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Fintech, cosa prevede il piano di azione europeo

Andrea Brancatelli, fintech

Lo scorso 23 marzo 2017 la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica per il settore fintech (finanziario-tecnologico) che si chiuderà il prossimo 15 giugno 2017. L’obiettivo è quello di agevolare la creazione, condivisa, di un contesto finanziario europeo maggiormente competitivo e innovativo.

Contestualmente la Commissione europea ha emesso anche un “Piano d’azione riguardante i servizi finanziari destinati ai consumatori”, con l’intento di fornire ai consumatori prodotti migliori e maggiore scelta. Il piano è accompagnato da una panoramica delle azioni della Commissione – con un focus dedicato ai servizi fintech – incluse relative tempistiche.

Per capire l’impatto delle azioni della Commissione, per i consumatori e gli operatori, è sufficiente citare alcuni punti: ridurre le commissioni per i pagamenti transfrontalieri per tutte le operazioni, anche in valute diverse dall’euro (quarto trimestre 2017); facilitare le possibilità per i clienti di cambiare operatore di servizi finanziari (secondo semestre 2018); agevolare l’accesso dei clienti ai prestiti transfrontalieri (primo semestre 2018); nonché sostenere in generale lo sviluppo del settore fintech e di un mercato unico tecnologico per i servizi finanziari, soprattutto sulla base del lavoro svolto dalla Financial technology task force creata lo scorso novembre (quarto trimestre 2017).

Il contesto e gli esempi pratici delle azioni della Commissione vengono sviluppate in dettaglio nel documento della Commissione denominato “fact sheet”, dove vengono identificati esempi concreti di auspicabile miglioramento del sistema, per i consumatori, nonché impatti rilevanti per gli operatori.

Per quanto riguarda la riduzione delle commissioni per i pagamenti transfrontalieri (anche in valute diverse dall’euro) basti citare il seguente esempio: alcune banche rumene e bulgare attualmente applicano una commissione ricompresa tra euro 15 ed euro 30 per trasferire, all’interno dell’Ue, un importo pari a euro 100, anche in valute diverse dall’euro. Diversamente, come modello che si intende implementare, in Svezia le banche applicano commissioni uguali per bonifici nazionali e all’interno dell’Ue, nonostante anche in Svezia circoli una valuta diversa dall’euro.

Al fine di consentire al cliente di facilitare le possibilità di cambiare operatore si propone di introdurre (come già fatto dalla direttiva 2014/92/Ue sui conti di pagamento) una responsabilità solidale tra vecchio operatore finanziario e nuovo operatore finanziario per il completamento delle azioni di portabilità da vecchio a nuovo operatore, richieste dal cliente.

Con riferimento alla possibilità di agevolare l’accesso dei clienti ai prestiti transfrontalieri, si sta valutando uno standard europeo per la valutazione di merito creditizio, e ciò in considerazione del fatto che attualmente ogni Stato utilizza i propri criteri e le proprie formalità.

Quale ultimo esempio di azione concreta a supporto del fintech basti citare la proposta della Commissione di estendere l’infrastruttura resa disponibile dal recente Regolamento Ue 910/2014 (cosiddetto Eidas in vigore dal primo luglio 2016) sull’identificazione elettronica anche alle banche. In pratica il regolamento Eidas permette ai consumatori europei di essere digitalmente identificati in ambito europeo e di utilizzare servizi utili quali la firma digitale, con riconoscimento in tutti i Paesi membri. L’idea sarebbe quella di estendere tale funzionalità al settore creditizio per permettere alle banche di identificare digitalmente e su scala europea i propri clienti.

Dall’esame della recente consultazione pubblica e dal collegato piano di azione, emerge chiaramente l’aspettativa della Commissione di favorire la creazione di un settore fintech in grado di fornire prodotti user friendly, accessibili e con prezzi ridotti. Inoltre, appare ormai indubitabile che il fintech ha ottenuto pieno riconoscimento anche a livello comunitario e che certamente sarà protagonista nei prossimi anni.

Infine, nel commentare l’emissione della consultazione il vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha chiarito che l’Ue deve ricercare un approccio condiviso nell’implementazione dei nuovi servizi fintech, in ogni caso cercando di bilanciare i rischi (alcuni ancora ignoti) che le nuove tecnologie portano.


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