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Ecco come e perché Arabia Saudita, Emirati e Bahrein isolano il Qatar

Escalation di tensioni senza precedenti tra i Paesi del Golfo. Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi e Bahrein hanno deciso di tagliare rapporti con il Qatar. Motivo? L’emirato è accusato di essere uno dei principali sostenitori del terrorismo internazionale. Così il Qatar verrà escluso dalla coalizione militare araba che opera nello Yemen sotto comando dell’Arabia saudita, ma non solo. Interrotte le relazioni diplomatiche, il Paese rischia l’isolamento, anche logistico. “Saranno chiuse le relazioni diplomatiche, e anche le frontiere con il Qatar, con l’obiettivo di proteggere la sicurezza nazionale dai pericoli del terrorismo e dell’estremismo”, ha scritto l’agenzia saudita Spa. Tre giorni fa, il governo di Doha aveva denunciato di essere vittima di una “campagna mediatica feroce”.

BAHREIN: INGERENZA DEL QATAR NEGLI AFFARI INTERNI

Il primo Paese a prendere le distanze è stato il Bahrein: lunedì mattina ha annunciato che sarebbero state interrotte le relazioni diplomatiche con il Qatar perché “sostiene le attività terroristiche e finanzia gruppi vincolati all’Iran”. In un comunicato diffuso dall’agenzia di notizie Bna, il governo bahreinita ha spiegato che dietro la rottura c’è “l’insistenza dello Stato del Qatar di contribuire all’insicurezza e minacciare la stabilità del Bahrein, interferendo nei suoi affari interni”.

ARABIA SAUDITA: “INVITIAMO ALTRI PAESI A FARE LO STESSO”

A seguire la scelta del sovrano Hamad bin Isa Al Khalifa di Bahrein è stata l’Arabia Saudita, sostenendo che la stessa decisione sarebbe applicata nel territorio del regno saudita. “La rottura dei rapporti diplomatici con il Qatar – si legge in un comunicato dell’agenzia statale Spa – è una misura necessaria per proteggere il Paese dal terrorismo e dall’estremismo”. “L’Arabia Saudita ha preso questa decisione cruciale come risultato delle gravi violazioni da parte dell’autorità di Doha, a livello pubblico e privato, durante gli ultimi anni”, spiega il testo. La monarchia saudita ha invitato “agli altri Paese e società amiche a fare lo stesso”.

EGITTO: “VOGLIAMO PROTEGGERE LA SICUREZZA NAZIONALE”

Stesso argomento ha utilizzato l’Egitto: “Proteggere la sicurezza nazionale. Si interrompono i rapporti con Doha perché sostiene organizzazioni terroristiche, tra cui i Fratelli Musulmani”. Gli Emirati Arabi Uniti si sono uniti alla presa di distanze. Il Pakistan, invece, ha annunciato che non ha in programma tagliare i rapporti con il Qatar.

MISURE INGIUSTIFICATE, SECONDO IL QATAR

Da quanto si legge sul sito The Quint, il Qatar si è detto dispiaciuto per la decisione coordinata dei suoi quattro vicini. “Le misure sono ingiustificate – ha detto il ministro degli Esteri del Qatar, Khalid bin Mohammed alAttiyah, all’emittente televisivo Al Jazeera -. È una decisione che si basa su accuse e rivendicazioni che non hanno nessuna conferma”.

TRA DICHIARAZIONI E PRESUNTO HACKERAGGIO

Secondo la Cnn, le tensioni tra il Qatar e i Paesi del Golfo sono peggiorate ancora di più negli ultimi giorni dopo la diffusione da parte dell’agenzia statale di Doha QNA di alcune dichiarzioni di Tamim bin Hamad al-Thani (nella foto), in cui l’emiro del Qatar avrebbe criticato la posizione dei Paesi vicini contro l’Iran, citando le nuove tensioni con gli Stati Uniti. Dopo la polemica, l’agenzia QNA si è giustificata dicendo di avere sofferto un attacco hacker, ma nonostante la smentita la notizia era nota in tutta la regione. Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Bahrein hanno bloccato in questi giorni tutti i mezzi di comunicazione del Qatar, tra cui l’emittente Al Jazeera. Questa non è la prima volta che ci sono tensioni tra il Qatar e i Paesi del Golfo: nel 2014 c’è stata una crisi per il presunto sostegno del governo di Doha all’organizzazione Fratelli Musulmani.

