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Cosa fa (e cosa dice) il Movimento 5 Stelle in Venezuela e in Argentina

Nonostante il capo del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, a febbraio del 2014 avesse appoggiato con un post le manifestazioni contro il presidente venezuelano Nicolás Maduro, oggi un membro del partito ha risposto positivamente all’invito del regime a visitare il Paese e commemorare il 5 marzo i quattro anni della morte dell’ex presidente Hugo Chávez. “Difficile avere informazioni chiare e precise… I manifestanti si battono per la libertà contro il presidente Maduro che, a detta dell’analista Moises Naim, sta uccidendo il Venezuela. È impopolare e schiaccerà le proteste. Il governo non sa come gestire l’economia e lo ha portato alla catastrofe. Nei negozi non c’è neppure il latte per i bambini. Abbiamo l’inflazione più alta del mondo, distruzione del lavoro e paralisi…”, aveva scritto Grillo. Ma Chávez è libero da responsabilità sulla crisi?

CINQUE STELLE IN AMERICA LATINA

Sul blog (meno seguito) del deputato Manlio Di Stefano, capogruppo M5S nella commissione Affari Esteri della Camera, si legge che è andato a Caracas con Ornella Bertorotta e Vito Petrocelli, vice presidente del Comitato Italiani all’estero. Sono partiti il 2 marzo e si tratterranno in America latina fino all’11 marzo. “Una visita che, naturalmente, si inserisce in una cornice di missioni parlamentari già svolte in diversi Paesi della regione e a cui in passato hanno preso parte esponenti M5S”, si legge nel post.

L’AGENDA A BUENOS AIRES

La prima tappa del viaggio è stata in Argentina, dove vive la comunità italiana all’estero più numerosa. In un’intervista al quotidiano di sinistra Página 12, Di Stefano ha detto che “il motivo di questo viaggio è aprirci all’America latina. La stampa straniera molte volte ci presenta come una realtà simile a Marine Le Pen o Trump. Il nostro cambiamento è un’altra cosa. Siamo diversi dalla vecchia politica. Siamo nuovi perché stiamo facendo un percorso politico nuovo e siamo unici al mondo, perché non esiste nessun movimento nato dal basso, che va avanti da 12 anni. Vogliamo presentare il M5S come quello che realmente è, perché crediamo che sarà una forza nel futuro governo dell’Italia. I governi italiani si sono dimenticati dell’America latina completamente e noi vogliamo riprendere questi rapporti”. “Quando saremo al governo, al contrario, considereremo di massima importanza il potenziamento delle relazioni con l’America latina. E iniziamo da subito”, ha scritto Di Stefano sul blog di Beppe Grillo.

CRITICHE A MAURICIO MACRI

Nel 2015 Matteo Renzi è andato in Argentina per firmare una serie di accordi bilaterali con il neo presidente Mauricio Macri, che è anche venuto in visita in Italia (qui l’articolo di Formiche.net). Sul presidente argentino Di Stefano non ha voluto fare commenti perché “non è il nostro compito commentare la politica interna di un Paese, ognuno vota il presidente che vuole. Detto questo, noi non abbiamo mai creduto in un movimento liberale né in un movimento con le sfumature di sviluppo che vuole Macri. Ma gli argentini l’hanno votato e avranno le loro ragioni”. Da quanto si legge su Página 12, Di Stefano e gli altri parlamentari sono stati in Argentina fino al 3 marzo e hanno incontrato la comunità italiana, il movimento Madres de la Plaza de Mayo e l’ESMA. Sul sito di Beppe Grillo Di Stefano sostiene di aver incontrato rappresentanti delle diverse forze politiche dell’Argentina, “nonché le principali realtà imprenditoriali italiane presenti nel Paese, da Pirelli a Enel passando per Ferrero e qualche media impresa”.

IL VENEZUELA DI MADURO

Un viaggio più lungo e meno plurale dal punto di vista politico sarà quello del Venezuela. Lì sono previsti “incontri con i rappresentanti delle organizzazioni regionali dell’America latina, come Celac, Unasur, Alba-Tcp, nonché incontri bilaterali con i diversi rappresentanti governativi della regione che arriveranno a Caracas il 5 marzo in occasione dell’anniversario della morte di Hugo Chávez”. Non sono previsti appuntamenti con il Parlamento venezuelano, che ha ricevuto invece i deputati italiani Pier Ferdinando Casini e Renata Bueno a dicembre né con portavoce dell’opposizione venezuelana.

IN DIFESA DELLA SOVRANITÀ 

La visita di Di Stefano per commemorare la morte di Chávez – e gli incontri esclusivamente con rappresentanti del governo – ha scatenato le più feroci critiche da parte della comunità di italo-venezuelani in Italia e in Venezuela. Sulla Voce d’Italia, organo di stampa degli italiani in Venezuela, riferiscono le dichiarazioni del deputato pentastellato sull’obiettivo del partito di riportare il rispetto alla “sovranità e l’indipendenza, dello Stato di diritto e dell’autodeterminazione di ogni popolo per la costruzione di un mondo realmente multipolare e che rispetti il diritto alla pace di tutte le popolazioni”. Il quotidiano chiude l’articolo scrivendo: “Non ha precisato (Di Stefano, ndr), però, se nella politica estera del M5s è contemplato anche il rispetto dell’autonomia dei poteri e la difesa delle libertà democratiche, prima fra tutte quella di espressione, che in Italia sono state difese anche e soprattutto nei terribili anni di piombo”.

STRATEGIA NEOLIBERALE

Di Stefano, che non ha commentato la crisi economica e sociale, le denunce di violazione dei diritti umani e della libertà di pensiero e di espressione che si stanno abbattendo contro il Venezuela, si è limitato a criticare l’esclusione del Paese dall’alleanza Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay). Secondo lui, si tratta di “una strategia politica che vuole promuovere un’agenda economica neoliberale”. Il testo – pieno di passaggi anti-imperialisti e privo di una visione chiara su cosa sta succedendo in Venezuela – è stato diffuso dall’account Twitter di Delcy Rodríguez, ministro degli Affari esteri venezuelano.

LA MINACCIA IMPERIALISTA

“Quando George W. Bush cercò di imporre l’Alca per l’America latina, provocò una reazione straordinaria. Si sono svegliate le coscienze della popolazione. Le stesse hanno saputo prendere in mano il futuro e i diritti. Oggi queste conquiste pendono da un filo. L’esclusione del Venezuela da Mercosur accelera la creazione (imposizione) di un nuovo mostro (Trattato) antidemocratico con l’Unione europea, il quale, vogliamo sottolinearlo, un’altra volta è dal lato sbagliato della storia. Noi come Movimento 5 Stelle ci opporremo nel caso ci fosse la firma del Trattato di ratificazione da parte dell’Italia, come ci siamo opposti alla firma e ratificazione del Ceta e del Ttip”.

IL RICORDO DI CHAVEZ

Sulla commemorazione della morte di Chávez e il suo ruolo politico in Venezuela, sono da ricordare le parole di Giuliano Cazzola su Formiche.net: “Di ritorno da una missione in quel Paese, Pier Ferdinando Casini ha dichiarato che a lui sono stati sufficienti tre giorni di permanenza in Venezuela per rendersi conto del caos in cui vive quel Paese. Io non sono, come Casini, presidente della commissione Esteri del Senato e quindi non sono tenuto a fare delle visite di carattere istituzionale. A me basta ricordare che Hugo Chavez – la cui politica è l’origine e la causa dei guai del Venezuela – era stimato e apprezzato da Fausto Bertinotti”.


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