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Aldo Moro e via Fani, tutti i rapporti fra Br, Banda della Magliana e ‘ndrangheta. Parla Gero Grassi (Pd)

La scena del crimine del sequestro dell’onorevole Moro era decisamente affollata. Le indagini della Commissione Parlamentare sul caso Moro stanno riscrivendo la storia di quei 55 giorni inoltrandosi su terreni fino ad oggi inesplorati. Pochi giorni fa Formiche.net ha percorso proprio uno di quei sentieri poco battuti, quello dei rapporti tra le Brigate Rosse e la ‘ndrangheta, pubblicando foto inedite che ritrarrebbero Giustino De Vuono, uomo vicino alla ‘ndrangheta la cui foto segnaletica venne inserita tra quelle dei possibili esecutori di Via Fani. “Negli anni la Commissione ha visto foto relative ai personaggi ritratti nelle vostre immagini ma sono state ritenute dai RIS incompatibili con i soggetti interessati”- dice a Formiche.net l’onorevole Gero Grassi, membro della Commissione d’Inchiesta – “Certo se c’è interesse le vostre foto possono essere inviate alla Commissione alla quale si chiederà poi un’analisi. A prescindere da queste foto, però, la Commissione ha accertato l’esistenza di rapporti tra le Brigate Rosse, la Banda della Magliana e la ‘ndrangheta”. I negativi delle nostre foto furono portati dall’ottico Gualerzi, autore delle immagini, agli inquirenti. Della loro esistenza si fa cenno nei verbali redatti dai Carabinieri dell’epoca tuttavia non furono mai allegate agli atti perché i negativi andarono persi.

GRASSI: “NEL 1978 ESISTEVA CONTIGUITÀ BR E CRIMINALITÀ ORGANIZZATA”

L’ultima relazione della Commissione dedica un intero capitolo agli altri filoni di indagine relativi al rapimento e alla morte di Aldo Moro. Una di questa è proprio quella che porta dritta tra ai rapporti tra le Brigate Rossa con la malavita romana, incarnata dalla Banda della Magliana, e la ‘ndragheta calabrese. “Non solo la Commissione Parlamentare ma anche il Procuratore della Repubblica di Roma Ciampoli dice che in via Fani c’erano uomini della banda della Magliana” – ha sottolineato ancora Grassi – “Va considerato che nel 1978 esisteva una contiguità tra pezzi dei servizi segreti e la criminalità organizzata e quindi l’operatività era comune. Va tenuto presente che la criminalità fa favori di tutti i tipi per poi riceverne altri. Noi abbiamo la certezza che l’arresto di Morucci e Faranda passa attraverso il salone Autocia della Banda della Magliana. Questo cosa vuol dire? Che per contingenza o per interesse la criminalità, nel caso di specie a Roma la Banda della Magliana che era la Mafia romana, aveva una contiguità con le Brigate Rosse”.

GRASSI: “I SERVIZI DEVIATI ERANO PONTE TRA BR E CRIMINALITÀ ORGANIZZATA”

La relazione della Commissione sul ruolo della ‘ndrangheta è molto chiara. “Il 1° maggio 1978 la registrazione di una telefonata intercorsa tra Benito Cazora e Sereno Freato introdusse negli atti di indagine sul sequestro di Aldo Moro un inequivoco riferimento a un personaggio interno ad ambienti ’ndranghetisti che sarebbe stato ritratto in una fotografia ‘presa sul posto quella mattina lì'” – si legge negli atti della Commissione – “Con ogni verosimiglianza, le circostanze alle quali fa riferimento Cazora sono quelle dell’eccidio di via Fani”. Benito Cazora era un dirigente della Dc che in un colloquio telefonico con Sereno Freato si chiede se sia possibile recuperare foto che ritraggono un esponente della ‘ndrangheta. “Ci sono una serie di segnali che acclarano che criminalità organizzata e Brigate Rosse in alcune occasioni avevano interessi convergenti. Non va dimenticato che è orami giudiziariamente acclarato che le Brigate Rosse e Giovanni Senzani hanno fatto il rapimento di Ciro Cirillo in una operatività tra Camorra e Brigate Rosse” – ha proseguito Grassi – “Dunque il rapporto tra BR e criminalità organizzata nella storia del terrorismo italiano è certo. Perché? Perché c’erano i servizi deviati che erano contigui agli uni e agli altri e la criminalità dava una mano solo per riceverne altri. D’altra parte nel caso dell’arresto di Morucci e Faranda i titolari dell’autosalone Cia ricevono un benefit in cosa? In passaporti che non potevano ricevere perché criminali. Quindi noi oggi abbiamo la certezza di questa operatività che riguarda la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta e la Banda della Magliana. Tra l’altro questa cosa un magistrato serio come Imposimato l’ha sempre sostenuta perciò non sono meravigliato”.

CHI È L’ALTRO UOMO, OLTRE A NIRTA, DI CUI PARLA LA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE?

L’uomo del quale parla la relazione potrebbe essere Antonio Nirta, detto “due nasi” per la predilezione per il fucile a due canne. “Gli elementi in comparazione risultano non sufficienti ad esprimere un giudizio scientificamente affidabile riconoscendo, tuttavia, nei reperti analizzati, l’assenza di elementi di netta dissomiglianza che, qualora presenti, sarebbero indicativi di un’esclusione dell’identità del soggetto della foto con Antonio Nirta” – si legge negli atti della Commissione – “Alla luce di quanto sopra, il livello statistico di compatibilità calcolato per la valutazione antropometrica può solo essere aumentato. Seppur di un valore non qualificabile, che fa tendere la compatibilità al grado successivo : “Discreti elementi a supporto dell’ipotesi di riconducibilità” che il soggetto delle foto in esame sia Antonio Nirta”. Proseguendo, però, la relazione della Commissione fa riferimento anche ad un altro uomo. “Peraltro, ulteriori accertamenti in corso sono orientati all’esame un altro volto che compare nel materiale disponibile, per verificare la sussistenza di elementi di compatibilità con altro esponente della criminalità organizzata, già segnalato nell’immediatezza dei fatti come possibile partecipante al sequestro Moro”. Chi è quell’uomo? La relazione non indica chi sia “l’altro esponente della criminalità organizzata”. Tuttavia va rilevato che il nome di De Vuono è più volte entrato nelle indagini uscendone sempre pulito.


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