente pensa di avere una grande voce. Lui crede che fa tutto alla grande, magari si farà un concerto da solo”.


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