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George Pell, le accuse di pedofilia e la decisione di Papa Francesco

Il Papa ha concesso un periodo di congedo al cardinale George Pell, segretario per la Segreteria per l’economia del Vaticano, incriminato in Australia per presunti abusi a danno di minori risalenti a una quarantina di anni fa.

CHI E’ PELL

Il porporato australiano è il più alto funzionario vaticano ad affrontare accuse penali di abusi sessuali su minori fino ad un’aula di tribunale. Uomo di fiducia di Papa Francesco, oltre che prefetto della Segreteria per l’economia è componente del C9, il consiglio dei cardinali voluto da Bergoglio per riformare la Curia romana.

LA NOTIZIA

Uomo chiave delle riforme di Papa Francesco, il cardinale australiano George Pell è ufficialmente incriminato per abusi sessuali a danno di minori. Lo ha comunicato, quando in Italia era ancora notte, la polizia dello Stato australiano di Victoria in un briefing con la stampa. Pell è convocato in tribunale a Melbourne il 18 luglio per rispondere delle accuse. Il vice commissario di polizia Shane Patton ha precisato che ci sarebbero più segnalazioni contro il porporato, risalenti a parecchi anni fa, senza fornire ulteriori dettagli, se non che la decisione di incriminare il cardinale è una iniziativa della polizia dopo avere esaminato le denunce.

COSA SI DICE IN AUSTRALIA

Mentre agenzie e media australiani si chiedevano se il presule sarebbe volato in Australia per presentarsi a processo, l’Arcidiocesi di Sydney ha diffuso un breve comunicato per conto del cardinale. Nonostante Pell si trovi a Roma, è stato immediatamente avvisato dell’incriminazione a suo carico e – si legge nella nota – ha strenuamente negato ogni addebito, chiarendo di avere tutta l’intenzione di presentarsi in Aula per chiarire la sua posizione. Il presule rilascerà una dichiarazione intorno alle 8.30, ora di Roma. Un comunicato lampo e atteso. Pell potrebbe annunciare di autosospendersi dagli incarichi di primissimo piano che ricopre Oltretevere in attesa di chiarire la sua posizione? L’incarico di prefetto della Segreteria per l’economia che ricopre è del 2014, ed è quinquennale. Quindi praticamente è oltre metà mandato. Il porporato l’8 giugno ha compiuto 76 anni. Normalmente l’età della “pensione” per vescovi e cardinali che ricoprono incarichi di curia o pastorali è di 75.

COSA HA DETTO PELL

Nel corso di un breve incontro con la stampa convocata questa mattina dopo che nella notte la polizia dello Stato di Victoria aveva ufficializzato il procedimento in tribunale con inizio il 18 luglio, Pell si è detto vittima di una character assasination senza tregua, una campagna mirata a sbatterlo in prima pagina come “mostro”. “Non vedo l’ora di potermi difendere in tribunale”, ha aggiunto, ribadendo la sua completa estraneità ai fatti: “Sono innocente, le accuse sono false e considero l’idea stessa di abuso sessuale un crimine orribile”. (qui tutti i dettagli su quello che ha detto Pell)

IL PASSATO

Da tempo Pell viene tirato in ballo per presunte vicende di pedofilia. Prima con l’accusa di avere coperto abusi del clero quando era arcivescovo di Melbourne e poi a Sydney. La sua attività è stata passata al setaccio da un’indagine governativa australiana, sul modo in cui la Chiesa cattolica si era comportata di fronte a un fenomeno che la Commissione reale calcola di notevoli proporzioni: il 7% dei sacerdoti si sarebbero macchiato di abusi verso i minori negli ultimi decenni. Lo stesso Pell, lo scorso anno, testimoniando di fronte alla Commissione in videoconferenza da un hotel romano, pur negando di avere avuto un ruolo nell’insabbiamento di casi di pedofilia nel clero, ha ammesso che la “Chiesa ha commesso errori enormi”.

I FATTI RECENTI

Più recentemente il cardinale è finito al centro di un’indagine che lo vedrebbe lui stesso autore di atti molesti. Ad accusarlo due uomini, oggi più che quarantenni, che hanno raccontato di quando, ragazzini, l’allora sacerdote don George avrebbe avuto comportamenti inappropriati all’interno degli spogliatoi di una piscina. Presunte molestie riconducibili a parecchi decenni fa, sulla fine degli anni Settanta. Interrogato a Roma nell’ottobre del 2016 da funzionari della polizia australiana appositamente arrivati nella Capitale, si è proclamato estraneo a tutti i fatti.

LA POSIZIONE DI BERGOGLIO

Di ritorno dal viaggio in Polonia nel luglio dello scorso anno, al Papa fu domandato da un giornalista quale sarebbe stato l’atteggiamento più giusto da assumere per il cardinale viste le nuove accuse che stavano emergendo e il ruolo chiave ricoperto in Vaticano. “Le prime notizie arrivate erano confuse, di quarant’anni fa. Neppure la polizia ci aveva fatto caso”, rispose Francesco. “È vero, c’è il dubbio – aggiungeva – Ma se io dessi un giudizio a favore o contro il cardinale Pell, non sarebbe buono, perché giudicherei prima. Non si deve giudicare prima che la giustizia giudichi. Una volta che la giustizia ha parlato, parlerò io”.

IPOTESI E SCENARI

La tempestività della reazione di Pell che ha immediatamente annunciato di avere l’intenzione di difendersi in tribunale, lascia aperte molte ipotesi. Scenari che saranno chiariti nel comunicato che dovrebbe essere diffuso nelle prime ore della mattinata. Al di là delle congetture non si può non rilevare come questa sia una ennesima spina nelle tormentate vicende economiche vaticane. Indiscrezioni di stampa già da alcuni giorni davano per imminente una possibile incriminazione del prefetto della Segreteria. E sono di una settimana fa le dimissioni a sorpresa – e non ancora chiarite – del revisore generale dei conti del Vaticano, Libero Milone, stretto collaboratore del porporato australiano alla Santa Sede.


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