L’avvicinarsi della scadenza dei primi 100 giorni del mandato di Donald Trump ha scatenato una ripresa frenetica di attività da parte dell’Amministrazione su tre fronti: imposte, sanità e Nafta.
IMPOSTE
Lo scheletro della possibile riforma (o, forse, più appropriatamente, del mega-taglio) è una massiccia riduzione delle aliquote. Per le imprese, riduzione dell’aliquota sulle società per azioni da 35% a 15%, riduzione dell’aliquota sulle società non per azioni (“pass through”) da 39,6% a 15%; per le famiglie, riduzione del numero delle aliquote (da 7 a 3) e dell’aliquota massima (da 39,6% a 35%), aumento della detrazione sui redditi bassi, eliminazione della sovrattassa sui redditi da investimenti di 3,8% introdotta con Obamacare, dell’Alternative Minimum Tax, dell’imposta di successione e della detraibilità delle imposte statali e locali. Le informazioni disponibili ora, in assenza di tutti i dettagli rilevanti per valutare l’impatto delle misure, implicano che i) ci vorrà ancora tempo e lavoro di mediazione per avere un piano operativo e accettabile alle diverse fazioni repubblicane, rendendo difficile una semplificazione del sistema tributario; ii) con ogni probabilità il deficit aumenterà su tutto l’orizzonte prevedibile, anche oltre i 10 anni; iii) il piano avrà durata di 10 anni e non sarà permanente.
SANITÀ
L’Amministrazione ha rivitalizzato la riforma sanitaria eliminando alcune componenti osteggiate dai repubblicani conservatori, che potrebbero ora permettere un’approvazione alla Camera (anche se ci sarebbe incertezza per il voto dei moderati al Senato).
NAFTA
Dopo indiscrezioni riguardo a un possibile imminente recesso unilaterale dal NAFTA da parte degli USA, Trump ha detto che non aprirà ora la procedura di recesso dal trattato e lavorerà per negoziare un nuovo trattato. Nel caso in cui i termini di un futuro accordo “non siano equi per tutti”, NAFTA verrà terminato. I pilastri della campagna elettorale di Trump sono riapparsi in questo rush finale: riduzione delle imposte (con ampliamento del deficit), riforma sanitaria e protezionismo. Un fattore cruciale è invariato: i tempi per la riforma tributaria restano lunghi e incerti.