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Perché abolire i voucher è stata una follia (pure dei sindacati). Parla Bonanni

“Abolire i voucher è stata una follia”. Il giudizio di Raffaele Bonanni sulla recente e controversa mossa del governo sulle politiche del lavoro è tranchant. L’ex segretario della Cisl non risparmia critiche a nessuna delle parti in causa: né alla Cgil, il sindacato promotore della crociata anti voucher, né a Confindustria, alla Uil e alla “sua” Cisl, che pur opponendosi all’abolizione non avrebbero fatto abbastanza per evitarla.

È stata una mossa del tutto inattesa, quella con cui il presidente del consiglio la scorsa settimana ha annunciato l’eliminazione totale dei buoni lavoro, i “ticket” per retribuire i lavoratori occasionali che si possono, o meglio si potevano, comprare anche in tabaccheria. Erano nati nel 2003 per regolarizzare le prestazioni occasionali e limitare il nero, ma dopo la liberalizzazione, voluta dal governo Monti nel 2012, hanno finito per essere sovrautilizzati. La Cgil ha quindi promosso un referendum per abolirli, e per disinnescarlo il Governo ha optato per la totale marcia indietro, raccogliendo critiche trasversali.

Anche da parte di Bonanni: “L’errore, sui voucher, fu andare oltre la legge Biagi, che ne limitava fortemente l’utilizzo alle prestazioni occasionali – argomenta l’ex presidente Cisl a margine della presentazione, a Torino, del suo libro, “Digitale e potere collettivo” – Erano nati per retribuire l’insegnante che dava ripetizioni, la baby sitter, il lavoro agricolo e sono stati poi utilizzati anche in edilizia, un settore in cui proprio non avevano senso. Si sono create sicuramente molte ingiustizie. E questo è stato un errore dei precedenti Governi. Detto ciò, è stato sbagliatissimo da parte della Cgil chiedere un referendum su questa materia. Quella dei voucher è una quisquilia, sullo scenario del mondo del lavoro. E neppure capisco l’ammissione della referendum della Corte Costituzionale: se uno può fare un referendum sui voucher lo può fare su qualunque cosa”.

Però c’è stata una evidente distorsione del loro utilizzo. Cosa avrebbe dovuto fare il governo?

Semplicemente ritornare alla legge Biagi, limitando l’utilizzo dei voucher.

Insomma, l’errore più grosso l’ha fatto la Fornero?

Esattamente. Ma qui gli errori li hanno fatti tutti. La Cgil, la Corte, e pure le parti sociali che erano contrarie all’abolizione: Confindustria, Cisl e Uil avrebbero dovuto fare un avviso comune al Governo o al Parlamento. Il Governo avrebbe dovuto ritornare alla Biagi. E cosa fa, invece? Abroga i voucher. È una cosa incredibile. Quando l’ho saputo ero in Brasile, pensavo di non aver capito male. Tutto pensavo meno che si arrivasse a questa soluzione irresponsabile. E per di più farlo alla ricorrenza della morte di Biagi…

E secondo lei il motivo di questa decisione qual è?

È venuta fuori l’italietta degli opportunismi e degli opportunisti.

Come si è comportata la Cisl?

Cisl, Uil e Confindustria hanno sottolineato disappunto per la decisione del Governo. Però loro, che ben conoscono la situazione di confusione politica, avrebbero dovuto premunirsi. Avrebbero dovuto mettere in conto che l’italietta degli opportunismi avrebbe potuto intervenire.

Diamo un nome a questi opportunismi.

Il Governo, per far fuori il referendum e per non avere problemi con l’ala sinistra dentro al Pd, ha fatto questo pasticcio. Non saprei vederla diversamente.

Qual è ora, a suo giudizio, una soluzione futuribile per il problema del lavoro nero? Si dice che potrebbe nascere un altro strumento simile ai voucher, con un nome diverso.

Non credo. Se li hanno aboliti soltanto per rabbonire la sinistra dentro e fuori dal Pd, difficilmente faranno qualcosa del genere a breve. E questo è molto triste. È un problema per tutte le persone che hanno buon senso, in politica. Costoro dovrebbero in qualche modo organizzarsi. Perché quando un partito diventa l’alfa e l’omega di tutta la vicenda politica italiana, poi succedono cose di questo tipo. In questa vicenda, come si vede, c’è un insegnamento per ciascuno.

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