DISAGI LOGISTICI E ALTRI EFFETTI 

Il Qatar ha assicurato che questa situazione non avrebbe “influenzato la vita normale dei cittadini e dei residenti”. Tuttavia, gli effetti della rottura dei rapporti diplomatici sono immediati. L’Egitto ha chiuso lo spazio aereo e l’accesso ai porti. I diplomatici hanno 48 ore per abbandonare il territorio e le linee aeree hanno già interrotto le operazioni. Etihad Airways ha confermato che l’ultimo volo dal Qatar partirà domani. Il governo di Bahrein ha confermato che anche il personale diplomatico del Qatar ha 48 ore per lasciare l’Egitto, l’Arabia Saudita, il Bahrein e gli Emirati Arabi Uniti e che sarà vietato il transito dei cittadini qatarioti. Quelli che invece sono residenti nei Paesi del Golfo hanno 14 giorni per sistemare il trasferimento. Resta da capire come potrà continuare l’organizzazione dei Mondiali di calcio 2022 in Qatar con questo nuovo quadro geopolitico.

L’APPELLO DEGLI STATI UNITI

Rex Tillerson, segretario di Stato americano, ha invitato i Paesi del Golfo a risolvere le loro differenze restando uniti. In dichiarazioni rilasciate da Sydney, Tillerson ha detto che l’amministrazione di Donald Trump incoraggia “le parti a sedersi insieme e a risolvere le differenze […] Se c’è un ruolo che possiamo giocare per aiutarli a risolvere questi problemi, pensiamo che sia importante che il Consiglio per la cooperazione del Golfo resti unito”.

C’ENTRA LA VISITA DI DONALD TRUMP?

Il terremoto diplomatico che scuote il Golfo avviene a pochi giorni dalla visita del presidente Trump in Arabia Saudita. In quell’occasione, il capo di Stato americano chiese al governo di Riyad una risposta efficace contro il terrorismo internazionale. Secondo l’analista Fareed Zakaria, il viaggio di Trump in Medio Oriente illustra come l’Arabia Saudita è alla guida dell’espansione degli atti terroristici di matrice islamica, ma riesce ad eludere qualsiasi responsabilità. “Di fatto – scrive Zakaria in un articolo sul Washington Post – Trump ha consegnato all’Arabia Saudita libertà di azione nella regione”.

I PRECEDENTI DI TERRORISMO (IN ARABIA SAUDITA)

L’analista, musulmano nato in India e naturalizzato americano, ricorda che negli ultimi 50 anni, la monarchia saudita ha diffuso una versione molto estrema dell’Islam: “Osama Bin Laden era saudita, come 15 dei 19 terroristi dell’11 settembre 2001. I cittadini sauditi sono il secondo gruppo più numeroso degli stranieri che lottano con lo Stato Islamico, secondo i dati dei servizi segreti iracheni. Il Regno ha anche un’alleanza tacita con Al Qaeda nello Yemen”.

L’ISLAM RADICALE IN EUROPA

Zakaria sostiene che il denaro saudita sta anche trasformando l’Islam in Europa: “Rapporti dell’intelligence tedesca dimostrano che organizzazioni di beneficenza collegate al governo di Arabia Saudita, Qatar e Kuwait finanziano moschee, scuole e imam che promuovono il fondamentalismo e una versione intollerante dell’Islam in Germania”.

LA POLITICA ESTERA AMERICANA

“Gli Stati Uniti hanno adesso aderito alla politica estera dell’Arabia Saudita – ha scritto Zakaria – Una serie di battaglie contro i sciiti e i suoi alleati in Medio Oriente. Questo coinvolgerà Washington in una lotta settaria senza fine, alimenterà l’instabilità nella regione e complicherà i suoi rapporti con Paesi come l’Irak, che vogliono mantenere le buone relazioni con tutti. Ma la questione più importante è che non eliminerà la minaccia del terrorismo jihadista contro gli americane. Credevo che la politica estera di Trump sarebbe stata mettere al primo posto gli Stati Uniti, non l’Arabia Saudita”.

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