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Chi anima il dialogo fra Trump e M5S di Grillo (si parla anche di Sicilia)

Di Michele Arnese e Andrea Picardi
Beppe Grillo, M5S

Nessun benedizione politica, né formale né informale, di Donald Trump o di trumpiani di stretta osservanza al MoVimento 5 Stelle. E d’altra parte nessuna volontà del movimento fondato da Beppe Grillo di avere un beneplacito da parte della Casa Bianca in caso di un successo elettorale dei pentastellati alle prossime politiche in Italia. Ciò detto sono indubbi i rapporti, i pour parler e gli incontri fra esponenti di spicco del movimento grillino e l’entourage del presidente degli Stati Uniti, oggi in visita in Italia. Peraltro nel dialogo in corso non c’è soltanto un orizzonte nazionale, ma anche locale. Ecco fatti, nomi, ricostruzioni e indiscrezioni.

LA CENA

Si mormora di un incontro tra i vertici del M5S e alcuni dei principali collaboratori dell’inquilino della Casa Bianca che si sarebbe svolto ieri sera nella Capitale. Mentre Trump riuniva a Villa Taverna – la residenza romana dell’ambasciatore Usa – i suoi amici italiani più qualche imprenditore e manager, sembra che uno o più esponenti pentastellati si stessero vedendo con i rappresentanti dell’amministrazione americana. “Luigi Di Maio e forse anche Davide Casaleggio, avrebbero cenato con alcuni consiglieri di Trump“, ha scritto oggi sul Corriere della Sera Giuseppe Sarcina. Un’indiscrezione non confermata ma neppure smentita dal movimento.

L’UFFICIALE DI COLLEGAMENTO

Una delle personalità che fungono di fatto come ufficiale di collegamento tra il mondo americano e trumpiano e il movimento pentastellato è il console americano a Milano Philip Reeker, in carica già da prima dell’arrivo di Trump alla Casa Bianca. I contatti tra lui e il movimento in questi mesi sono stati numerosi: per lo più occasioni informali durante le quali si è anche parlato ovviamente delle relazioni tra Italia e Stati Uniti. Ad esempio, lo scorso novembre – qualche giorno prima delle presidenziali Usa – Reeker avrebbe avuto una lunga chiacchierata con Beppe Grillo e Casaleggio Junior.

IL RUOLO DI ARTURO ARTOM

A stringere il rapporto avrebbe contribuito anche l’imprenditore Arturo Artom – uno dei pochi rappresentanti del tessuto produttivo italiano ad essersi dichiarato espressamente a favore del MoVimento 5 Stelle – protagonista alla convention di Ivrea organizzata a inizio aprile in memoria di Gianroberto Casaleggio (qui una recente foto-gallery che Formiche.net ha dedicato ad Artom). Come ha scritto Dagospia (e come emerge dalle foto che accompagnano l’articolo) lo scorso marzo l’imprenditore è stato ospite di Reeker in un ricevimento che si è svolto presso la casa milanese del console al quale ha partecipato anche Casaleggio junior oltre ad altri esponenti politici tra cui il governatore della Lombardia Roberto Maroni.

UN RAPPORTO LONGEVO

Non che i rapporti tra il M5S e i rappresentanti degli Stati Uniti in Italia nascano solo in questi mesi comunque. Anzi, ormai potrebbero definirsi longevi, considerato che in questi anni non sono certo mancate le occasioni di incontro e di dialogo. Nel luglio 2014, ad esempio, Grillo e Casaleggio furono tra i pochissimi ospiti politici della festa organizzata dal consolato americano a Milano per celebrare il Giorno dell’Indipendenza (qui l’articolo di Formiche.net). E solo 24 ore dopo il comico-fondatore del movimento fu immortalato da Umberto Pizzi a Villa Taverna al tradizionale ricevimento organizzato dall’ambasciatore Usa a Roma.

GLI SCENARI E GLI INTERESSI STRATEGICI

Tornando all’oggi, c’è da aggiungere – sottolineano fonti convergenti americane pentastellate – come i trumpiani non facciano il tifo per il MoVimento 5 Stelle, il quale, dal canto suo, non si attende una benedizione formale. Per non parlare delle differenze programmatiche su ambiente e difesa che esistono tra la visione trumpiana e il programma in fieri dei cinquestelle. Piuttosto il dialogo rappresenta il riconoscimento da parte dell’amministrazione americana del ruolo rilevante che i pentastellati rivestono oggi nella politica italiana: avere un rapporto costruttivo e proficuo con una forza del genere – che si candida alla guida del Paese – è fisiologico per la Casa Bianca, inevitabilmente attenta alle idee ed alle evoluzioni del movimento.

In questo scenario l’orizzonte non è solo nazionale ma anche locale. Sono imminenti le elezioni in Sicilia (si vota il 5 novembre), una regione dai contorni strategici per l’Italia, per la Nato e anche per gli Stati Uniti. Sia per la presenza della base di Sigonella, che per il Muos (acronimo di Mobile User Objective System) di Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Un sistema di comunicazioni satellitari (SATCOM) militari ad alta frequenza (UHF) e a banda stretta gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti talvolta contestato dalla sinistra ma pure dai cinquestelle. Anche per questo la nuova amministrazione americana, anche in vista di un possibile successo pentastellato nell’isola, vuole capire le prospettive e le priorità del Movimento: per sondarne solidità e affidabilità programmatica.

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