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La sostenibilità ambientale passa anche per l’agricoltura

Di Luca Braia

Realizzare una mappatura aggiornata e dettagliata delle risorse naturali esistenti e del relativo stato di salute in Basilicata; implementare procedure e modelli di misurazione e monitoraggio degli eventuali miglioramenti sulla qualità e sulla quantità delle produzioni in stretto rapporto con l’ambiente, misurando sistematicamente la capacità di catturare CO2; rendere fruibili al comparto agricolo le sempre maggiori quantità di informazioni e servizi generati anche da programmi spaziali come Copernicus e Cosmo-SkyMed; infine, costruire una cabina di regia che gestisca questa nuova fase storica in cui le tecnologie spaziali saranno parte integrante del nuovo processo di sviluppo anche in agricoltura. Su questo dobbiamo lavorare in maniera veloce ed efficace.

Questa straordinaria Regione, descritta qualche anno fa dal regista americano di origini lucane Francis Ford Coppola, come il luogo dove riscoprire la terra, sta oggi esplorando quali opportunità e sinergie si possono costruire per sviluppare applicazioni spaziali volte a rispondere ai bisogni degli agricoltori nei territori. Stiamo lavorando in sinergia con Nereus, la rete delle Regioni europee che usano le tecnologie spaziali, di cui siamo tra i fondatori: l’obiettivo è cominciare a discutere, dopo Expo 2015, con un linguaggio nuovo di spazio, anche nella relazione con il cibo, e di sostenibilità ambientale connessa all’agricoltura. In una terra che ritorna a scommettere sulle sue peculiarità (terra fertile e disponibile, ambiente salubre, paesaggi incantevoli, storia millenaria e tradizioni uniche), ma anche su innovazioni e tecnologie come elementi-chiave di quella competitività utile a vincere le s de di questo tempo. Le tecnologie spaziali possono essere uno strumento essenziale per monitorare i raccolti, la deforestazione, la pesca; per sostenere gli agricoltori nell’impiego più efficiente di acqua e fertilizzanti, ma anche per aiutare i Paesi ad affrontare le sfide dei cambiamenti climatici come siccità, inondazioni, incendi e desertificazione.

In Basilicata, negli ultimi dieci anni, non siamo stati a guardare e il lavoro fatto e le competenze acquisite da decine di aziende, confluite prima nel consorzio Createc e successivamente nel consorzio pubblico/privato Tern, ci fanno a pieno titolo rivendicare un ruolo di leadership nazionale ed europeo soprattutto nel comparto della earth observation. Il progetto Nibs (Networking and internationalization of Basilicata space technologies), ad esempio, ha evidenziato come la rete dei servizi spaziali della Basilicata e i satelliti, uniti alla tecnologia mobile e al sapere contadino, possano elaborare prodotti e servizi in grado di dare un grande aiuto anche al settore dell’agricoltura.

L’ambizione della Basilicata è quella di diventare una Regione-laboratorio, un modello virtuoso di sviluppo rurale dell’intero Mezzogiorno e del Mediterraneo in cui Università, mondo della ricerca, imprese, professionisti e associazioni siano a servizio degli agricoltori e dell’agricoltura e non viceversa. Abbiamo cominciato questo lavoro già nell’ambito del Psr (Programma di sviluppo rurale) 2014-2020, a partire dalle misure destinate a cooperazione e ricerca, di prossima scadenza, rispetto alle quali nutriamo grandi aspettative. Del resto, per la prima volta, i protagonisti della ricerca e dell’impresa hanno lavorato insieme e in maniera non frammentata per l’elaborazione dei progetti e per il raggiungimento degli obiettivi.

Stiamo infatti da tempo lavorando con stimolo continuo e coinvolgimento costante del mondo della ricerca per mettere in piedi progettualità pubblico-private finalizzate a far crescere il livello di consapevolezza e di conoscenza del comparto agricolo, sostenendo la selezione e la costituzione di gruppi operativi, composti da attori pubblici della ricerca e da filiere produttive private interessate ad applicarla per migliorare le proprie capacità produttive, consumando sempre meno ambiente.

La traiettoria e le prospettive di sviluppo che la Regione Basilicata si è data attraverso il documento corale “Smart specialization strategy” orienterà tutta la partita della ricerca, dell’innovazione e del sostegno alle imprese. Le politiche del settore agricolo e della trasformazione dei prodotti, insieme a quello della valorizzazione delle risorse naturali e al neonato cluster lucano della bioeconomia, rappresentano un’opzione vincente di rete che guiderà il processo in relazione diretta con il cluster nazionale ed europeo.

Le osservazioni della Terra dallo spazio sono nate negli anni Sessanta proprio con lo scopo di aiutare l’agricoltura. In quegli anni, a Matera , si consumava il dramma di un luogo ritenuto una vergogna d’Italia, che di agricoltura e ruralità viveva, inconsapevole di diventare un giorno quello che tutti possiamo ammirare oggi, il simbolo del riscatto di una città, di una regione, dell’intero Mezzogiorno.

Nel 2016, proprio da Matera, città resiliente e rinata, capitale europea della cultura 2019, in cui si può leggere la storia dell’uomo dalla selce al silicio, dai buchi neri della Terra ai buchi neri dello spazio, accogliamo l’Europa delle tecnologie spaziali più avanzate e lanciamo messaggi di futuro, per l’agricoltura e per la sostenibilità, mettendo insieme ricercatori, politica e coltivatori. La sfida dell’agricoltura 4.0, per noi, è appena cominciata.

Luca Braia, Assessore Politiche agricole e forestali della Regione Basilicata


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