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Tutte le baruffe a 5 stelle su Chiara Appendino per il bilancio ereditato da Piero Fassino

Chiara Appendino, il sindaco più amato d’Italia secondo le ultime rilevazioni, ha difficoltà a far quadrare i conti del Comune di Torino. Difficoltà ammesse da lei stessa, costretta a dover incassare la prima seria sconfitta politica del suo mandato. Nell’ultima seduta del consiglio comunale, lunedì, i grillini sono stati protagonisti di una giravolta, annullando una mozione che avevano approvato appena tre mesi fa, pur di evitare un disastro contabile.
Il M5S il 29 novembre scorso si era impegnato a non utilizzare i proventi degli oneri di urbanizzazione e delle sanzioni edilizie per finanziare le spese correnti. Un proposito virtuoso, considerato che i manuali di finanza pubblica invitano a non utilizzare entrate straordinarie (come appunto gli incassi in questione) per puntellare il bilancio. Un proposito che però è durato poco, giusto il tempo di capire che, senza attingere alle entrate “extra”, i conti del Comune sarebbero andati in rosso. E così, Appendino, per non tagliare i servizi e aumentare le tasse, si è rimangiata tutto. Ma non è detto che basti.

IL BILANCIO SCRICCHIOLA

Potrebbe non bastare perché il bilancio di Torino scricchiola. Lo certifica la Corte dei Conti, che venerdì scorso, nell’ambito dell’istruttoria aperta nei confronti del Comune, ha certificato un disavanzo di 300.000 euro per il 2015 e per il 2016. Fra le contestazioni mosse dalla magistratura contabile al Comune c’è proprio l’utilizzo delle entrate non ripetitive per finanziare la spesa corrente. Certo, i rilievi riguardano l’era in cui a Palazzo Civico sedeva Piero Fassino, ma ora tocca ad Appendino sbrogliare una matassa particolarmente ingarbugliata, considerato che i conti non tornano neanche nei bilanci delle società controllate dal Comune.

LA “PORCATA” DEI GRILLINI

Nel frattempo si alzano i toni della polemica. Fra i più accesi Stefano Lo Russo del Pd, l’ex assessore all’urbanistica, “Appendino con una sberla a cinque dita alla sua maggioranza chiede di revocare la mozione – ha detto in consiglio – È una porcata, una vergogna contabile. Il sindaco ha raccontato balle in tutta la campagna elettorale, dicendo che noi, i “pericolosi palazzinari” avevamo devastato le casse del Comune, che avevamo usato l’urbanistica per fare cassa. Ma noi non usavamo gli oneri per finanziare la spesa corrente”.
I grillini hanno incassato. “È sconcertante vedere le minoranze che brindano sulle macerie da loro stessi create – ha replicato Valentina Sganga, che se l’è presa con la “gestione scriteriata” del Pd negli anni passati – Non abbiamo cambiato idea, per noi annullare la mozione rappresenta una sconfitta. Dobbiamo farlo perché non abbiamo scelta: noi il sistema lo vogliamo scardinare, ma abbiamo bisogno di tempo”.
Le reciproche accuse fra gli amministratori di oggi e quelli di ieri sono proseguite lungo tutta la seduta, mentre sullo sfondo aleggiava la “minaccia” della Corte dei Conti. Fassino si è rivolto ai grillini. “Negli ultimi 20 anni abbiamo costruito la metropolitana, il termovalorizzatore, abbiamo riqualificato aree industriali. Tutto questo non è gratis. Io non mi sono mai sognato di rimproverare i sindaci precedenti per il debito che mi hanno lasciato, perché quel debito è stato la conseguenza di una politica di investimento. Non avete ereditato una città disastrata, fate i conti con le stesse difficoltà che avevamo noi”.

APPENDINO: “SARA’ UN BILANCIO DIFFICILE”

Insomma, come a Roma, anche a Torino la prima prova di governo del M5S si sta rivelando complicata, anche se le difficoltà delle due sindache sono del tutto diverse e difficilmente paragonabili. Se Virginia Raggi nella Capitale deve battersi più che altro sul fronte giudiziario e sulla diatriba legata al nuovo stadio per la Roma, sotto la Mole Appendino affronta una grana ben più “politica”: l’accusa, infamante per una grillina, di essere “identica al Pd”, come ha detto il consigliere Fabrizio Ricca della Lega. La sindaca torinese ha reagito agli attacchi con l’aplomb che molti in questi mesi le hanno riconosciuto, pur usando toni fermi. “Abbiamo la forza per affrontare il problema – ha argomentato la sindaca assumendosi la responsabilità della “piroetta” – Ma dobbiamo dirlo: il nostro sarà un bilancio molto difficile. Ognuno si assuma le sue responsabilità”.
Ora si apre la partita più delicata: l’approvazione del primo bilancio totalmente “made in Appendino”. C’è ancora un mese di tempo e secondo alcuni, per esempio Lo Russo, bisogna aspettarsi “lacrime e sangue”. Viste le premesse, la previsione dell’ex assessore rischia di avverarsi, e a questo punto non si escludono manovre impopolari da parte della maggioranza pentastellata. Dopodiché si riaprirà la partita delle responsabilità politiche. Per il consigliere forzista Osvaldo Napoli è già tutto scritto: “La giunta si prepara allo scaricabarile. C’è sempre qualcuno che ha governato prima che giustifica gli sbagli di chi governa oggi. Ma in realtà il sindaco si accorge che non è in grado di mantenere una sola promessa fatta in campagna elettorale. Se ne sono accorti i comitati che l’avevano appoggiata e che ora considerano finita la luna di miele”.


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