“È un dibattito sciocco. Si tratta di un discorso molto provinciale, mentre avrebbe molto più senso chiedersi chi, in Italia, possa presentarsi come un modello avendo un programma serio che risponda alle istanze dei cittadini”. La politologa Sofia Ventura, docente all’Università di Bologna, italiana con doppia cittadinanza in quanto figlia di francese, commenta per Formiche.net l’ipotesi che nel nostro Paese possa nascere un Macron italiano e condivide pienamente il pensiero, espresso da Angelo Panebianco sul Corriere, sulla povertà di tale dibattito.
Matteo Renzi sta cercando di accreditarsi come il Macron italiano. Ma lo può essere veramente?
Macron e Renzi sono due personaggi pop molto diversi tra loro. Macron viene dalle carriere delle alte scuole e c’è grande scetticismo verso di lui perché viene visto come un prodotto in vitro buono per affascinare l’opinione pubblica. In Italia quando si pensa a Macron si fa subito il paragone con Renzi per la loro comune idea di sinistra riformista ma Macron ha un programma vago e dice di voler andare oltre la destra e la sinistra. Renzi è rimasto nel Pd mentre Macron si è costruito un partito personale un po’ come fece Berlusconi. Entrambi hanno un’idea di sinistra molto nuova ma con pochi contenuti e non hanno delle risposte vere per fermare i populisti.
Il movimento En Marche! potrà prendere il posto del Partito socialista?
Non so se En Marche! prenderà il posto del Partito socialista francese ma è un movimento molto meno a sinistra di Siryza e ancora molto più fragile. È presto per fare una previsione ma al movimento di Macron guarda già con interesse Manuel Valls e la sinistra riformista.
Si può dire che Macron è la versione francese del Patto del Nazareno? E chi nel centrodestra potrebbe essere il Macron italiano?
No, Macron è la versione francese del prodotto della crisi della politica. Nel centrodestra quello che gli assomiglia di più è Parisi, una persona più solida, ma meno ‘pop’ e con pochi consensi, con Berlusconi da una parte, e Salvini dall’altra, che lo bloccano. Parisi è diversissimo da Macron ma per certi versi è anche più a sinistra di lui. Non dimentichiamoci che ha militato a lungo nei socialisti, anzi vi ha militato di più di Macron che ha iniziato la sua carriera come consigliere di Hollande solo nel 2010.
Dalle sue parole deduco che lei non ha votato per Macron al primo turno….
No, ho votato Fillon e, al ballottaggio, voterò Macron turandomi molto il naso perché prevedo altri cinque anni di immobilismo ma non voglio vedere Le Pen all’Eliseo.
Ma la Le Pen ha qualche possibilità di vittoria?
Se la Le Pen non avesse avuto il padre alle spalle, avrebbe vinto. Al ballottaggio sono sicura che la forbice si accorcerà e prenderà più del 40%, grazie alla sua demagogia populista, come si vede anche dalla visita alla fabbrica della Whirlpool. Macron è stato fischiato, mentre la Le Pen è stata brava a rubargli la scena e a prendersi gli applausi.
Eppure Macron ha un elettorale trasversale che raccoglie sia a destra che a sinistra, come in Italia fa anche Grillo da diversi anni…
C’è chi ha già fatto questo paragone anche se la posizione di Macron sarebbe più di centro. Grillo, invece, è più antisistema ma, questa tendenza a raccogliere i voti trasversali ormai appartiene a tutti i movimenti. Anche la Le Pen, da anni, viene votata da ex elettori del Partito Comunista francese. Macron, per certi versi, è più vicino a Ciudadanos e al suo leader, giovane ed efficientista come lui e il suo elettorato è molto più europeista ed istruito di quello di Grillo.
Renzi sarà in grado di trasformare il Pd in una sorta di En Marche! italiano?
Il Pd di Renzi, invece, dopo il Congresso, sarà sempre più di Renzi ma, anche se indebolita, ha una struttura propria. Trasformare il Pd in una sorta di En Marche! è un desiderio, un’intenzione di Renzi che non ha molto senso.
Anche perché se Renzi è come Macron, Speranza è come Hamon…
Ma, guardi, di speranze per la sinistra italiana non ce ne sono….