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Ecco numeri, progetti e baruffe nella finanza del Vaticano

Meno segnalazioni di attività sospette, ma di maggiore qualità, e incremento della collaborazione internazionale. Sono le tinte rosee che dipingono il quadro del Rapporto 2016 dell’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria del Vaticano. Con una scadenza che se non rispettata potrebbe creare qualche disagio al progetto trasparenza sulla banca di Pietro. Entro dicembre l’authority vaticana deve rispondere a Moneyval: bene le norme, sottolineava due anni fa l’organo del Consiglio d’Europa preposto al contrasto del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo, ma occorrono più risultati concreti in sede penale. Intanto oltre le mura leonine non mancano sbuffi su come gestire le riforme economiche. Con il contorno di inedite, pubbliche reprimende che hanno tutta l’aria di una benedizione dalla Terza Loggia della Segreteria di Stato.

SEGNALAZIONI IN CALO MA CRESCONO I PROVVEDIMENTI

Nel 2016 l’unico ente sottoposto a vigilanza dall’intelligence vaticana è stato lo Ior. L’anno precedente Aif si era occupata anche dell’altra “banca” vaticana, l’Apsa, il dicastero che gestisce il patrimonio immobiliare il cui controllo spetta ora alla Segreteria per l’economia. L’authority di controllo sui flussi finanziari ha preso in esame 207 segnalazioni di attività sospette. Di queste, sono stati inviati all’ufficio del Promotore di giustizia 22 rapporti su potenziali casi di riciclaggio. I reati ipotizzabili vanno dalla truffa alla corruzione, passando per evasione e appropriazione indebita. Si legge nel Rapporto pubblicato martedì che “nella stragrande maggioranza dei potenziali reati sono coinvolti cittadini esteri per condotte tenute in giurisdizioni estere”. Lo scorso anno l’Aif ha inoltre adottato quattro provvedimenti di sospensione di transazioni finanziarie sospette per un ammontare di oltre 2milioni e 100mila euro. Ed è stato congelato un conto corrente per circa 1milione 550mila euro.

CHIUSI 4935 CONTI ALLO IOR

Nel 2015 c’era stato un picco, con 544 segnalazioni di attività sospette, ma di queste solo 17 erano state valutate di interesse con il conseguente invio di rapporto al tribunale vaticano. Commenta il direttore di Aif, Tommaso di Ruzza: “Tale stabilizzazione è dovuta a diversi fattori, tra i quali la conclusione del programma di revisione di tutti i rapporti avviato nel 2013 dallo Ior che ha implicato la chiusura di un rilevante numero di rapporti”. Qualcosa come 4935 conti. Il numero delle segnalazioni del 2016, si osserva, “è stato comunque superiore a quello registrato negli anni precedenti al 2015 e di qualità migliore”.

VATICANO SEMPRE PIÙ INTERNAZIONALE

I dati del Rapporto documentano anche una migliore cooperazione internazionale. Nel 2016, l’Aif ha siglato Protocolli d’intesa con le autorità di vigilanza di Brasile, Italia (Banca d’Italia) e Polonia. Ad oggi sono 32 i protocolli di intesa sottoscritti dal 2011. Inoltre, l’adesione al Gruppo Egmont, che riunisce le Unità di informazione finanziaria di 152 Paesi, ha consentito all’authority vaticana di intrattenere 837 scambi di informazioni a livello internazionale, di cui 721 su richiesta dell’Aif e 116 su richiesta di controparti estere.

CONTANTI SOTTO ESAME

Qualsiasi movimento di denaro contante, in entrata o in uscita dallo Stato Vaticano, per un importo pari o superiore a 10.000 euro, è segnalato all’Aif. Nel 2016, sono state raccolte 380 dichiarazioni in entrata per un totale di 9.642.657,58 euro (rispetto alle 367 dichiarazioni in entrata per un totale di 9.697.570,61 euro nel 2015) e 1.357 dichiarazioni in uscita per un totale di 23.956.122,58 euro (rispetto alle 1.196 dichiarazioni in uscita per un totale di 24.122.412,23 euro nel 2015).

LE SCADENZE CON MONEYVAL

Entro dicembre l’Aif deve ottemperare alla consegna di Moneyval. Nel suo progress report, l’organo del Consiglio d’Europa aveva dato un giudizio positivo sulle nuove norme, ma aveva raccomandato di applicarle in sede giudiziaria, “per ottenere risultati concreti”. Qualcosa oltre le mura si è mosso. In ottobre il Tribunale vaticano ha costituito una sezione dedicata ai reati finanziari. Il promotore di giustizia, Piero Milano, aveva inoltre dato conto di quattro fascicoli aperti e di due rinvii a giudizio nel 2016. Alla presentazione del Rapporto Aif, il suo presidente, René Brülhart (nella foto), rispondendo ai giornalisti, ha detto “ci sono stati sviluppi importanti negli ultimi tempi”. Presunte lentezze giudiziarie, ha aggiunto, derivano anche dal fatto che l’ufficio del promotore di giustizia deve richiedere informazioni alle agenzie internazionali e questo rallenta i tempi dei processi. Brülhart ha comunque definito “costruttivo” il rapporto con Moneyval.

BISTICCI E INVASIONI DI CAMPO

Nella difficile opera di riforma finanziaria, si segnala un nuovo scontro tra il forziere del Vaticano, l’Apsa, e la Segreteria per l’economia. Questa volta, il termine del contendere riguarda l’autorizzazione per i controlli sulla revisione dei bilanci. L’organismo responsabile della gestione immobiliare del Vaticano aveva chiesto a tutti i dicasteri di fornire informazioni finanziarie al revisore esterno PwC. Il cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l’economia, e il revisore generale, Libero Milone, sono dovuti intervenire per bloccare l’invasione di campo dell’Apsa, precisando non vi è in atto nessuna attività di revisione contabile nella Santa Sede da parte di PwC, come chiarito lo scorso anno. Pell e Milone hanno inoltre ricordato che l’Apsa “non ha nessuna prerogativa sui controlli degli enti della Santa Sede” e che la stessa è sottoposta “al controllo e vigilanza del Consiglio per l’economia e della Segreteria per l’economia e soggetta alla revisione dell’Ufficio del revisore generale”.

L’AUSTRALIANO PELL RIMPROVERA IL COLLEGA CALCAGNO

Secondo il National Catholic Register, il cardinale Domenico Calcagno, a capo di Apsa, dovrebbe ancora presentare a Pell un memorandum sulle proprietà immobiliari del Vaticano, nonostante anche l’invito del Papa a farlo. Una mancanza di cooperazione che, a dire del cardinale australiano, costituiscono “gravi irregolarità” e mostrano che si sta avvicinando il “momento della verità” nelle riforme economiche. Non è la prima volta che si verifica uno scontro di potere tra i diversi organi economici vaticani. Ma questa volta il livello sembra essersi alzato. Riportando fonti d’oltretevere, il vaticanista Edward Pentin scrive che la mossa provocatoria di Apsa ne mostra lo stile recalcitrante a sottoporsi al processo di riforma. E aggiunge: “Il rimprovero pubblico di Apsa, presumibilmente approvato questa volta ai massimi livelli, forse mostra un tentativo più concertato di riformare le finanze della Santa Sede”.



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