Si anima il dibattito nel mondo cattolico dopo le interviste di Beppe Grillo al quotidiano della Cei, Avvenire, e del direttore dello stesso quotidiano dei vescovi al Corriere della Sera in cui Marco Tarquinio (nella foto) aveva detto:“Sono tanti i cattolici che partecipano alle iniziative del Movimento. Se guardiamo ai grandi temi, dal lavoro alla lotta alla povertà, nei tre quarti dei casi abbiamo la stessa sensibilità”. Ecco tesi e toni delle principali reazioni (compreso il silenzio finora tenuto da Civiltà Cattolica su M5S) e la precisazione dello stesso Tarquinio che oggi risponde alle domande di alcuni lettori.
I TEMI DEL DIBATTITO
Non son mancate infatti la reazioni e i commenti. La sortita del direttore di Avvenire ha innescato infatti i commenti sia del Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi che di Alberto Melloni della Scuola di Bologna; sia La Nuova Bussola Quotidiana di Riccardo Cascioli che la Famiglia Cristiana dei Paolini, riviste distinte e distanti su molti temi. Tutti – chi ha commentato e dibattuto – a cercare di riempire di contenuti quel 25 per cento di scarto che solamente, per il direttore del quotidiano della Cei, differenzierebbe il programma di Beppe Grillo dai tre quarti di sensibilità comune sui grandi temi che a suo dire uniscono cattolici e M5S.
TARQUINIO: SOLO OPINIONI PERSONALI
Secondo il vaticanista di Repubblica, Paolo Rodari, la Cei nulla sapeva dell’endorsement cucinato dal giornale di cui è editrice: né la presidenza del cardinale Angelo Bagnasco né la segreteria generale del vescovo Nunzio Galantino. Sta di fatto che nella stessa serata è stato lo stesso Tarquinio ad avvallarne la lettura, riconoscendo di avere suscitato “non poche perplessità anche in ambito ecclesiale”. Precisando, quindi, di avere espresso solo le proprie opinioni personali senza impegnare “in alcun modo” l’editore (qui la risposta di Tarquinio alle lettere ricevute sul tema come si può leggere sul sito di Avvenire). Cioè, appunto, i vescovi. Nella risposta più lunga pubblicata oggi a pagina 2 del quotidiano, Tarquinio scrive tra l’altro: mondi cattolici e pentastellati sono “vicini sui temi della povertà, del lavoro (festivo e no), della cura della casa comune e al tempo stesso distanti su vita nascente (aborto e utero in affitto) e fne vita (eutanasia attiva o omissiva).
LA CRITICA DI FAMIGLIA CRISTIANA
Una delle critiche più tempestive è arrivata nel primo pomeriggio di mercoledì sulla home page del sito di Famiglia Cristiana. Il Vangelo secondo Grillo è stato sfogliato pagina per pagina. Per il settimanale dei Paolini non basta la retorica “francescana” dietro la quale spesso si “celano pulsioni anticlericali e laiciste”. Il Grillo che sostiene di avere fondato il MoVimento il 4 ottobre in onore del poverello di Assisi e che fin dal marzo 2013 ha preteso di arruolare Bergoglio tra le fila dei pentastellati, è quello che guida una forza politica che aspira a governare il Paese con le parole d’ordine di uno stump speech spesso “anticristiano”, in cui “non c’è argomento etico che non veda il M5S sulla sponda opposta alla dottrina della Chiesa”. Francesco Anfossi riconosce in Grillo una certa sensibilità cristiana, comunque al netto di qualche manifestazione blasfema, come la distribuzione ai suoi fan di grilli liofilizzati nell’aprile 2016 come fossero ostie.
