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A che punto è la storia della Biblioteca apostolica

biblioteca apostolica, BARBARA JATTA JEAN LOUIS Burguès

Arriva al quarto volume, l’opera bibliografica intitolata Storia della Biblioteca apostolica Vaticana. Una collana di sette volumi che illustra la storia della biblioteca del papa, dalla metà del quindicesimo secolo fino ad oggi. L’ultimo libro, “La Biblioteca Apostolica e le arti nel secolo dei lumi”, è stato curato dalla neodirettrice di Musei vaticani, Barbara Jatta, ed è dedicato al Settecento. La pubblicazione è stata presentata, ieri pomeriggio, nella Sala del Braccio Nuovo dei Musei vaticani. Alla conferenza di presentazione, oltre all’autrice, hanno preso parte monsignor Cesare Pasini, prefetto della Biblioteca Apostolica vaticana, monsignor Jean-Louis Burguès, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa ed Antonio Paolucci, ex direttore dei Musei vaticani.

LE PAROLE DI MONSIGNOR BURGUÈS

Ad aprire i lavori è stato l’arcivescovo francese, che si è soffermato sull’importanza del Settecento dal punto di vista non solo politico ma anche culturale. Un secolo che “si chiude nel segno del cambiamento impresso dalla rivoluzione, che ha portato alla dissoluzione dell’ancien régime”. Un contesto storico dove, secondo monsignor Burguès, ha avuto un ruolo importante la figura di Pio VI, che definisce “un emblema del diciottesimo secolo, essendo un papa colto che consentì la nascita dei Musei vaticani, che nel corso dei secoli hanno raccolto e conservato una raccolta di collezioni fra le più ricche al mondo”. Il quarto volume della Storia della Biblioteca Vaticana, dunque, testimonia come la Biblioteca Vaticana abbia recepito le novità dell’Illuminismo risentendo, al tempo stesso, delle vicende storiche post-rivoluzionarie come le requisizioni ed il passaggio di una parte corposa delle collezioni in mano francese.

LA BIBLIOTECA APOSTOLICA TRA PASSATO E FUTURO

Monsignor Pasini, invece, ha ricordato gli autori dei volumi precedenti ed ha anticipato i nomi dei prossimi. Il quinto volume sarà curato da Andreina Rita, mentre il sesto da Paolo Vian, mentre il curatore del settimo volume, la cui pubblicazione è prevista nel 2022, non è stato ancora annunciato. Il prefetto della Biblioteca apostolica vaticana ha ricordato l’attenzione di Papa Francesco alla ricerca ed alla cultura nel dialogo, che costituisce la “diplomazia della cultura”. Egli, poi, ha ricordato l’impegno di Jatta, durante la stesura del volume, dichiarando: “L’autrice si è trovata in una congiuntura particolare poiché si è dovuta occupare, prima, della nascita dello storico periodo della nascita delle collezioni museali vaticane, per la Biblioteca apostolica. Successivamente, si è dovuta occupare delle collezioni vaticani attuali, che hanno preso origine proprio dalle collezioni settecentesche”. Barbara Jatta, prima di essere nominata direttrice dei Musei vaticani, ha lavorato per anni nella Biblioteca vaticana. A questo proposito, monsignor Pasini ha raccontato un aneddoto: “A papa Francesco, in occasione degli auguri di Natale, ho detto che è stato proprio bravo a nominare Jatta ai Musei vaticani però ci dispiace che ce l’abbia porta via”. Il prefetto ha concluso il suo intervento parlando della fase storica attuale della Biblioteca, dove “sono allo studio delle soluzioni per sfruttare pienamente le potenzialità offerte dalle tecnologie digitali per conservare con efficacia i documenti ed i volumi e renderli accessibili a tutti i suoi studiosi, ovunque essi si trovino”.

CHE COSA HA DETTO PAOLUCCI?

Il terzo intervento è stato tenuto dal professor Paolucci che, ha fatto un lungo excursus della storia della Biblioteca vaticana dal Settecento ad oggi e non ha risparmiato critiche. Una è stata fatta a papa Clemente XIV, definito “un uomo colto ma debole di fronte alle pressioni politiche esterne, che portarono al punto più basso della Biblioteca vaticana, nella sua storia”. Un’altra critica, invece, ha riguardato la chiusura della biblioteca, avvenuta durante il pontificato di Giovanni Paolo II, quando una parte della Biblioteca Apostolica Vaticana è stata “amputata ed affidata alla Direzione dei Musei vaticani per ragioni amministrative ma anche politiche”. Infine, egli ha ricordato l’importanza che rivestiva la Biblioteca apostolica vaticana per gli intellettuali Settecento definendola un “must dei voyages en Italie”.

CONCLUSIONE

La presentazione si è conclusa con l’intervento dell’autrice, che ha ricordato la Stanza delle stampe, che è stata distrutta per la realizzazione della Sala Braccio nuovo, dove si è svolta la presentazione. Infine, ella ha ringraziato gli ex colleghi per il supporto ricevuto nel lavoro di ricerca da cui è scaturito il libro.



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