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Valentino, Prada e D&G, ecco come l’isolamento del Qatar colpisce l’industria della moda

Il Qatar è in isolamento. Lo scontro con l’Arabia Saudita ha portato alla rottura dei rapporti diplomatici con i Paesi del Golfo. Gli effetti geopolitici, economici e logistici sono noti (qui l’articolo di Formiche.net), ma c’è anche un settore molto importante che ne subirà le conseguenze: la moda.

L’INDUSTRIA DEL LUSSO IN QATAR

Da quanto si legge sul sito Business Of Fashion (BOF), il mercato della moda del Qatar è di circa 1,3 milioni di dollari, investiti soprattutto in firme europee. “Questa volta l’imposizione delle sanzioni economiche ha suscitato molta preoccupazione sul mercato qatarino e gli effetti sull’industria del lusso”, si legge su BOF. Ad aprile era stato aperto il Doha Festival City, il più grande centro di intrattenimento e vendita al dettaglio per lo sviluppo economico, commerciale e turistico della regione, gestito dal gruppo Al-Futtaim. Secondo il Gulf Times, in questo luogo sarebbero sbarcati investitori di tutto il mondo per muovere circa 1,8 miliardi di dollari. Ora, questi investitori non avranno a disposizione nemmeno gli aeri per arrivarci. Il crollo dei mercati in Qatar è stato immediato.

TUTTI GLI INVESTIMENTI DI DOHA

Gli investimenti dei fondi sovrani hanno raggiunto la cifra di 23,76 miliardi di dollari negli ultimi sette anni, secondo uno studio degli sovereign wealth funds del 2016. Il Qatar è piccolo ma molto ricco. Grande quanto l’Abruzzo, ha un Pil che è cresciuto del quasi 13 per cento negli ultimi nove anni. Ed è proprio il Qatar l’emirato specializzato nel settore del lusso. Il fondo Qatar Investment Authority è il proprietario del grande magazzino di Londra Harrods, della catena spagnola El Corte Inglés e di molti marchi, tra cui Valentino (acquistato per 700 milioni di euro nel 2012), Pal Zileri, Anya Hindmarch e Balmain. Nel mirino degli investitori di Doha c’era la firma di scarpe Jimmy Choo. Un report di Euromonitor International indica che il mercato dell’abbigliamento e della calzatura del Qatar è stato di circa 1,3 miliardi di dollari nel 2015 ed era prevista una crescita del 51 per centro entro la fine del 2019.

LA FINE DEL CONFLITTO

Per Michelle Berman, responsabile della ricerca sui consumi dell’BMI Research, il Qatar era destinato a crescere del 3,2 per cento nel 2017 (prima della decisione dei Paesi del Golfo). Le spese dei cittadini qatarini è di 31 miliardi di dollari. Crediamo che il governo di Doha farà sforzi notevoli per evitare un prolungamento sostanziale o un’ulteriore escalation della situazione” – ha dichiarato al sito BOF Andrine Skjelland, analista di rischio di BMI -. Una frattura a lungo periodo avrebbe conseguenze economiche negative per il Paese. I legami con i Paesi del Golfo sono sempre stati importanti per il Qatar, in mezzo all’instabilità della regione”.  La preoccupazione più urgente è logistica: i principali marchi di lusso presenti in Qatar distribuiscono la merce attraverso gli Emirati Arabi Uniti, che sono collegati all’Europa, e dipendono da i voli che sono stati cancellati. Il porto di Fujairah negli Emirati sta bloccando tutte le navi battenti bandiera del Qatar. Le catene di distribuzione presto resteranno vuote (e molto probabilmente anche negozi come quello di Dolce & Gabbana).



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