IL PROF MELLONI: È NATO IL CLERICO-GRILLISMO
Lo storico della Chiesa Alberto Melloni dalle pagine di Repubblica individua quello che ritiene il significato sotteso dell’operazione: “Suggerire un allineamento fra Grillo e le priorità bergogliane”. La lotta all’apertura domenicale dei centri commerciali che incontra il favore dei pentastellati sarebbe il tentativo di una parte della Cei di “replicare su altri terreni i tempi in cui l’ossequio ai valori non negoziabili veniva ricambiato con benevolenza ecclesiastica”. Per Melloni non tutto l’episcopato italiano – come dimostra il fatto che della mossa di Avvenire fossero ignari in tanti – condivide quella nostalgia: “Il clerico-grillismo è minoritario”, scrive. E a proposito di riempire quell’ultimo quarto di scarto di sensibilità mancante, annota: “Fra Casaleggio e Francesco vi è uno iato incolmabile. Pace, rifugiati, migranti, giustizia, fiscalità, salute, sono solo alcuni dei capitoli che è difficile comprimere in un modesto 25 percento di disallineamento fra Papa e M5S”. C’è una regia interna nella mossa? “Sì”, sentenzia Melloni: “In pochi mesi Francesco ridisegnerà gli equilibri della Chiesa italiana” con la scelta dei vescovi di Roma e Milano, della presidenza Cei. Le nomine cardinalizie. “Ci sono dunque ambizioni che hanno i giorni contati e che cercano di fare del populismo grillino la bilancia per decidere cosa del papato conti o non conti”.
IL VOTO SUL FINE VITA
Se Tarquinio evidenzia i punti comuni con i grillini “nei temi del lavoro e della lotta alle povertà”, parole da interpretare anche come apertura al reddito di cittadinanza, ben altri sono i principi sensibili evidenziati, ad esempio, dalla Nuova Bussola Quotidiana e dal Popolo della Famiglia. Il tempismo non aiuta: proprio oggi alla Camera si avrà la plastica affermazione di quella che ieri Grillo chiamava su Avvenire “autoderminazione” dei cittadini. Con il voto a favore della legge sul fine vita, si inaugura un asse M5S-Pd, per un provvedimento che Adinolfi (e non solo lui nel mondo cattolico) definisce “eutanasia all’italiana”. Di rischio di deriva “verso il suicidio assistito”, del resto, scrive lo stesso Avvenire, che oggi dà voce a Eugenia Roccella, ex Ncd (“sarà la via italiana all’eutanasia”) e alla costituzionalista Giovanna Razzano (“Neppure nella legge olandese un’autodeterminazione simile”), oltre a un netto commento sui “risultati rischiosi del dibattito alla Camera” firmato da Giorgio Minotti, preside della facoltà dipartimentale di Medicina e Chirurgia all’Università Campus Bio-Medico di Roma Ma nell’affaire Grillo, Cascioli vede la direzione della “visione galantiniana” dove “non esistono più dei princìpi fondanti”, finisce che “tutti i temi sono sullo stesso piano: eutanasia, aborto, unioni civili, fecondazione artificiale, libertà religiosa, libertà di educazione – tutti temi su cui la distanza con i grillini è abissale – che valgono quanto la comune contrarietà al lavoro domenicale, che per Tarquinio sembra diventata una vera e propria emergenza sociale”.
TRA CITTÀ PENTASTELLATE E REALPOLITIK
Non ultimo, lo scoglio rappresentato da quelle città dove il M5S governa. Due esempi. A Torino, la sindaca Chiara Appendino ha tagliato di un quarto i finanziamenti alle materne paritarie (qui il recente approfondimento di Formiche.net). “Ci si è resi conto di cosa significhi appoggiare un sindaco a 5Stelle. Dimostrare asservimento non è mai una mossa intelligente” chiosa Adinolfi. Virginia Raggi a Roma ha più di una volta messo nel mirino i beni della Chiesa. “I Cinque stelle hanno già dimostrato di volere dare l’assalto all’8 per mille”, ricorda Cascioli, secondo cui in cambio di una bella apertura di credito, si conta di “ammorbidire le posizioni grilline sui soldi alla Chiesa e salvare così il malloppo”. “È l’idea dello Stato laico interpretata in maniera radicale”, aggiunge Famiglia Cristiana.