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Come i mercati vedono un ballottaggio Le Pen-Mélanchon

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Il nervosismo dei mercati di fronte al rischio di un secondo turno Le PenMélanchon non è che la manifestazione più immediata di un problema più complesso.

Anche se non si può dimenticare che nel 1992 la Francia aveva votato no al referendum sul trattato di Maastricht, è in questa campagna presidenziale che i toni anti-europei e ‘sovranisti’ sono arrivati in superficie. Nel passato, però, l’argomento principale, a destra e a sinistra, era che la Francia doveva difendere l’Europa sociale dagli attacchi del liberalismo anglosassone e del rigore teutonico.

Nel 2017, i candidati anti-UE raccolgono la metà dei consensi: Marine Le Pen vuole tornare al franco, abolire Schengen, introdurre la preferenza nazionale per le imprese, autorizzare la Banque de France a finanziare il disavanzo pubblico, mentre per Jean-Luc Mélenchon la priorità è modificare i trattati e i loro vincoli macroeconomici, e se la cosa si rivela impossibile l’unica strada sarebbe uscire dall’euro.

Peraltro i sondaggi del primo turno del 23 aprile raccontano una storia leggermente diversa: secondo quello pubblicato ieri (IFOP-Fiducial per Paris Match e Sud Radio), il candidato di La France insoumise è sì al terzo posto, ma con 19% delle intenzioni di voto resta lontano da Marine Le Pen (24 %) e Emmanuel Macron (23%).

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