Supera il 70% dei consensi Matteo Renzi confermato segretario Pd dopo le primarie dei Democratici.
Un successo inequivocabile anche per i 2 milioni circa di votanti, visto che le previsioni della vigilia davano l’afflusso intorno al milione e mezzo.
Un successo che denota la debolezza – già abbastanza chiara fin dall’inizio – dei concorrenti: se la candidatura di Michele Emiliano era chiaramente evanescente, nel corso della campagna elettorale Andrea Orlando ha raccolto appoggi di un certo peso nell’establishment del Pd specie ex Pci ed ex Ds. Non solo: taluni osservatori ritenevano che il cuore di sinistra della base del partito battesse più per Orlando per Renzi. I risultati sconfessano queste letture: il riconfermato segretario – checché ne dica Massimo D’Alema e gli scissionisti alla Pier Luigi Bersani e alla Roberto Speranza – non è più da tempo un corpo estraneo del Pd.
Ma a un leader forte corrisponde un partito deboluccio. Un partito che – grazie a un segretario tornato baldanzoso più che mai – detterà linee e direzioni di marcia al governo presieduto da Paolo Gentiloni più di quanto abbia già fatto finora (si pensi soltanto all’ultima tornata delle nomine nelle società controllate o partecipate del Tesoro in cui Renzi e i renziani hanno fatto incetta di caselle) ad esempio rovesciando su due ministri cosiddetti tecnici come Piercarlo Padoan (Economia) e Carlo Calenda (Sviluppo economico) tutte le malignità possibili. Preludio di una prossima sostituzione, si mormora sempre più ora dopo il successo di Renzi alle primarie Pd.
Ma quello che appare certo ai più – non al ministro Dario Franceschini, azionista forte della maggioranza renziana del Pd, che in tv ha assicurato un appoggio del Pd sempre più netto all’esecutivo – è che dopo un Renzi vittorioso così nettamente le elezioni anticipate si avvicinano e non si allontanano. D’altronde Renzi in serata ha detto: “Non si sa quando si voterà”. Eppure si sa quando la legislatura termina. Ma evidentemente il riconfermato segretario del Pd non vuole che si rispetti il termine naturale della legislatura. Più chiaro di così – consapevolmente o meno – Renzi non poteva essere con quelle parole.
Gentiloni stai sereno?