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Tim, Flavio Cattaneo, Sabrina Ferilli e i 25 milioni di buonuscita

Sabrina Ferilli e Flavio Cattaneo

Secondo voi dove sta la vera notizia della buonuscita di Flavio Cattaneo dalla Tim-ex Telecom dopo sedici mesi di prestazione come amministratore delegato, sino a quando i soci francesi non ne hanno chiesto e ottenuto la testa? Sta nei 25 milioni di euro, pari a quasi 50 miliardi delle vecchie e indimenticabili lire, decisi dall’apposito comitato dell’azienda su disposizione del Consiglio di Amministrazione? O nei 15 milioni mancanti ai 40 di cui si è scritto per giorni, dopo una prima notizia sui 30 che gli sarebbero spettati? Vai a capire con chi o cosa se la deve prendere un povero disoccupato, magari dopo avere lavorato per l’equivalente di un migliaio di euro mensili e un periodo di tempo dieci volte più lungo di quello trascorso da Cattaneo al vertice di quella che fu la Telecom.

Ma vai a capire anche con chi o cosa se la deve prendere la bellissima moglie di Cattaneo, l’attrice Sabrina Ferilli, compagna di lungo corso della sinistra militante: un corso interrotto solo l’anno scorso per votare tanto incautamente quanto vittoriosamente, senza paradossi, la candidata grillina al Campidoglio Virginia Raggi. Che forse non l’ha neppure ringraziata.

La signora Cattaneo avrà magari aiutato il marito a pensare come investire e godersi prima i 30 e poi i 40 milioni di euro sbandierati dai giornali con tanto clamore da metterli in imbarazzo con amici e conoscenti, portati a scambiarli per una coppia esagerata sotto tutti i punti di vista. E si è trovata, la coppia, dalla mattina alla sera a ridimensionare i progetti.

D’altronde, di quei 25 milioni di euro ora annunciati, praticamente ne rimarrà solo la metà nelle tasche dei coniugi Cattaneo, vista la voracità del fisco italiano. Cui patriotticamente Flavio e Sabrina non risultano avere voluto rinunciare prendendo la cittadinanza di qualche paradiso fiscale, o imitando quei pensionati italiani ai quali il presidente dell’Inps Tito Boeri non perdona di essersi trasferiti in Portogallo o in Bulgaria per avere meno trattenute, o non averne per niente.

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