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Forze armate, tutti i dettagli del decreto che riordina le carriere

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1,6 miliardi in due anni. Questi i fondi destinati dal governo di Paolo Gentiloni al riordino delle carriere del comparto sicurezza e difesa. Il decreto è stato approvato ieri dal consiglio dei ministri.

L’APPROVAZIONE DAL CDM
“Il Consiglio dei ministri ha approvato la delega della riforma delle carriere delle Forze armate, di polizia e dei Vigili del fuoco. Un obiettivo storico, per molti anni richiesto dagli operatori, che diventa realtà”. Così il ministro dell’Interno Marco Minniti ieri ha annunciato al termine del vertice a palazzo Chigi il via libera al riordino delle carriere del comparto difesa e sicurezza. Un provvedimento “atteso da vent’anni”, ha aggiunto il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Nel corso della prossima settimana, il decreto dovrebbe passare in Parlamento e alla conferenza Stato-regioni.

LE CIFRE DELLA RIFORMA
Dal Cdm che ha approvato gli ultimi decreti per l’attuazione della riforma della pubblica amministrazione promossa dal ministro Madia, è arrivato anche l’ok alla riorganizzazione delle carriere militari, delle Forze di Polizia e del Corpo dei Vigili del fuoco. 621 milioni per il 2017 e 1 miliardo e 27 milioni per il 2018: queste le cifre “immediatamente operative” che l’esecutivo Gentiloni destina. In questo modo, ha spiegato il ministro Minniti, “si ridefinisce tutto il percorso delle carriere” e si danno “risposte a coloro che si dedicano ogni giorno a a sicurezza e soccorso”. Minniti ha poi aggiunto: “Si confermano gli impegni per le nuove assunzioni per sicurezza, difesa e vigili del fuco, con risorse pari a 140 milioni ogni anno”.

LE PAROLE DI GENTILONI
“Oggi abbiamo preso decisioni molto rilevanti”, ha commentato il premier Paolo Gentiloni. Si tratta del “completamento con le ultime deleghe della riforma della pubblica amministrazione, un’operazione complessa di grandissimo valore strategico per il nostro Paese molto atteso anche a livello europeo che prevede il riordino della sicurezza e delle Forze armate”. Al di là “delle discussioni sulla velocità e lentezza delle riforme, il governo prosegue nel suo cammino e lo ha fatto con decisioni molto rilevanti, dalla tutela del risparmio alla sicurezza urbana fino all’immigrazione”, ha rimarcato il presidente del Consiglio.

IL COMMENTO DEL MINISTRO PINOTTI
“Finalmente, dopo molti anni, si riempie di risorse il significato della specificità”, ha commentato il ministro della difesa Roberta Pinotti. “Un provvedimento atteso da oltre vent’anni, grazie a un impegno molto significativo (650 milioni quest’anno e più di un miliardo il prossimo anno), potrà vedere la luce per premiare la professionalità degli uomini e delle donne delle nostre Forze armate e Forze dell’ordine e Vigili del Fuoco ai quali molto chiediamo e che molto danno in ogni esigenza del Paese”, ha aggiunto la Pinotti.

COSA CAMBIA PER LE FORZE ARMATE
Il decreto legislativo che dovrà passare all’esame parlamentare attua la legge del 31 dicembre 2012 (n.244) che “detta disposizioni per il riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze Armate, in un contesto di equiordinazione del loro ordinamento con quello delle Forze di Polizia ad ordinamento civile”, si legge nel comunicato del vertice a palazzo Chigi. Il provvedimento punta in particolare a “valorizzare le funzioni dei diversi ruoli, in special modo di quelli iniziali e intermedi, in linea con le nuove esigenze d’impiego dello strumento militare”. In altre parole, verranno ridisegnati “percorsi formativi e sbocchi di carriera e garantendo un livello delle retribuzioni coerente con le responsabilità, attraverso il ricorso a strumenti differenziati”. Il decreto interesserà tutte le Forze armate, compresi l’Arma dei Carabinieri e il Corpo della Guardia di Finanza, intervenendo nel complesso “in materia di reclutamento, stato giuridico, parametri stipendiali e avanzamento del personale, individuando altresì nuove opportunità di progressione attraverso procedure concorsuali”.

DAL LIBRO BIANCO AL DECRETO
Per il comparto Difesa, il decreto attuativo si aggiunge al disegno di legge delega che il consiglio dei ministri aveva approvato lo scorso 10 febbraio per l’implementazione del Libro Bianco. L’obiettivo generale resta l’efficientamento delle Forze armate, del ministero della Difesa e delle sue strutture. In questo ambito si inserisce la riduzione del personale dipendente da 190mila unità a 150mila entro il 2024. Dal ddl era inoltre arrivato il via libera al ribilanciamento della formula professionale, con un potenziamento del modello a tempo determinato rispetto a quello indeterminato. “Oggi – aveva spiegato la Pinotti illustrando i punti cardine del disegno di legge per il Libro Bianco – abbiamo l’82% dei dipendenti della Difesa con contratto a tempo indeterminato e questo produce drammatici effetti sull’invecchiamento del personale, che ha un’età media di 38 anni”. Il riferimento, rispetto all’iniziale rapporto 50-50, è un modello che prevede un 60% a tempo indeterminato contro il 40 a tempo determinato, con formule che consentano il passaggio a lavori differenti dopo l’esperienza militare in forma prefissata. Per la struttura del ministero, la novità al vertice prevista dal ddl riguarda il segretario generale della Difesa e direttore nazionale armamenti, carica attualmente ricoperta dal generale Carlo Magrassi. I due incarichi potrebbero infatti venire divisi. “Un domani ci sarà un direttore nazionale armamenti e responsabile logistica”, aveva aggiunto il ministro Pinotti, specificando che, come già previsto nella legge 25 del 1997 di riforma dei vertici, tale incarico potrà essere assegnato anche a un civile.


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